Con riferimento agli “stressor ambientali”, ossia a quelle componenti palesemente irritanti di cui sarebbe preferibile, benché comunque impossibile, la totale assenza (polveri, odori, rumori), l’elaborazione delle osservazioni dirette e della documentazione specifica, sia pure non sempre copiosa, consente di trarre conferme e nuove indicazioni circa la conseguente riduzione del benessere nelle diverse fasi di allevamento del suino: esse vanno dalla riduzione delle performance (elemento comune e sempre primo segnale di ridotto benessere) all’alterazione dello stato sanitario (con particolare evidenza per le polveri e per la componente “ammoniaca” degli odori) ai disturbi comportamentali e fisiologici (con particolare evidenza per i rumori). In tutti i casi, esiste spazio e si possono individuare prospettive per operare, attraverso il continuo miglioramento degli aspetti strutturali e di management, una riduzione dell’impatto dei citati fattori sull’animale e sull’ambiente: tecniche di distribuzione degli alimenti a limitata produzione di polveri insieme a impianti di ventilazione adeguati e sempre meno rumorosi, drenaggio delle urine, trattamenti mirati (della lettiera, dell’aria, delle deiezioni), strategie alimentari ad hoc, preparazione e scelta oculata del personale (per favorire la conoscenza degli effetti dannosi dei rumori forti, costanti o improvvisi che siano), diffusione di musica dolce e a basso volume, in sonorizzazione degli ambienti di sosta negli stabilimenti di macellazione. Da sottolineare, infine, l’opportunità di mantenere l’illuminazione, in termini sia di intensità che di durata, a livelli elevati.
Gli stressor ambientali condizionano il benessere / Scipioni, Rosanna; Comellini, Michele; Volpelli, Luisa Antonella. - In: RIVISTA DI SUINICOLTURA. - ISSN 0035-662X. - STAMPA. - 48 (4):(2007), pp. 116-130.
Gli stressor ambientali condizionano il benessere
SCIPIONI, Rosanna;COMELLINI, Michele;VOLPELLI, Luisa Antonella
2007
Abstract
Con riferimento agli “stressor ambientali”, ossia a quelle componenti palesemente irritanti di cui sarebbe preferibile, benché comunque impossibile, la totale assenza (polveri, odori, rumori), l’elaborazione delle osservazioni dirette e della documentazione specifica, sia pure non sempre copiosa, consente di trarre conferme e nuove indicazioni circa la conseguente riduzione del benessere nelle diverse fasi di allevamento del suino: esse vanno dalla riduzione delle performance (elemento comune e sempre primo segnale di ridotto benessere) all’alterazione dello stato sanitario (con particolare evidenza per le polveri e per la componente “ammoniaca” degli odori) ai disturbi comportamentali e fisiologici (con particolare evidenza per i rumori). In tutti i casi, esiste spazio e si possono individuare prospettive per operare, attraverso il continuo miglioramento degli aspetti strutturali e di management, una riduzione dell’impatto dei citati fattori sull’animale e sull’ambiente: tecniche di distribuzione degli alimenti a limitata produzione di polveri insieme a impianti di ventilazione adeguati e sempre meno rumorosi, drenaggio delle urine, trattamenti mirati (della lettiera, dell’aria, delle deiezioni), strategie alimentari ad hoc, preparazione e scelta oculata del personale (per favorire la conoscenza degli effetti dannosi dei rumori forti, costanti o improvvisi che siano), diffusione di musica dolce e a basso volume, in sonorizzazione degli ambienti di sosta negli stabilimenti di macellazione. Da sottolineare, infine, l’opportunità di mantenere l’illuminazione, in termini sia di intensità che di durata, a livelli elevati.Pubblicazioni consigliate
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