BACKGROUND L’emocoltura, rappresenta l’esame fondamentale per una diagnosi clinica tempestiva, di batteriemia permettendo l’identificazione dell’agente eziologico e l’instaurazione precoce di una efficace terapia antimicrobica. Il prelievo ematico per emocoltura viene prevalentemente eseguito dal personale infermieristico. È responsabilità di quest’ultimo professionista eseguire la tecnica del prelievo secondo standard evidence based, in quanto l’errata esecuzione può comportare emocolture false-positive. Pertanto durante la raccolta del campione è importante rispettare la procedura corretta per non contaminare la coltura e di conseguenza alterare l’esito dell’esame, determinando incertezze diagnostiche e aumenti della spesa sanitaria a causa di trattamenti inutili, esecuzione di costosi test di verifica e allungamento della durata della degenza del bambino. OBIETTIVO L’obiettivo principale dell’indagine è rilevare la modalità di esecuzione della tecnica dell’emocoltura in uso tra gli infermieri in diverse strutture ospedaliere dell’Emilia Romagna e identificare eventuali aree critiche. MATERIALI e METODI Studio trasversale multicentrico tramite indagine conoscitiva con l’utilizzo di un questionario di tipo strutturato costituito da 21 domande chiuse a risposta multipla, gentilmente concesso dagli autori di uno studio condotto sulla popolazione adulta ospedalizzata presso l’Azienda Ospedali Riuniti di Bergamo. Il questionario è stato integrato con domande di carattere generale per raccogliere alcune informazioni sia sul livello di esperienza soggettiva in ambito pediatrico che sulla prassi indagata e sulle caratteristiche anagrafiche e formative dei partecipanti allo studio. Campione: tutta la popolazione infermieristica in servizio c/o le aree pediatriche. Durata dello studio aprile/giugno 2011. RISULTATI Gli infermieri coinvolti sono stati 342, hanno risposto 71operatori (61,4%). Dalle risposte emerge che: differenti sono le fonti di conoscenza specifiche della procedura mentre è chiaro il concetto dell’importanza del lavaggio delle mani prima di procedere a tecniche invasive. Circa la metà degli operatori intervistati utilizza un corretto antisettico cutaneo prediligendo il povidone iodio al 10% (45,5%) rispetto alla clorexidina gluconato 0,5% in soluzione alcolica (10,6%). Solamente il 5.8% dichiara di aspettare l’asciugatura del disinfettante prima della venipuntura. Il 44.3 % dichiara di disinfettare il tappo in gomma prima di raccordare il flacone al vacutainer contro il 55.7%. La quantità di sangue raccolto nel flacone pediatrico risulta variabile: il 60.0% si attiene a quanto indicato dalla procedura aziendale e dalle indicazioni della ditta fornitrice. Una percentuale troppo alta degli operatori 51,4% dichiara di prelevare 1 solo set per paziente contrariamente alle indicazioni riportate in letteratura. Il 44.3% dichiara di utilizzare il set pediatrico e solo l’1,4% utilizza 2 set. Anche l'intervallo dichiarato tra un prelievo e l'altro è molto variabile il 57,1% afferma di non attendere tra un set e l’altro. Nel caso di una sospetta batteriemia a partenza da CVC, circa la metà del campione (il 46.2%) esegue l'emocoltura sia da CVC che da vena periferica contemporaneamente. Il 98,5% effettua l’emocoltura nel paziente in terapia con antibiotici 30 minuti prima della successiva somministrazione. CONCLUSIONI Dall’analisi dei dati si evince grande variabilità comportamentale nell’esecuzione della prassi dell’emocoltura. Emerge poca adesione alla letteratura di riferimento. Gli aspetti maggiormente critici sono legati a fattori tecnici quali la scelta del materiale, la modalità del prelievo e il volume di sangue e a fattori clinici quali il numero e la successione temporale dei prelievi. Tali aspetti influiscono sulla possibilità di interpretare correttamente il risultato dell’esame con conseguenti ricadute sia sul paziente che sull’organizzazione. La corretta esecuzione dell’emocoltura rappresenta dunque un importante obiettivo di qualsiasi programma d'intervento in ambito clinico.

Rilevazione ed analisi delle modalità dell'emocoltura nel paziente pediatrico / Rosalba, Cavaleri; Bargellini, Annalisa; Fabiola, Cerullo; Ferri, Paola. - In: PEDIATRIA PREVENTIVA & SOCIALE. - ISSN 1970-8165. - STAMPA. - Supplemento al n°3:(2013), pp. 104-104. (Intervento presentato al convegno Regaliamo futuro. XXV Congresso Nazionale SIPPS tenutosi a Bari nel 12-14 settembre 2013).

Rilevazione ed analisi delle modalità dell'emocoltura nel paziente pediatrico

BARGELLINI, Annalisa;FERRI, Paola
2013

Abstract

BACKGROUND L’emocoltura, rappresenta l’esame fondamentale per una diagnosi clinica tempestiva, di batteriemia permettendo l’identificazione dell’agente eziologico e l’instaurazione precoce di una efficace terapia antimicrobica. Il prelievo ematico per emocoltura viene prevalentemente eseguito dal personale infermieristico. È responsabilità di quest’ultimo professionista eseguire la tecnica del prelievo secondo standard evidence based, in quanto l’errata esecuzione può comportare emocolture false-positive. Pertanto durante la raccolta del campione è importante rispettare la procedura corretta per non contaminare la coltura e di conseguenza alterare l’esito dell’esame, determinando incertezze diagnostiche e aumenti della spesa sanitaria a causa di trattamenti inutili, esecuzione di costosi test di verifica e allungamento della durata della degenza del bambino. OBIETTIVO L’obiettivo principale dell’indagine è rilevare la modalità di esecuzione della tecnica dell’emocoltura in uso tra gli infermieri in diverse strutture ospedaliere dell’Emilia Romagna e identificare eventuali aree critiche. MATERIALI e METODI Studio trasversale multicentrico tramite indagine conoscitiva con l’utilizzo di un questionario di tipo strutturato costituito da 21 domande chiuse a risposta multipla, gentilmente concesso dagli autori di uno studio condotto sulla popolazione adulta ospedalizzata presso l’Azienda Ospedali Riuniti di Bergamo. Il questionario è stato integrato con domande di carattere generale per raccogliere alcune informazioni sia sul livello di esperienza soggettiva in ambito pediatrico che sulla prassi indagata e sulle caratteristiche anagrafiche e formative dei partecipanti allo studio. Campione: tutta la popolazione infermieristica in servizio c/o le aree pediatriche. Durata dello studio aprile/giugno 2011. RISULTATI Gli infermieri coinvolti sono stati 342, hanno risposto 71operatori (61,4%). Dalle risposte emerge che: differenti sono le fonti di conoscenza specifiche della procedura mentre è chiaro il concetto dell’importanza del lavaggio delle mani prima di procedere a tecniche invasive. Circa la metà degli operatori intervistati utilizza un corretto antisettico cutaneo prediligendo il povidone iodio al 10% (45,5%) rispetto alla clorexidina gluconato 0,5% in soluzione alcolica (10,6%). Solamente il 5.8% dichiara di aspettare l’asciugatura del disinfettante prima della venipuntura. Il 44.3 % dichiara di disinfettare il tappo in gomma prima di raccordare il flacone al vacutainer contro il 55.7%. La quantità di sangue raccolto nel flacone pediatrico risulta variabile: il 60.0% si attiene a quanto indicato dalla procedura aziendale e dalle indicazioni della ditta fornitrice. Una percentuale troppo alta degli operatori 51,4% dichiara di prelevare 1 solo set per paziente contrariamente alle indicazioni riportate in letteratura. Il 44.3% dichiara di utilizzare il set pediatrico e solo l’1,4% utilizza 2 set. Anche l'intervallo dichiarato tra un prelievo e l'altro è molto variabile il 57,1% afferma di non attendere tra un set e l’altro. Nel caso di una sospetta batteriemia a partenza da CVC, circa la metà del campione (il 46.2%) esegue l'emocoltura sia da CVC che da vena periferica contemporaneamente. Il 98,5% effettua l’emocoltura nel paziente in terapia con antibiotici 30 minuti prima della successiva somministrazione. CONCLUSIONI Dall’analisi dei dati si evince grande variabilità comportamentale nell’esecuzione della prassi dell’emocoltura. Emerge poca adesione alla letteratura di riferimento. Gli aspetti maggiormente critici sono legati a fattori tecnici quali la scelta del materiale, la modalità del prelievo e il volume di sangue e a fattori clinici quali il numero e la successione temporale dei prelievi. Tali aspetti influiscono sulla possibilità di interpretare correttamente il risultato dell’esame con conseguenti ricadute sia sul paziente che sull’organizzazione. La corretta esecuzione dell’emocoltura rappresenta dunque un importante obiettivo di qualsiasi programma d'intervento in ambito clinico.
2013
Supplemento al n°3
104
104
Rosalba, Cavaleri; Bargellini, Annalisa; Fabiola, Cerullo; Ferri, Paola
Rilevazione ed analisi delle modalità dell'emocoltura nel paziente pediatrico / Rosalba, Cavaleri; Bargellini, Annalisa; Fabiola, Cerullo; Ferri, Paola. - In: PEDIATRIA PREVENTIVA & SOCIALE. - ISSN 1970-8165. - STAMPA. - Supplemento al n°3:(2013), pp. 104-104. (Intervento presentato al convegno Regaliamo futuro. XXV Congresso Nazionale SIPPS tenutosi a Bari nel 12-14 settembre 2013).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

Licenza Creative Commons
I metadati presenti in IRIS UNIMORE sono rilasciati con licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal, mentre i file delle pubblicazioni sono rilasciati con licenza Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0), salvo diversa indicazione.
In caso di violazione di copyright, contattare Supporto Iris

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/973898
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact