Questo capitolo corrisponde al secondo dei tre capitoli di cui sono autrice all’interno del volume. Esso ricostruisce l’odierna concezione della metafora che ne sottolinea il valore conoscitivo – ovvero la sua capacità di estendere il significato di un termine, di far interagire diversi domini semantico-concettuali e rielaborare le categorie con cui organizziamo la realtà –, mostrando il contributo dato in tal senso da tre filosofi: Max Black, Nelson Goodman e Paul Ricœur. Benché in certi casi le loro teorie siano state riprese dalla linguistica e dalla psicologia di matrice cognitivista, non sempre questo debito ha trovato un esplicito riconoscimento; d’altra parte, nemmeno la riflessione filosofica si è sistematicamente confrontata con le analisi dei processi metaforici compiute all’interno della psicologia e della linguistica. Tra gli obiettivi del presente capitolo vi è anche quello di mettere in comunicazione differenti prospettive di ricerca, rintracciando assonanze e linee di convergenza. Nello stesso tempo, affiorano elementi di divergenza: mentre la letteratura cognitivista sostiene l’ipotesi secondo cui la comprensione di una metafora attiverebbe gli stessi processi richiesti dalla comprensione di un enunciato letterale, la letteratura filosofica insiste sull’innovazione semantica prodotta dalla metafora (in particolare dalla metafora “viva”, originale, poetica), e sulla trasgressione categoriale che essa opera quando accosta domini concettuali tradizionalmente separati. Soprattutto per Paul Ricœur, la comprensione di una metafora esige una tensione interpretativa, un’attività di esplorazione e costruzione del senso che appare inscindibile dalla sua funzione conoscitiva.
La metafora come strumento cognitivo / Contini, Annamaria. - STAMPA. - 5:(2012), pp. 147-178.
La metafora come strumento cognitivo
CONTINI, Annamaria
2012
Abstract
Questo capitolo corrisponde al secondo dei tre capitoli di cui sono autrice all’interno del volume. Esso ricostruisce l’odierna concezione della metafora che ne sottolinea il valore conoscitivo – ovvero la sua capacità di estendere il significato di un termine, di far interagire diversi domini semantico-concettuali e rielaborare le categorie con cui organizziamo la realtà –, mostrando il contributo dato in tal senso da tre filosofi: Max Black, Nelson Goodman e Paul Ricœur. Benché in certi casi le loro teorie siano state riprese dalla linguistica e dalla psicologia di matrice cognitivista, non sempre questo debito ha trovato un esplicito riconoscimento; d’altra parte, nemmeno la riflessione filosofica si è sistematicamente confrontata con le analisi dei processi metaforici compiute all’interno della psicologia e della linguistica. Tra gli obiettivi del presente capitolo vi è anche quello di mettere in comunicazione differenti prospettive di ricerca, rintracciando assonanze e linee di convergenza. Nello stesso tempo, affiorano elementi di divergenza: mentre la letteratura cognitivista sostiene l’ipotesi secondo cui la comprensione di una metafora attiverebbe gli stessi processi richiesti dalla comprensione di un enunciato letterale, la letteratura filosofica insiste sull’innovazione semantica prodotta dalla metafora (in particolare dalla metafora “viva”, originale, poetica), e sulla trasgressione categoriale che essa opera quando accosta domini concettuali tradizionalmente separati. Soprattutto per Paul Ricœur, la comprensione di una metafora esige una tensione interpretativa, un’attività di esplorazione e costruzione del senso che appare inscindibile dalla sua funzione conoscitiva.File | Dimensione | Formato | |
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