Nel contributo si mettono in evidenza i risultati dell'indagine sulle rappresentazioni condotta con gli insegnanti delle scuole dell'infanzia comunali e con gli insegnanti delle scuole primarie di Reggio Emilia. La continuità è stata indagata attraverso le rappresentazioni che gli insegnanti dei due gradi dell'istruzione hanno fornito, nelle loro testimonianze così come nelle interviste, in merito a come i bambini apprendono, verso quali saperi essi sono orientati e per mezzo di quali scelte didattiche. A questo proposito sono tre i concetti chiave che ricorrono, anche se di volta in volta con significati anche notevolmente differenti, nelle testimonianze degli insegnanti dei due gradi scolastici: progetto, ricerca e valutazione. Oltre a questi tre concetti chiave derivati dalle parole effettivamente utilizzate dai testimoni, emerge un altro concetto trasversalmente presente in molte delle testimonianze raccolte. Infatti, diversamente dall’analisi lessicometrica, che rivolge la sua attenzione esclusivamente ai termini presenti nel corpus testuale, l’analisi del contenuto ha potuto cogliere l’importanza di significati che vanno oltre le singole parole, è questo il caso dell’attività riflessiva che nei fatti è sottesa sia alla progettazione, sia all’attività di ricerca, sia infine a quella di valutazione. Proprio tenendo presente il forte intreccio esistente tra le rappresentazioni dei docenti si potrebbe ipotizzare, a conclusione del progetto CORE, un percorso formativo rivolto ai docenti dei due gradi scolastici che assuma come riferimento teorico e pratico la figura del professionista riflessivo, cioè un docente che acquisisce e rafforza competenze metodologiche a) nel campo della ricerca, nel campo della progettazione e in quello della valutazione. Un percorso in cui i docenti dei due gradi dell’istruzione sappiano però anche migliorare la loro consapevolezza riguardo a ciò che essi pensano e a ciò che essi concretamente fanno in favore dei bambini che attraversano l’istituzione scolastica nelle sue diverse articolazioni. Per fare tutto ciò è necessario che i docenti delle due scuole siano sistematicamente sollecitati a riflettere sulle loro convinzioni e sulle loro pratiche e, soprattutto, siano incoraggiati a farlo insieme. Il lavoro di analisi ha fatto emergere dalle narrazioni degli insegnanti un paesaggio rappresentativo dai contorni piuttosto netti e in parte inaspettato. Le aspettative confermate sono quelle riguardanti da un lato la forte identità pedagogica che traspare dalle testimonianze della scuola dell’infanzia comunale (una identità che a livello lessicale è quasi ostentata) e dall’altro le diversità dovute al differente assetto culturale, organizzativo e normativo delle due scuole. Oltre alla diversità tra i due diversi gradi scolastici le parole degli insegnanti mettono in evidenza anche una diversità all’interno di uno stesso grado, quello della scuola primaria. Insomma, la scuola primaria appare come il luogo dove convivono, nella comunità degli adulti, idee e pratiche diverse, a volte anche contrastanti tra loro. Gli esiti imprevisti, almeno in parte, riguardano invece le rappresentazioni affini, cioè quel “sentire comune” espresso dagli insegnanti provenienti dai due gradi scolastici (e da contesti culturali così diversi) che costituisce, almeno allo stato potenziale, l’architrave su cui può essere consolidata e sviluppata la continuità tra le due scuole e che si manifesta nonostante le diversità, anche strutturali, prima descritte. Tali rappresentazioni riguardano l’idea di bambino competente, l’idea che il sapere non può essere identificato con i contenuti delle discipline e, infine, l’idea che le scelte metodologiche debbano svilupparsi in un contesto riflessivo.

Rappresentazioni nella continuità / Cecconi, Luciano; Pintus, Andrea. - STAMPA. - (2012), pp. 255-270.

Rappresentazioni nella continuità

CECCONI, Luciano;PINTUS, Andrea
2012

Abstract

Nel contributo si mettono in evidenza i risultati dell'indagine sulle rappresentazioni condotta con gli insegnanti delle scuole dell'infanzia comunali e con gli insegnanti delle scuole primarie di Reggio Emilia. La continuità è stata indagata attraverso le rappresentazioni che gli insegnanti dei due gradi dell'istruzione hanno fornito, nelle loro testimonianze così come nelle interviste, in merito a come i bambini apprendono, verso quali saperi essi sono orientati e per mezzo di quali scelte didattiche. A questo proposito sono tre i concetti chiave che ricorrono, anche se di volta in volta con significati anche notevolmente differenti, nelle testimonianze degli insegnanti dei due gradi scolastici: progetto, ricerca e valutazione. Oltre a questi tre concetti chiave derivati dalle parole effettivamente utilizzate dai testimoni, emerge un altro concetto trasversalmente presente in molte delle testimonianze raccolte. Infatti, diversamente dall’analisi lessicometrica, che rivolge la sua attenzione esclusivamente ai termini presenti nel corpus testuale, l’analisi del contenuto ha potuto cogliere l’importanza di significati che vanno oltre le singole parole, è questo il caso dell’attività riflessiva che nei fatti è sottesa sia alla progettazione, sia all’attività di ricerca, sia infine a quella di valutazione. Proprio tenendo presente il forte intreccio esistente tra le rappresentazioni dei docenti si potrebbe ipotizzare, a conclusione del progetto CORE, un percorso formativo rivolto ai docenti dei due gradi scolastici che assuma come riferimento teorico e pratico la figura del professionista riflessivo, cioè un docente che acquisisce e rafforza competenze metodologiche a) nel campo della ricerca, nel campo della progettazione e in quello della valutazione. Un percorso in cui i docenti dei due gradi dell’istruzione sappiano però anche migliorare la loro consapevolezza riguardo a ciò che essi pensano e a ciò che essi concretamente fanno in favore dei bambini che attraversano l’istituzione scolastica nelle sue diverse articolazioni. Per fare tutto ciò è necessario che i docenti delle due scuole siano sistematicamente sollecitati a riflettere sulle loro convinzioni e sulle loro pratiche e, soprattutto, siano incoraggiati a farlo insieme. Il lavoro di analisi ha fatto emergere dalle narrazioni degli insegnanti un paesaggio rappresentativo dai contorni piuttosto netti e in parte inaspettato. Le aspettative confermate sono quelle riguardanti da un lato la forte identità pedagogica che traspare dalle testimonianze della scuola dell’infanzia comunale (una identità che a livello lessicale è quasi ostentata) e dall’altro le diversità dovute al differente assetto culturale, organizzativo e normativo delle due scuole. Oltre alla diversità tra i due diversi gradi scolastici le parole degli insegnanti mettono in evidenza anche una diversità all’interno di uno stesso grado, quello della scuola primaria. Insomma, la scuola primaria appare come il luogo dove convivono, nella comunità degli adulti, idee e pratiche diverse, a volte anche contrastanti tra loro. Gli esiti imprevisti, almeno in parte, riguardano invece le rappresentazioni affini, cioè quel “sentire comune” espresso dagli insegnanti provenienti dai due gradi scolastici (e da contesti culturali così diversi) che costituisce, almeno allo stato potenziale, l’architrave su cui può essere consolidata e sviluppata la continuità tra le due scuole e che si manifesta nonostante le diversità, anche strutturali, prima descritte. Tali rappresentazioni riguardano l’idea di bambino competente, l’idea che il sapere non può essere identificato con i contenuti delle discipline e, infine, l’idea che le scelte metodologiche debbano svilupparsi in un contesto riflessivo.
2012
Le rappresentazioni degli insegnanti. Un'indagine sulla continuità nelle scuole di Reggio Emilia
9788820408053
Franco Angeli
ITALIA
Rappresentazioni nella continuità / Cecconi, Luciano; Pintus, Andrea. - STAMPA. - (2012), pp. 255-270.
Cecconi, Luciano; Pintus, Andrea
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