In questi ultimi anni si è assistito ad un sempre più diffuso impiego, in chirurgia maxillo-facciale, dell'osteosintesi tramite Fissazione Interna Rigida (FIR) per diversi motivi tra cui indubbiamente il principale si identifica nella capacità e nell'efficienza di questa metodica nel produrre una fissazione spaziale precisa e stabile dei monconi di frattura. Essa, quindi, se ben condotta, consente la guarigione per prima intenzione, un ridotto rischio infettivo locale, tempi di recupero minori, una maggiore stabilità del risultato ottenuto ed una superiore possibilità di igiene orale. Tra i mezzi, tuttavia, più comunemente impiegati in tali procedure vi sono i metalli e le loro leghe la cui interazione specifica tra di essi e i tessuti biologici può dare origine a fenomeni di depauperazione di massa per usura o corrosione. In special modo il secondo meccanismo è stato molte volte accusato come potenziale induttore di fenomeni infiammatori locali, di patologie locali e sistemiche da accumulo e di attivazione specifica od aspecifica del comparto immunitario. Inutile precisare la ricaduta patologica pesante che, se tali meccanismi venissero confermati, sarebbero conseguenti ad un inappropriato impiego di materiali. Lo scopo di questo lavoro è quello di verificare, nell'ambito dei modelli metallurgici più diffusi nelle placche, la reale potenzialità corrosiva di questi mezzi, quando posti a contatto dell'ambiente biologico in corrispondenza del sito fratturativo dove essi sono chiamati ad agire. A 5 pazienti, dai 20 ai 60 anni, sono state espiantate 9 placche, dopo periodi di permanenza in ambito biologico sino ai 13 mesi. Tali soggetti presentavano indici clinico-strumentali normali ed erano stati accuratamente informati (ed avevano liberamente acconsentito) sugli scopi della ricerca. I 5 soggetti studiati non presentavano neppure localmente segni di flogosi. Sono state asportate 9 placche di cui 5 erano in lega di titanio, 2 in acciaio AISI 316L ed 1 in Vitallium*. Le placche in acciaio e Vitallium* hanno rivelato possedere diverse aree interpretabili come siti di corrosione , mentre le placche in lega di titanio, sebbene più "rovinate" dalle manovre chirurgiche (in quanto il titanio è più morbido delle altre due leghe), hanno rivelato un numero assai più modesto di siti potenzialmente corrosivi. Poco sappiamo degli effetti sulla salute di alcuni costituenti (come, ad esempio, l'alluminio) contenuti nelle leghe suddette (anche in alcune leghe al titanio). La comprovata possibilità di diffusione ionica dei costituenti metallici dovrebbe far riflettere sul possibile effetto patologico esercitato da questi mezzi osteosintetici e spingere la ricerca a produrre sistemi per FIR che uniscano i benefici insiti in tale metodica con sempre minori possibili effetti collaterali. Codice: IT\ICCU\BVE\0121041

Indagine morfologico-strumentale su espianti di placche e viti per fissazione interna rigida / Bertoldi, Carlo; Gatti, Antonietta; Monari, Emanuela. - STAMPA. - 2:(1997), pp. 859-866. (Intervento presentato al convegno Dalla prevenzione alla riabilitazione tenutosi a Roma nel 16-19 Aprile 1997).

Indagine morfologico-strumentale su espianti di placche e viti per fissazione interna rigida

BERTOLDI, Carlo;GATTI, Antonietta;MONARI, Emanuela
1997

Abstract

In questi ultimi anni si è assistito ad un sempre più diffuso impiego, in chirurgia maxillo-facciale, dell'osteosintesi tramite Fissazione Interna Rigida (FIR) per diversi motivi tra cui indubbiamente il principale si identifica nella capacità e nell'efficienza di questa metodica nel produrre una fissazione spaziale precisa e stabile dei monconi di frattura. Essa, quindi, se ben condotta, consente la guarigione per prima intenzione, un ridotto rischio infettivo locale, tempi di recupero minori, una maggiore stabilità del risultato ottenuto ed una superiore possibilità di igiene orale. Tra i mezzi, tuttavia, più comunemente impiegati in tali procedure vi sono i metalli e le loro leghe la cui interazione specifica tra di essi e i tessuti biologici può dare origine a fenomeni di depauperazione di massa per usura o corrosione. In special modo il secondo meccanismo è stato molte volte accusato come potenziale induttore di fenomeni infiammatori locali, di patologie locali e sistemiche da accumulo e di attivazione specifica od aspecifica del comparto immunitario. Inutile precisare la ricaduta patologica pesante che, se tali meccanismi venissero confermati, sarebbero conseguenti ad un inappropriato impiego di materiali. Lo scopo di questo lavoro è quello di verificare, nell'ambito dei modelli metallurgici più diffusi nelle placche, la reale potenzialità corrosiva di questi mezzi, quando posti a contatto dell'ambiente biologico in corrispondenza del sito fratturativo dove essi sono chiamati ad agire. A 5 pazienti, dai 20 ai 60 anni, sono state espiantate 9 placche, dopo periodi di permanenza in ambito biologico sino ai 13 mesi. Tali soggetti presentavano indici clinico-strumentali normali ed erano stati accuratamente informati (ed avevano liberamente acconsentito) sugli scopi della ricerca. I 5 soggetti studiati non presentavano neppure localmente segni di flogosi. Sono state asportate 9 placche di cui 5 erano in lega di titanio, 2 in acciaio AISI 316L ed 1 in Vitallium*. Le placche in acciaio e Vitallium* hanno rivelato possedere diverse aree interpretabili come siti di corrosione , mentre le placche in lega di titanio, sebbene più "rovinate" dalle manovre chirurgiche (in quanto il titanio è più morbido delle altre due leghe), hanno rivelato un numero assai più modesto di siti potenzialmente corrosivi. Poco sappiamo degli effetti sulla salute di alcuni costituenti (come, ad esempio, l'alluminio) contenuti nelle leghe suddette (anche in alcune leghe al titanio). La comprovata possibilità di diffusione ionica dei costituenti metallici dovrebbe far riflettere sul possibile effetto patologico esercitato da questi mezzi osteosintetici e spingere la ricerca a produrre sistemi per FIR che uniscano i benefici insiti in tale metodica con sempre minori possibili effetti collaterali. Codice: IT\ICCU\BVE\0121041
1997
Dalla prevenzione alla riabilitazione
Roma
16-19 Aprile 1997
2
859
866
Bertoldi, Carlo; Gatti, Antonietta; Monari, Emanuela
Indagine morfologico-strumentale su espianti di placche e viti per fissazione interna rigida / Bertoldi, Carlo; Gatti, Antonietta; Monari, Emanuela. - STAMPA. - 2:(1997), pp. 859-866. (Intervento presentato al convegno Dalla prevenzione alla riabilitazione tenutosi a Roma nel 16-19 Aprile 1997).
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