Gli autori hanno voluto valutare l'"impatto" dentale della Malattia Celiaca aumentando le "dimensioni" del numero di pazienti controllati e dei controlli di circa un 22% (33 pazienti) rispetto ad antecedenti studi preliminari. Lo stato dentale dei soggetti affetti da Celiachia veniva confrontato in "doppio cieco" con un gruppo controllo costituito da soggetti sani. Si rileva che solo un 38% dei pazienti celiaci presenta le tipiche lesioni della malattia mentre la percentuale cresce sino a circa il 50% se si prendono in considerazione solo quelli che si trovano in dentatura mista o permanente escludendo coloro che sono in fase dentale decidua. Neppure le presentazioni sintomatologiche "forte", "tipica" o "forte e tipica" assieme della Celiachia possono sortire un effetto, variando le suddette percentuali mentre, per le presentazioni atipiche, il modello matematico-statistico non si dimostra ancora attendibile. I valori dell'indice dfs (scelto poichè ritenuto maggiormente sensibile rispetto al dft), impiegato per valutare lo stato di eventuale degrado carioso dell'organo dentale, non sembra indicare differenze significative tra la popolazione celiaca e quella di controllo. Tuttavia, l'elaborazione statistica dei dati per ogni singolo soggetto, costituendo, così, una popolazione di dfs celiaci in confronto con una di soggetti sani, pur confermando il dato precedentemente riportato, indica una flessione rispetto a studi pilota precedentemente condotti rendendo, così, plausibile l'esistenza di un vero "rischio dentale" carioso nei celiaci (anche terapizzati). Riteniamo, poi, confermando precedenti studi, che la dentatura decidua non offra, al presente, lesioni indicative per la diagnosi di Malattia Celiaca e che, quindi, lo screening dentale debba essere compiuto dopo i 7 anni e che oltre a tale età debba essere rimandato ogni eventuale test di "scatenamento" diagnostico, al fine di evitare danni allo smalto dentale ancora in formazione. Per quanto riguarda le differenze di incidenza tra sintomi clinici e danno dentale tra la nostra casistica ed altre osservazioni, riteniamo che, al presente, molti fattori, non ultimo un'accresciuta efficienza dei sistemi italiani di informazione e di igiene sanitaria, possano stare alla base di ciò. In sostanza riteniamo che lo screening Odontoiatrico si sia rivelato assolutamento indicato anche perchè di agevole impiego, di nessuna invasività ed a basso costo. Se infatti calcoliamo che nel circondario USL sanitario di Modena si conoscono solo 101 soggetti celiaci su 266.500 assistiti, considerando un'incidenza di solo 1 paziente su 500 per la Celiachia (incidenza calcolata per la nostra Regione su basi diagnostiche sintomatologiche classiche e non tenendo conto delle moderne, più sofisticate, tecniche anticorpali) dovrebbero esserci, in realtà, 533 celiaci ed il solo test Odontoiatrico potrebbe rivelarne il 38%, ovvero 202. Questo significa regalare una spettanza di vita normale e scevra dalle gravi complicazioni, che la Celiachia porta con sè, ad altre 101 persone che costituiscono un numero pari ai pazienti ora conosciuti. PMID: 7623758
Sperimentazione ed analisi clinica dei rapporti intercorrenti tra il danno dentale e la malattia celiaca / Bertoldi, Carlo; Balli, Fiorella; Tanza, D.; Bertolani, P.; Chiarini, Luigi. - In: MINERVA STOMATOLOGICA. - ISSN 0026-4970. - STAMPA. - 44(3):(1995), pp. 95-105.
Sperimentazione ed analisi clinica dei rapporti intercorrenti tra il danno dentale e la malattia celiaca.
BERTOLDI, Carlo;BALLI, Fiorella;CHIARINI, Luigi
1995
Abstract
Gli autori hanno voluto valutare l'"impatto" dentale della Malattia Celiaca aumentando le "dimensioni" del numero di pazienti controllati e dei controlli di circa un 22% (33 pazienti) rispetto ad antecedenti studi preliminari. Lo stato dentale dei soggetti affetti da Celiachia veniva confrontato in "doppio cieco" con un gruppo controllo costituito da soggetti sani. Si rileva che solo un 38% dei pazienti celiaci presenta le tipiche lesioni della malattia mentre la percentuale cresce sino a circa il 50% se si prendono in considerazione solo quelli che si trovano in dentatura mista o permanente escludendo coloro che sono in fase dentale decidua. Neppure le presentazioni sintomatologiche "forte", "tipica" o "forte e tipica" assieme della Celiachia possono sortire un effetto, variando le suddette percentuali mentre, per le presentazioni atipiche, il modello matematico-statistico non si dimostra ancora attendibile. I valori dell'indice dfs (scelto poichè ritenuto maggiormente sensibile rispetto al dft), impiegato per valutare lo stato di eventuale degrado carioso dell'organo dentale, non sembra indicare differenze significative tra la popolazione celiaca e quella di controllo. Tuttavia, l'elaborazione statistica dei dati per ogni singolo soggetto, costituendo, così, una popolazione di dfs celiaci in confronto con una di soggetti sani, pur confermando il dato precedentemente riportato, indica una flessione rispetto a studi pilota precedentemente condotti rendendo, così, plausibile l'esistenza di un vero "rischio dentale" carioso nei celiaci (anche terapizzati). Riteniamo, poi, confermando precedenti studi, che la dentatura decidua non offra, al presente, lesioni indicative per la diagnosi di Malattia Celiaca e che, quindi, lo screening dentale debba essere compiuto dopo i 7 anni e che oltre a tale età debba essere rimandato ogni eventuale test di "scatenamento" diagnostico, al fine di evitare danni allo smalto dentale ancora in formazione. Per quanto riguarda le differenze di incidenza tra sintomi clinici e danno dentale tra la nostra casistica ed altre osservazioni, riteniamo che, al presente, molti fattori, non ultimo un'accresciuta efficienza dei sistemi italiani di informazione e di igiene sanitaria, possano stare alla base di ciò. In sostanza riteniamo che lo screening Odontoiatrico si sia rivelato assolutamento indicato anche perchè di agevole impiego, di nessuna invasività ed a basso costo. Se infatti calcoliamo che nel circondario USL sanitario di Modena si conoscono solo 101 soggetti celiaci su 266.500 assistiti, considerando un'incidenza di solo 1 paziente su 500 per la Celiachia (incidenza calcolata per la nostra Regione su basi diagnostiche sintomatologiche classiche e non tenendo conto delle moderne, più sofisticate, tecniche anticorpali) dovrebbero esserci, in realtà, 533 celiaci ed il solo test Odontoiatrico potrebbe rivelarne il 38%, ovvero 202. Questo significa regalare una spettanza di vita normale e scevra dalle gravi complicazioni, che la Celiachia porta con sè, ad altre 101 persone che costituiscono un numero pari ai pazienti ora conosciuti. PMID: 7623758File | Dimensione | Formato | |
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