Generalmente, si associa la lettura ricœuriana di Nietzsche a una formula divenuta famosa per la sua efficacia: quella che definisce Nietzsche come un «maestro del sospetto», includendolo in una triade a cui apparterrebbero anche Marx e Freud. Nonostante l’oggettiva importanza assunta da questa formula nella cultura filosofica francese degli anni Sessanta, essa ha finito per condensare in sé l’intero contributo offerto da Ricœur alla comprensione di Nietzsche, offrendone un’immagine inevitabilmente stereotipata e riduttiva. Questo scritto si propone viceversa di ampliare il campo d’indagine, sia contestualizzando quella formula in una riflessione dai contorni ben più articolati e complessi, sia ricostruendo una fase successiva e meno nota del dialogo di Ricœur con Nietzsche.Benché Ricœur non abbia dedicato a Nietzsche un lavoro specifico, dagli anni Sessanta in poi è difficile trovare una sua opera in cui non si confronti con qualche aspetto del pensiero nietzschiano. Ci si può rammaricare del fatto che Ricœur non abbia approfondito la sua precoce intuizione di un Nietzsche teorico ante litteram della filosofia ermeneutica novecentesca; e questa lacuna giustifica probabilmente gli sporadici cenni riservati a Ricœur nelle bibliografie nietzschiane. Lo scritto intende tuttavia sottolineare come la sua lettura resti importante, mostrando il ruolo giocato da Nietzsche anche all’interno di una prospettiva – com’è quella di Ricœur – per la quale è centrale la questione del Cogito, della comprensione che la coscienza può avere di se stessa.
Ricœur interprete di Nietzsche / Contini, Annamaria. - STAMPA. - 1:(2011), pp. 97-118.
Ricœur interprete di Nietzsche
CONTINI, Annamaria
2011
Abstract
Generalmente, si associa la lettura ricœuriana di Nietzsche a una formula divenuta famosa per la sua efficacia: quella che definisce Nietzsche come un «maestro del sospetto», includendolo in una triade a cui apparterrebbero anche Marx e Freud. Nonostante l’oggettiva importanza assunta da questa formula nella cultura filosofica francese degli anni Sessanta, essa ha finito per condensare in sé l’intero contributo offerto da Ricœur alla comprensione di Nietzsche, offrendone un’immagine inevitabilmente stereotipata e riduttiva. Questo scritto si propone viceversa di ampliare il campo d’indagine, sia contestualizzando quella formula in una riflessione dai contorni ben più articolati e complessi, sia ricostruendo una fase successiva e meno nota del dialogo di Ricœur con Nietzsche.Benché Ricœur non abbia dedicato a Nietzsche un lavoro specifico, dagli anni Sessanta in poi è difficile trovare una sua opera in cui non si confronti con qualche aspetto del pensiero nietzschiano. Ci si può rammaricare del fatto che Ricœur non abbia approfondito la sua precoce intuizione di un Nietzsche teorico ante litteram della filosofia ermeneutica novecentesca; e questa lacuna giustifica probabilmente gli sporadici cenni riservati a Ricœur nelle bibliografie nietzschiane. Lo scritto intende tuttavia sottolineare come la sua lettura resti importante, mostrando il ruolo giocato da Nietzsche anche all’interno di una prospettiva – com’è quella di Ricœur – per la quale è centrale la questione del Cogito, della comprensione che la coscienza può avere di se stessa.File | Dimensione | Formato | |
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