BackgroundLa somministrazione sottocutanea di eparina a basso peso molecolare è una procedura infermieristica molto frequente che può causare varie complicanze locali (ecchimosi, ematomi superficiali) e disagi per il paziente, dal bruciore fino al dolore. Tra i fattori di rischio coinvolti nella comparsa di questi outcomes avversi, molti sono correlati alle modalità di esecuzione della tecnica iniettoria. La sicura ed accurata somministrazione dei farmaci è una delle più importanti responsabilità dell’infermiere, ma l’esperienza clinica e la letteratura di riferimento suggeriscono l’esistenza di una notevole variabilità nell’esecuzione della procedura operativa ed una scarsa aderenza alle evidenze scientifiche.ObiettiviValutare la variabilità nell’esecuzione della tecnica della somministrazione sottocutanea di eparina da parte degli infermieri, evidenziando eventuali discrepanze rispetto alle evidenze scientifiche e verificare la fattibilità dello studio.MetodiNel 2010 è stato realizzato uno studio trasversale che si è avvalso per la raccolta dei dati di 2 strumenti: una griglia di osservazione della procedura e una scheda per la raccolta dei dati socio-anagrafici relativi all’infermiere che eseguiva l’iniezione. Un unico osservatore appositamente formato si è recato, previo accordo, nelle unità operative del Policlinico di Modena coinvolte nell’indagine ed ha osservato l’esecuzione della terapia iniettoria sottocutanea ad opera di 36 infermieri.Risultati Il sollevamento della plica cutanea, importante per evidenziare il tessuto sottocutaneo, è stato realizzato da circa i 2/3 degli infermieri, poi solo il 39% di essi lo ha mantenuto durante l’iniezione del farmaco nel tessuto. La bolla d’aria presente nella siringa è stata erroneamente eliminata dal 17% degli operatori. Il 34% delle punture è stato effettuato con un angolo di iniezione diverso dai 90°gradi consigliati. Nessuna delle iniezioni ha avuto una durata superiore ai 10 secondi, mentre tutta la letteratura di riferimento invita ad effettuare una iniezione di almeno 30 secondi per ridurre sia il dolore del paziente, che il numero e l’estensione delle ecchimosi.LimitiIl presente studio va considerato come una prima indagine pilota che dovrà necessariamente essere ampliata.ConclusioniL’indagine conferma, in accordo con studi analoghi, la notevole variabilità di comportamento degli infermieri nell’esecuzione di questa procedura operativa e la scarsa aderenza alle evidenze scientifiche.

La somministrazione sottocutanea di eparina:semplice procedura operativa, numerose variabilità / Ferri, Paola; F., Davolio; N., Panzera; L., Corradini; D., Scacchetti. - In: EVIDENCE. - ISSN 2280-6288. - ELETTRONICO. - 4 (1):(2012), pp. e1000002-e1000002. [10.4470/E1000002]

La somministrazione sottocutanea di eparina:semplice procedura operativa, numerose variabilità

FERRI, Paola;
2012

Abstract

BackgroundLa somministrazione sottocutanea di eparina a basso peso molecolare è una procedura infermieristica molto frequente che può causare varie complicanze locali (ecchimosi, ematomi superficiali) e disagi per il paziente, dal bruciore fino al dolore. Tra i fattori di rischio coinvolti nella comparsa di questi outcomes avversi, molti sono correlati alle modalità di esecuzione della tecnica iniettoria. La sicura ed accurata somministrazione dei farmaci è una delle più importanti responsabilità dell’infermiere, ma l’esperienza clinica e la letteratura di riferimento suggeriscono l’esistenza di una notevole variabilità nell’esecuzione della procedura operativa ed una scarsa aderenza alle evidenze scientifiche.ObiettiviValutare la variabilità nell’esecuzione della tecnica della somministrazione sottocutanea di eparina da parte degli infermieri, evidenziando eventuali discrepanze rispetto alle evidenze scientifiche e verificare la fattibilità dello studio.MetodiNel 2010 è stato realizzato uno studio trasversale che si è avvalso per la raccolta dei dati di 2 strumenti: una griglia di osservazione della procedura e una scheda per la raccolta dei dati socio-anagrafici relativi all’infermiere che eseguiva l’iniezione. Un unico osservatore appositamente formato si è recato, previo accordo, nelle unità operative del Policlinico di Modena coinvolte nell’indagine ed ha osservato l’esecuzione della terapia iniettoria sottocutanea ad opera di 36 infermieri.Risultati Il sollevamento della plica cutanea, importante per evidenziare il tessuto sottocutaneo, è stato realizzato da circa i 2/3 degli infermieri, poi solo il 39% di essi lo ha mantenuto durante l’iniezione del farmaco nel tessuto. La bolla d’aria presente nella siringa è stata erroneamente eliminata dal 17% degli operatori. Il 34% delle punture è stato effettuato con un angolo di iniezione diverso dai 90°gradi consigliati. Nessuna delle iniezioni ha avuto una durata superiore ai 10 secondi, mentre tutta la letteratura di riferimento invita ad effettuare una iniezione di almeno 30 secondi per ridurre sia il dolore del paziente, che il numero e l’estensione delle ecchimosi.LimitiIl presente studio va considerato come una prima indagine pilota che dovrà necessariamente essere ampliata.ConclusioniL’indagine conferma, in accordo con studi analoghi, la notevole variabilità di comportamento degli infermieri nell’esecuzione di questa procedura operativa e la scarsa aderenza alle evidenze scientifiche.
2012
4 (1)
e1000002
e1000002
La somministrazione sottocutanea di eparina:semplice procedura operativa, numerose variabilità / Ferri, Paola; F., Davolio; N., Panzera; L., Corradini; D., Scacchetti. - In: EVIDENCE. - ISSN 2280-6288. - ELETTRONICO. - 4 (1):(2012), pp. e1000002-e1000002. [10.4470/E1000002]
Ferri, Paola; F., Davolio; N., Panzera; L., Corradini; D., Scacchetti
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