IntroduzioneL’aspirazione di essere un “bravo infermiere” è un imperativo etico di tutti i professionisti infermieri, pediatrici e non. Non sempre, però, è chiaro, quali siano le qualità distintive che un infermiere deve possedere per essere considerato “bravo” dal paziente. I codici deontologici dettagliano compiti e virtù del buon infermiere dalla prospettiva delle organizzazioni professionali (1). Ma, probabilmente, ancora più ricco di spunti significativi per la pratica professionale e formativa è il punto di vista del paziente e nel nostro caso, del piccolo degente e della sua famiglia.Obiettivi della ricercaLo scopo dello studio realizzato è quello di analizzare le percezioni dei bambini ospedalizzati e conoscere le loro opinioni riguardo le caratteristiche che un bravo infermiere, che opera in pediatria, deve possedere. Queste informazioni potranno meglio orientare il curriculum formativo dell’infermiere e dell’infermiere pediatrico. L’approccio di ricerca di questo studio qualitativo è stata la fenomenologia, la quale ha come oggetto le esperienze vissute e l’interpretazione che ne danno i soggetti direttamente coinvolti.Materiali e metodiLo studio si è svolto presso il Dipartimento di Pediatria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena dal 15 Aprile al 31 Maggio 2009.Lo strumento utilizzato è stata l'intervista qualitativa, proprio perché lo scopo di tale metodo è quello di comprendere il punto di vista del partecipante-intervistato e la sua visione del mondo, in base alle proprie esperienze vissute (8). L'intervista semi-strutturata è uno strumento aperto e flessibile e la sua caratteristica principale è il fatto che l'intervistatore è guidato da una traccia o guida (interview guide), che include una lista di domande o di aree tematiche da esplorare, per le quali abbiamo chiesto prima della somministrazione una verifica alla psicologa del reparto.Il campione scelto era composto da 10 bambini ospedalizzati con un’età compresa tra i 9 e i13 anni, ospedalizzati da almeno 3 giorni e con patologie acute. Costituiva un criterio di esclusione la presenza di patologie neurologiche e condizioni patologiche croniche.L’indagine sul campo si è svolta in due fasi. Nella prima fase è stata condotta e registrata l’intervista ai bambini in un ambiente silenzioso e senza la presenza di particolari distrazioni. Alle interviste erano presenti i rispettivi genitori per far si che i bambini si sentissero a proprio agio.Nella seconda fase al termine di ogni intervista il ricercatore ha compilato una scheda dove annotava com'era andata l'intervista, se c'erano state interruzioni, come era apparso l'intervistato e qualsiasi cosa fosse utile ricordare.Subito dopo iniziava la trascrizione integrale dell'intervista.Raccolta e analisi dei datiL'analisi qualitativa della ricerca mira a dare un senso a enormi quantità di dati, riducendo il volume delle informazioni. Il nucleo di questa analisi viene estrapolato nel modo in cui categorizziamo i dati e stabiliamo delle connessioni tra di essi.Il sistema di analisi utilizzato è il seguente:•subito dopo la fine di ogni intervista il ricercatore iniziava la trascrizione;•poi la leggeva per vedere se alcuni concetti espressi dai bambini non fossero chiari;•durante una seconda lettura dell'intervista completa, sottolineava le cose che apparivano più interessanti, i temi che emergevano dal racconto;•durante la terza lettura, per ogni tema emerso, ha stabilito un codice colore, un colore diverso per ogni tema;•ha quindi esaminato i testi di tutte le interviste per cercare ciascuno dei temi ed ha formulato un elenco di tutti i temi emersi ed esaminato le relazioni reciproche;•per ogni codice colore è stato creato un file al computer;•infine sono state assemblate tutte le parti di testo che riguardavo uno stesso codice colore, ripetendo la procedura per tutte le interviste, in questo modo tutti i pezzi di testo che riguardavano un codice sono stati riuniti nello stesso file per permettere di rilevare pattern o relazioni tra concetti.I dati raccolti sono stati suddivisi in 4 categorie di analisi:Qualità innatePer questa categoria è emerso che le qualità innate che un bravo infermiere ha o dovrebbe avere sono quelle di essere una persona calma, che non mette agitazione, affettuosa, sempre solare e rispettosa verso i bambini.Apprendimento attitudinaleMolte delle caratteristiche identificate in questa categoria potrebbero essere considerate qualità innate, tuttavia pensiamo che possano essere sviluppate con un’adeguata preparazione o training formativi supportati da infermieri pediatrici più esperti.Apprendimento dall’esperienzaIn questa categoria emergono le caratteristiche di un infermiere esperto nella pratica ed in quello che fa.Dalle risposte si evince l’importanza che ha per i bambini il fatto che gli infermieri passino più tempo con loro e siano disponibili.Apprendimento cognitivo e psicomotorioSicuramente gli aspetti attitudinali sono le prime cose che i bambini guardano e mettono in evidenza, ma non solo quelli.Secondo loro un bravo infermiere deve saper capire lo stato di salute del bambino, conoscere le malattie ed avere un’ottima padronanza delle tecniche infermieristiche.DiscussioneCiò che sembra emergere dall’analisi dei dati è che un bravo infermiere si nasce e si diventa, che si ha bisogno di una formazione specifica, ma anche di alcune caratteristiche personali. Il bravo infermiere è un professionista calmo, allegro, paziente, capace di dialogare e portare rispetto, preparato, competente nelle tecniche infermieristiche ed esperto nel prendersi cura del bambino. Lo studio seppur realizzato su un piccolo campione mette in evidenzia la profondità e l’accuratezza delle opinioni espresse dai bambini.Le qualità distintive del bravo infermiere che i piccoli degenti italiani identificano, sono pressoché sovrapponibili alle caratteristiche riportate negli studi di Randall et al. e Brady.In particolare, le seguenti:ogli aspetti empatici e comunicativi che devono caratterizzare il professionista infermiere (calmo, rilassato, carino, con un bel tono di voce, affettuoso, simpatico, divertente, allegro, che sa ascoltare e dialogare) (1,4,9);ola disponibilità e la presenza (stare a contatto con i bambini ed essere sempre disponibile, passare più tempo con i bambini) (1,4);oil rispetto (a me piace molto l’infermiere che mi dice quello che sta per fare) (1,4,10);ola competenza professionale (bravo a fare le cose, deve saper fare bene le punture, che sia bravo nella pratica) (1,4);ola sicurezza nell’agire professionale (essere istruiti e preparati per bene, così non creano danni magari, portare la medicina giusta al momento giusto) (1).Limiti dello studioI dati sono stati raccolti in un periodo di tempo relativamente limitato. Un durata maggiore della ricerca avrebbe consentito di ottenere un numero maggiore di dati, seppure alcuni dei temi tendevano già a ripetersi. ConclusioniLa presente indagine, pur su piccola scala, ha mostrato che i bambini sanno quali sono gli elementi che servono per formare un bravo infermiere. I piccoli degenti hanno fornito una visione dettagliata dell’infermiere e di ciò che si aspettano da lui, come persona e come professionista.

Le qualità distintive del bravo Infermiere secondo i bambini ospedalizzati: uno studio fenomenologico / V. L., Napoli; F., Cerullo; Ferri, Paola. - In: GLI INFERMIERI DEI BAMBINI. GIORNALE ITALIANO DI SCIENZE INFERMIERISTICHE PEDIATRICHE. - ISSN 2036-2218. - STAMPA. - 3:(2011), pp. 4-6.

Le qualità distintive del bravo Infermiere secondo i bambini ospedalizzati: uno studio fenomenologico

FERRI, Paola
2011

Abstract

IntroduzioneL’aspirazione di essere un “bravo infermiere” è un imperativo etico di tutti i professionisti infermieri, pediatrici e non. Non sempre, però, è chiaro, quali siano le qualità distintive che un infermiere deve possedere per essere considerato “bravo” dal paziente. I codici deontologici dettagliano compiti e virtù del buon infermiere dalla prospettiva delle organizzazioni professionali (1). Ma, probabilmente, ancora più ricco di spunti significativi per la pratica professionale e formativa è il punto di vista del paziente e nel nostro caso, del piccolo degente e della sua famiglia.Obiettivi della ricercaLo scopo dello studio realizzato è quello di analizzare le percezioni dei bambini ospedalizzati e conoscere le loro opinioni riguardo le caratteristiche che un bravo infermiere, che opera in pediatria, deve possedere. Queste informazioni potranno meglio orientare il curriculum formativo dell’infermiere e dell’infermiere pediatrico. L’approccio di ricerca di questo studio qualitativo è stata la fenomenologia, la quale ha come oggetto le esperienze vissute e l’interpretazione che ne danno i soggetti direttamente coinvolti.Materiali e metodiLo studio si è svolto presso il Dipartimento di Pediatria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena dal 15 Aprile al 31 Maggio 2009.Lo strumento utilizzato è stata l'intervista qualitativa, proprio perché lo scopo di tale metodo è quello di comprendere il punto di vista del partecipante-intervistato e la sua visione del mondo, in base alle proprie esperienze vissute (8). L'intervista semi-strutturata è uno strumento aperto e flessibile e la sua caratteristica principale è il fatto che l'intervistatore è guidato da una traccia o guida (interview guide), che include una lista di domande o di aree tematiche da esplorare, per le quali abbiamo chiesto prima della somministrazione una verifica alla psicologa del reparto.Il campione scelto era composto da 10 bambini ospedalizzati con un’età compresa tra i 9 e i13 anni, ospedalizzati da almeno 3 giorni e con patologie acute. Costituiva un criterio di esclusione la presenza di patologie neurologiche e condizioni patologiche croniche.L’indagine sul campo si è svolta in due fasi. Nella prima fase è stata condotta e registrata l’intervista ai bambini in un ambiente silenzioso e senza la presenza di particolari distrazioni. Alle interviste erano presenti i rispettivi genitori per far si che i bambini si sentissero a proprio agio.Nella seconda fase al termine di ogni intervista il ricercatore ha compilato una scheda dove annotava com'era andata l'intervista, se c'erano state interruzioni, come era apparso l'intervistato e qualsiasi cosa fosse utile ricordare.Subito dopo iniziava la trascrizione integrale dell'intervista.Raccolta e analisi dei datiL'analisi qualitativa della ricerca mira a dare un senso a enormi quantità di dati, riducendo il volume delle informazioni. Il nucleo di questa analisi viene estrapolato nel modo in cui categorizziamo i dati e stabiliamo delle connessioni tra di essi.Il sistema di analisi utilizzato è il seguente:•subito dopo la fine di ogni intervista il ricercatore iniziava la trascrizione;•poi la leggeva per vedere se alcuni concetti espressi dai bambini non fossero chiari;•durante una seconda lettura dell'intervista completa, sottolineava le cose che apparivano più interessanti, i temi che emergevano dal racconto;•durante la terza lettura, per ogni tema emerso, ha stabilito un codice colore, un colore diverso per ogni tema;•ha quindi esaminato i testi di tutte le interviste per cercare ciascuno dei temi ed ha formulato un elenco di tutti i temi emersi ed esaminato le relazioni reciproche;•per ogni codice colore è stato creato un file al computer;•infine sono state assemblate tutte le parti di testo che riguardavo uno stesso codice colore, ripetendo la procedura per tutte le interviste, in questo modo tutti i pezzi di testo che riguardavano un codice sono stati riuniti nello stesso file per permettere di rilevare pattern o relazioni tra concetti.I dati raccolti sono stati suddivisi in 4 categorie di analisi:Qualità innatePer questa categoria è emerso che le qualità innate che un bravo infermiere ha o dovrebbe avere sono quelle di essere una persona calma, che non mette agitazione, affettuosa, sempre solare e rispettosa verso i bambini.Apprendimento attitudinaleMolte delle caratteristiche identificate in questa categoria potrebbero essere considerate qualità innate, tuttavia pensiamo che possano essere sviluppate con un’adeguata preparazione o training formativi supportati da infermieri pediatrici più esperti.Apprendimento dall’esperienzaIn questa categoria emergono le caratteristiche di un infermiere esperto nella pratica ed in quello che fa.Dalle risposte si evince l’importanza che ha per i bambini il fatto che gli infermieri passino più tempo con loro e siano disponibili.Apprendimento cognitivo e psicomotorioSicuramente gli aspetti attitudinali sono le prime cose che i bambini guardano e mettono in evidenza, ma non solo quelli.Secondo loro un bravo infermiere deve saper capire lo stato di salute del bambino, conoscere le malattie ed avere un’ottima padronanza delle tecniche infermieristiche.DiscussioneCiò che sembra emergere dall’analisi dei dati è che un bravo infermiere si nasce e si diventa, che si ha bisogno di una formazione specifica, ma anche di alcune caratteristiche personali. Il bravo infermiere è un professionista calmo, allegro, paziente, capace di dialogare e portare rispetto, preparato, competente nelle tecniche infermieristiche ed esperto nel prendersi cura del bambino. Lo studio seppur realizzato su un piccolo campione mette in evidenzia la profondità e l’accuratezza delle opinioni espresse dai bambini.Le qualità distintive del bravo infermiere che i piccoli degenti italiani identificano, sono pressoché sovrapponibili alle caratteristiche riportate negli studi di Randall et al. e Brady.In particolare, le seguenti:ogli aspetti empatici e comunicativi che devono caratterizzare il professionista infermiere (calmo, rilassato, carino, con un bel tono di voce, affettuoso, simpatico, divertente, allegro, che sa ascoltare e dialogare) (1,4,9);ola disponibilità e la presenza (stare a contatto con i bambini ed essere sempre disponibile, passare più tempo con i bambini) (1,4);oil rispetto (a me piace molto l’infermiere che mi dice quello che sta per fare) (1,4,10);ola competenza professionale (bravo a fare le cose, deve saper fare bene le punture, che sia bravo nella pratica) (1,4);ola sicurezza nell’agire professionale (essere istruiti e preparati per bene, così non creano danni magari, portare la medicina giusta al momento giusto) (1).Limiti dello studioI dati sono stati raccolti in un periodo di tempo relativamente limitato. Un durata maggiore della ricerca avrebbe consentito di ottenere un numero maggiore di dati, seppure alcuni dei temi tendevano già a ripetersi. ConclusioniLa presente indagine, pur su piccola scala, ha mostrato che i bambini sanno quali sono gli elementi che servono per formare un bravo infermiere. I piccoli degenti hanno fornito una visione dettagliata dell’infermiere e di ciò che si aspettano da lui, come persona e come professionista.
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Le qualità distintive del bravo Infermiere secondo i bambini ospedalizzati: uno studio fenomenologico / V. L., Napoli; F., Cerullo; Ferri, Paola. - In: GLI INFERMIERI DEI BAMBINI. GIORNALE ITALIANO DI SCIENZE INFERMIERISTICHE PEDIATRICHE. - ISSN 2036-2218. - STAMPA. - 3:(2011), pp. 4-6.
V. L., Napoli; F., Cerullo; Ferri, Paola
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