Focus dell’assistenza infermieristica psichiatrica sono la persona malata e le sue relazioni. L’assistenza si rivolge, pertanto, non solo al paziente ma anche a chi lo circonda ed alle relazioni che tra loro sussistono: l’assistenza diventa “area intermedia” tra sano e malato, tra salute e malattia, tra normalità e diversità. La moderna assistenza infermieristica psichiatrica:Considera multifattoriale la genesi del disturbo psichico;Si basa sul modello della presa in carico;È indirizzata alla persona con disagio e alla sua famiglia;Ha una natura interdisciplinare;È intersettoriale, perchè opera integrando diverse realtà assistenziali;Mira alla continuità terapeutica;È incentrata sul lavoro di equipe.L’azione terapeutica dei servizi psichiatrici si fonda sul lavoro d’equipe, cioè quell’atteggiamento psicoterapeutico che non è peculiare di un singolo operatore, ma è una dimensione tendenzialmente collettiva e che si basa:-Sull’uso dell’identificazione nella relazione d’aiuto, ma anche del riconoscimento della soggettività dell’altro;-Sulla costruzione già dal primo incontro di un contratto, parte fondante del progetto terapeutico;-Sull’accoglimento della domanda del paziente nella sua globalità anche senza la certezza della risposta, accertandone i bisogni, le sue risorse e quelle del suo contesto;-evitando che il malato sia espulso dal suo ambiente sociale, assicurandogli se occorre, strumenti di sopravvivenza materiale, aiutandolo a mantenere o ad attivare relazioni affettive e sociali.L’infermiere che lavora in ambito psichiatrico, cerca nel proprio background formativo ed esperenziale, le competenze che lo rendono all’altezza di affrontare il moderno lavoro psichiatrico. La crescita e lo sviluppo scientifico della disciplina infermieristica lo aiutano nel raggiungimento degli obiettivi assistenziali che la moderna utenza richiede. L’INFERMIERISTICA OGGI: UNA DISCIPLINAUn lungo percorso storico di esperienza, studio, approfondimento, ci ha permesso di passare dall’assistere, inteso solo come agire all’assistenza riconosciuta a livello culturale ed accademico una disciplina scientifica.Per DISCIPLINA si intende l’insieme delle conoscenze, delle metodologie e degli strumenti tipici dell’infermiere. I 6 requisiti tipici della disciplina infermieristica sono i seguenti:1. UN CAMPO MATERIALE di STUDIO che è costituito dall’uomo, visto in una ottica particolare, quella della soddisfazione dei suoi bisogni di assistenza infermieristica;2. UN CORPO COMPATTO DI CONOSCENZE, specifico dell’infermieristica, costituito da una struttura concettuale ed una sintattica. La struttura concettuale si compone dei concetti, dei costrutti e delle teorie proprie della scienza infermieristica, mentre la struttura sintattica comprende i metodi di indagine e verifica della disciplina; 3. UN METODO SCIENTIFICO, che è rappresentato dal processo di assistenza;4. UNO SCOPO, in quanto, l’agire dell’infermiere deve essere costantemente orientato al raggiungimento dell’indipendenza della persona, compatibilmente con le sue condizioni cliniche; 5. UN CAMPO DI APPLICABILITA’, che mentre ad un primo e superficiale approccio può sembrare costituito dalle strutture sanitarie e sociali, in realtà è rappresentato da ogni ambiente di vita della persona; 6. UNA RAGIONE STORICA DI ESISTERE, perchè sono le necessità assistenziali dei cittadini che storicamente hanno portato alla costituzione di questa professione.Gli studiosi del Nursing hanno elaborato diverse teorie che orientano e migliorano la pratica infermieristica. Lo scopo di una teoria è quello di descrivere, spiegare, controllare e prevedere i fenomeni di interesse della disciplina. Di seguito scegliamo di presentare la teoria di Hildegard E. Peplau, in quanto particolarmente specifica e adeguata all’ambito psichiatrico. LA TEORIA DELLA ASSISTENZA INFERMIERISTICA PSICODINAMICAHildegard E. Pepalu si diploma infermiera nel 1931, conseguendo poi una laurea in psicologia interpersonale tre anni dopo. Nel 1947 frequenta un master nel nursing psichiatrico ed infine nel 1953 ottiene un dottorato nello sviluppo dei programmi didattici. La sua esperienza professionale e didattica fu molto ampia, particolarmente caratterizzata da un impegno esperenziale e formativo nel settore psichiatrico.E’ la fondatrice della teoria dell’assistenza infermieristica psicodinamica. Peplau afferma che la relazione tra l’infermiere e la persona assistita (paziente) è sempre caratterizzata da un succedersi di 4 fasi, che per necessità esponiamo separatamente, ma che nella realtà possono anche sovrapporsi:1° fase, l’ORIENTAMENTO. Quando l’infermiere e l’assistito si incontrano, perchè quest’ultimo cerca aiuto/assistenza, o perchè altri (familiari, amici, colleghi di lavoro) hanno chiesto l’intervento di una professionista, questi 2 individui sono due perfetti sconosciuti. Questa fase si caratterizza quindi da un lato dalla necessità di presentarsi, conoscersi ed iniziare un rapporto che permetta la costruzione di una relazione di aiuto, dall’altro l’infermiere favorisce nell’altro un processo di riconoscimento e comprensione del problema di assistenza.2° fase, l’IDENTIFICAZIONE. Durante questo periodo il paziente tende ad identificarsi con l’infermiere, in quanto avverte che lui può aiutarlo. Solitamente detto periodo corrisponde ad una fase di trattamento intensivo.3° fase, lo SFRUTTAMENTO. A questo punto il paziente cerca di trarre il massimo possibile di quanto gli viene offerto nella relazione terapeutica ed inizia attraverso il sostegno dell’infermiere a progettare il raggiungimento di alcuni obiettivi. 4° fase, la RISOLUZIONE. La conclusione del rapporto è un processo significativo, importante, ma che spesso deve essere pianificato ed affrontato gradualmente, per evitare ricadute e sentimenti di abbandono.Inoltre la teorica americana descrive sei diversi RUOLI che l’infermiere assume durante le svolgersi delle fasi sopradescritte:Ruolo dell’ESTRANEO, è importante che l’infermiere non assuma preconcetti nei confronti di questa nuova persona, ma mantenga una apertura conoscitiva che permetta all’altro di farsi conoscere per come realmente è; Ruolo di SOSTEGNO, questa funzione è di supporto all’altro per meglio comprendere e partecipare al programma, sia esso farmacologico che terapeutico;Ruolo di INSEGNANTE, questo ruolo inizia e finisce in funzione di quello che il paziente sa e conosce;Ruolo di LEADERSHIP, inteso in senso democratico ed autorevole;Ruolo di SOSTITUTO, talvolta le condizioni fisiche e/o psichiche della persona assistita impongono la necessità di un aiuto in quelle attività di vita quotidiana che il paziente non è in grado di svolgere da solo (ad es. cura della propria igiene corporea);Ruolo di CONSULENTE, principale obiettivo dell’infermiere è quello di aiutare il paziente a comprendere la sua situazione, affinché l’esperienza possa essere integrata piuttosto che dissociata dalle altre esperienze della vita.Il NURSING viene descritto dall’autrice come un importante processo terapeutico interpersonale. Si tratta di uno STRUMENTO EDUCATIVO, una forza di maturazione che ambisce a favorire il PROGRESSO DELLA PERSONALITA’ verso uno stile di vita creativo, costruttivo, produttivo, personale e sociale. COMPETENZE RELAZIONALI DELL’INFERMIEREIl lavoro dell’infermiere flette su un aspetto fondamentale che ne indica in maniera specifica la direzione del suo lavoro: la funzione terapeutica.Questo significa che l’infermiere propone la cura del malato come persona e non come sintomo. Quindi, non applicazione di interventi infermieristici e cure al sintomo, ma una assistenza alla globalità dell’individuo che lo aiuta a conseguire un miglioramento.La relazione che si stabilisce tra infermiere e persona assistita ha in sè un importante valore terapeutico, che risiede nella disponibilità da parte dell’operatore a dialogare e ad ascoltare. Lo psicanalista Morbungo (1998) fa una distinzione precisa tra quello che lui definisce un dialogo “mondano” da uno che non può essere classificato tale. Nel primo caso la forma di comunicazione che si stabilisce con l’altro tende a respingere nel confronto con la persona con cui si rapporta l’immagine dell’altro quale portatore di sofferenza e differenza, poichè avvertito come una possibile minaccia alla stabilità del sè dell’ascoltatore. Il dialogo non mondano invece è quello “emancipativo, costruttivo, terapeutico” e perciò disposto a tollerare la sofferenza dell’altro, a capirla. Nel ricovero il paziente cerca frequentemente nell’operatore quell’accoglienza a contenere gli aspetti sofferenti e sconosciuti di sè che non è in grado di elaborare e che quando dilagano in sofferenza psichica il paziente non è in grado di tollerare da solo. L’attitudine al dialogo si basa innanzitutto su una disponibilità personale, ma può essere affinata con apposite forme di training. Ovviamente l’acquisizione di particolari tecniche comunicative è invalidata se non sono supportate da una disponibilità ad accogliere e far emergere l’altro. L’uso della tecnica nella relazione costituisce una base importante per fondare l’identità terapeutica, ma non deve esserci una sopravvalutazione che comporti l’illusione di possedere con l’uso della stessa poteri taumaturgici. Essa infatti pur essendo necessaria e di supporto non ci protegge da quei sentimenti d’impotenza che sopraggiungono quando la cura della malattia mentale porta a volte ad inevitabili delusioni o fallimenti. Lo psicanalista Bion ha teorizzato la funzione psichica del rapporto contenitore-contenuto propria di ogni trattamento terapeutico. Spesso il compito di fare da contenitore della sofferenza dei pazienti spetta agli infermieri. E’ perciò importante da parte dell’operatore maturare la consapevolezza dell’importanza della funzione “contenitore” della sofferenza psichica del malato psichiatrico, quando lo richieda, affinando le abilità per svolgerla al meglio. Oggi, l’infermiere si sta appropriando, sulla base dello sviluppo della professione e della sua formazione, di maggiori spazi di competenza ed autonomia: da una funzione di tipo maniacomiale, custodialistica ad una funzione di progettazione assistenziale. La strada per un pieno riconoscimento professionale e sociale dell’infermieristica è ancora lunga, ma paiono all’orizzonte ampi squarci di speranza, che se supportati da ulteriori riconoscimenti legislativi e dall’acquisizione di una competenza dell’agire scientifico poteranno l’infermieristica italiana al pari di quelle di altre realtà più avanzate.

CARATTERISTICHE DELLA MODERNA ASSISTENZA INFERMIERISTICA PSICHIATRICA / Ferri, Paola; A., Giannone. - In: LA PAROLA A NOI. - STAMPA. - 3-4:(2006), pp. 13-16.

CARATTERISTICHE DELLA MODERNA ASSISTENZA INFERMIERISTICA PSICHIATRICA

FERRI, Paola;
2006

Abstract

Focus dell’assistenza infermieristica psichiatrica sono la persona malata e le sue relazioni. L’assistenza si rivolge, pertanto, non solo al paziente ma anche a chi lo circonda ed alle relazioni che tra loro sussistono: l’assistenza diventa “area intermedia” tra sano e malato, tra salute e malattia, tra normalità e diversità. La moderna assistenza infermieristica psichiatrica:Considera multifattoriale la genesi del disturbo psichico;Si basa sul modello della presa in carico;È indirizzata alla persona con disagio e alla sua famiglia;Ha una natura interdisciplinare;È intersettoriale, perchè opera integrando diverse realtà assistenziali;Mira alla continuità terapeutica;È incentrata sul lavoro di equipe.L’azione terapeutica dei servizi psichiatrici si fonda sul lavoro d’equipe, cioè quell’atteggiamento psicoterapeutico che non è peculiare di un singolo operatore, ma è una dimensione tendenzialmente collettiva e che si basa:-Sull’uso dell’identificazione nella relazione d’aiuto, ma anche del riconoscimento della soggettività dell’altro;-Sulla costruzione già dal primo incontro di un contratto, parte fondante del progetto terapeutico;-Sull’accoglimento della domanda del paziente nella sua globalità anche senza la certezza della risposta, accertandone i bisogni, le sue risorse e quelle del suo contesto;-evitando che il malato sia espulso dal suo ambiente sociale, assicurandogli se occorre, strumenti di sopravvivenza materiale, aiutandolo a mantenere o ad attivare relazioni affettive e sociali.L’infermiere che lavora in ambito psichiatrico, cerca nel proprio background formativo ed esperenziale, le competenze che lo rendono all’altezza di affrontare il moderno lavoro psichiatrico. La crescita e lo sviluppo scientifico della disciplina infermieristica lo aiutano nel raggiungimento degli obiettivi assistenziali che la moderna utenza richiede. L’INFERMIERISTICA OGGI: UNA DISCIPLINAUn lungo percorso storico di esperienza, studio, approfondimento, ci ha permesso di passare dall’assistere, inteso solo come agire all’assistenza riconosciuta a livello culturale ed accademico una disciplina scientifica.Per DISCIPLINA si intende l’insieme delle conoscenze, delle metodologie e degli strumenti tipici dell’infermiere. I 6 requisiti tipici della disciplina infermieristica sono i seguenti:1. UN CAMPO MATERIALE di STUDIO che è costituito dall’uomo, visto in una ottica particolare, quella della soddisfazione dei suoi bisogni di assistenza infermieristica;2. UN CORPO COMPATTO DI CONOSCENZE, specifico dell’infermieristica, costituito da una struttura concettuale ed una sintattica. La struttura concettuale si compone dei concetti, dei costrutti e delle teorie proprie della scienza infermieristica, mentre la struttura sintattica comprende i metodi di indagine e verifica della disciplina; 3. UN METODO SCIENTIFICO, che è rappresentato dal processo di assistenza;4. UNO SCOPO, in quanto, l’agire dell’infermiere deve essere costantemente orientato al raggiungimento dell’indipendenza della persona, compatibilmente con le sue condizioni cliniche; 5. UN CAMPO DI APPLICABILITA’, che mentre ad un primo e superficiale approccio può sembrare costituito dalle strutture sanitarie e sociali, in realtà è rappresentato da ogni ambiente di vita della persona; 6. UNA RAGIONE STORICA DI ESISTERE, perchè sono le necessità assistenziali dei cittadini che storicamente hanno portato alla costituzione di questa professione.Gli studiosi del Nursing hanno elaborato diverse teorie che orientano e migliorano la pratica infermieristica. Lo scopo di una teoria è quello di descrivere, spiegare, controllare e prevedere i fenomeni di interesse della disciplina. Di seguito scegliamo di presentare la teoria di Hildegard E. Peplau, in quanto particolarmente specifica e adeguata all’ambito psichiatrico. LA TEORIA DELLA ASSISTENZA INFERMIERISTICA PSICODINAMICAHildegard E. Pepalu si diploma infermiera nel 1931, conseguendo poi una laurea in psicologia interpersonale tre anni dopo. Nel 1947 frequenta un master nel nursing psichiatrico ed infine nel 1953 ottiene un dottorato nello sviluppo dei programmi didattici. La sua esperienza professionale e didattica fu molto ampia, particolarmente caratterizzata da un impegno esperenziale e formativo nel settore psichiatrico.E’ la fondatrice della teoria dell’assistenza infermieristica psicodinamica. Peplau afferma che la relazione tra l’infermiere e la persona assistita (paziente) è sempre caratterizzata da un succedersi di 4 fasi, che per necessità esponiamo separatamente, ma che nella realtà possono anche sovrapporsi:1° fase, l’ORIENTAMENTO. Quando l’infermiere e l’assistito si incontrano, perchè quest’ultimo cerca aiuto/assistenza, o perchè altri (familiari, amici, colleghi di lavoro) hanno chiesto l’intervento di una professionista, questi 2 individui sono due perfetti sconosciuti. Questa fase si caratterizza quindi da un lato dalla necessità di presentarsi, conoscersi ed iniziare un rapporto che permetta la costruzione di una relazione di aiuto, dall’altro l’infermiere favorisce nell’altro un processo di riconoscimento e comprensione del problema di assistenza.2° fase, l’IDENTIFICAZIONE. Durante questo periodo il paziente tende ad identificarsi con l’infermiere, in quanto avverte che lui può aiutarlo. Solitamente detto periodo corrisponde ad una fase di trattamento intensivo.3° fase, lo SFRUTTAMENTO. A questo punto il paziente cerca di trarre il massimo possibile di quanto gli viene offerto nella relazione terapeutica ed inizia attraverso il sostegno dell’infermiere a progettare il raggiungimento di alcuni obiettivi. 4° fase, la RISOLUZIONE. La conclusione del rapporto è un processo significativo, importante, ma che spesso deve essere pianificato ed affrontato gradualmente, per evitare ricadute e sentimenti di abbandono.Inoltre la teorica americana descrive sei diversi RUOLI che l’infermiere assume durante le svolgersi delle fasi sopradescritte:Ruolo dell’ESTRANEO, è importante che l’infermiere non assuma preconcetti nei confronti di questa nuova persona, ma mantenga una apertura conoscitiva che permetta all’altro di farsi conoscere per come realmente è; Ruolo di SOSTEGNO, questa funzione è di supporto all’altro per meglio comprendere e partecipare al programma, sia esso farmacologico che terapeutico;Ruolo di INSEGNANTE, questo ruolo inizia e finisce in funzione di quello che il paziente sa e conosce;Ruolo di LEADERSHIP, inteso in senso democratico ed autorevole;Ruolo di SOSTITUTO, talvolta le condizioni fisiche e/o psichiche della persona assistita impongono la necessità di un aiuto in quelle attività di vita quotidiana che il paziente non è in grado di svolgere da solo (ad es. cura della propria igiene corporea);Ruolo di CONSULENTE, principale obiettivo dell’infermiere è quello di aiutare il paziente a comprendere la sua situazione, affinché l’esperienza possa essere integrata piuttosto che dissociata dalle altre esperienze della vita.Il NURSING viene descritto dall’autrice come un importante processo terapeutico interpersonale. Si tratta di uno STRUMENTO EDUCATIVO, una forza di maturazione che ambisce a favorire il PROGRESSO DELLA PERSONALITA’ verso uno stile di vita creativo, costruttivo, produttivo, personale e sociale. COMPETENZE RELAZIONALI DELL’INFERMIEREIl lavoro dell’infermiere flette su un aspetto fondamentale che ne indica in maniera specifica la direzione del suo lavoro: la funzione terapeutica.Questo significa che l’infermiere propone la cura del malato come persona e non come sintomo. Quindi, non applicazione di interventi infermieristici e cure al sintomo, ma una assistenza alla globalità dell’individuo che lo aiuta a conseguire un miglioramento.La relazione che si stabilisce tra infermiere e persona assistita ha in sè un importante valore terapeutico, che risiede nella disponibilità da parte dell’operatore a dialogare e ad ascoltare. Lo psicanalista Morbungo (1998) fa una distinzione precisa tra quello che lui definisce un dialogo “mondano” da uno che non può essere classificato tale. Nel primo caso la forma di comunicazione che si stabilisce con l’altro tende a respingere nel confronto con la persona con cui si rapporta l’immagine dell’altro quale portatore di sofferenza e differenza, poichè avvertito come una possibile minaccia alla stabilità del sè dell’ascoltatore. Il dialogo non mondano invece è quello “emancipativo, costruttivo, terapeutico” e perciò disposto a tollerare la sofferenza dell’altro, a capirla. Nel ricovero il paziente cerca frequentemente nell’operatore quell’accoglienza a contenere gli aspetti sofferenti e sconosciuti di sè che non è in grado di elaborare e che quando dilagano in sofferenza psichica il paziente non è in grado di tollerare da solo. L’attitudine al dialogo si basa innanzitutto su una disponibilità personale, ma può essere affinata con apposite forme di training. Ovviamente l’acquisizione di particolari tecniche comunicative è invalidata se non sono supportate da una disponibilità ad accogliere e far emergere l’altro. L’uso della tecnica nella relazione costituisce una base importante per fondare l’identità terapeutica, ma non deve esserci una sopravvalutazione che comporti l’illusione di possedere con l’uso della stessa poteri taumaturgici. Essa infatti pur essendo necessaria e di supporto non ci protegge da quei sentimenti d’impotenza che sopraggiungono quando la cura della malattia mentale porta a volte ad inevitabili delusioni o fallimenti. Lo psicanalista Bion ha teorizzato la funzione psichica del rapporto contenitore-contenuto propria di ogni trattamento terapeutico. Spesso il compito di fare da contenitore della sofferenza dei pazienti spetta agli infermieri. E’ perciò importante da parte dell’operatore maturare la consapevolezza dell’importanza della funzione “contenitore” della sofferenza psichica del malato psichiatrico, quando lo richieda, affinando le abilità per svolgerla al meglio. Oggi, l’infermiere si sta appropriando, sulla base dello sviluppo della professione e della sua formazione, di maggiori spazi di competenza ed autonomia: da una funzione di tipo maniacomiale, custodialistica ad una funzione di progettazione assistenziale. La strada per un pieno riconoscimento professionale e sociale dell’infermieristica è ancora lunga, ma paiono all’orizzonte ampi squarci di speranza, che se supportati da ulteriori riconoscimenti legislativi e dall’acquisizione di una competenza dell’agire scientifico poteranno l’infermieristica italiana al pari di quelle di altre realtà più avanzate.
2006
3-4
13
16
CARATTERISTICHE DELLA MODERNA ASSISTENZA INFERMIERISTICA PSICHIATRICA / Ferri, Paola; A., Giannone. - In: LA PAROLA A NOI. - STAMPA. - 3-4:(2006), pp. 13-16.
Ferri, Paola; A., Giannone
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