Oggi s’insiste da più parti sulla natura “interculturale” dell’arte, sul fatto che essa possa costituire un prezioso strumento per ampliare l’immaginario dei popoli e delle persone, facilitando l’incontro con l’alterità e riducendo così i pregiudizi verso lo straniero e il diverso. Tuttavia, l’arte funziona anche come dispositivo di differenziazione; come evitare dunque che le istituzioni museali finiscano per cristallizzare le frontiere e/o le gerarchie tra le culture? Analizzando le modalità di rappresentazione dell’alterità proposte dai “nuovi musei” (e, in particolare, dal Musée du Quai Branly di Parigi), l’articolo mette in evidenza la necessità di ripensare la stessa nozione di arte, in una discussione che coinvolga tanto l’estetica quanto gli approcci più sensibili a tali questioni (studi sul métissage e cultural studies). Si delinea così una prospettiva, imperniata sui concetti di pluralità e relazione, che suggerisce nuove risposte al problema della diversità culturale, con significative ricadute anche sul piano sociale ed educativo. L’idea di una “contaminazione estetica” può allora fornire alcune direzioni di senso a una didattica dell’arte che cerchi di rendere più permeabili i confini tra le identità e le culture, superando la rigida dicotomizzazione tra “noi” e gli “altri”.
Contaminare con l'arte. Estetica, nuovi musei e il problema della diversità culturale / Contini, Annamaria. - In: RICERCHE DI PEDAGOGIA E DIDATTICA. - ISSN 1970-2221. - ELETTRONICO. - 4, 2:(2009), pp. 1-31.
Contaminare con l'arte. Estetica, nuovi musei e il problema della diversità culturale
CONTINI, Annamaria
2009
Abstract
Oggi s’insiste da più parti sulla natura “interculturale” dell’arte, sul fatto che essa possa costituire un prezioso strumento per ampliare l’immaginario dei popoli e delle persone, facilitando l’incontro con l’alterità e riducendo così i pregiudizi verso lo straniero e il diverso. Tuttavia, l’arte funziona anche come dispositivo di differenziazione; come evitare dunque che le istituzioni museali finiscano per cristallizzare le frontiere e/o le gerarchie tra le culture? Analizzando le modalità di rappresentazione dell’alterità proposte dai “nuovi musei” (e, in particolare, dal Musée du Quai Branly di Parigi), l’articolo mette in evidenza la necessità di ripensare la stessa nozione di arte, in una discussione che coinvolga tanto l’estetica quanto gli approcci più sensibili a tali questioni (studi sul métissage e cultural studies). Si delinea così una prospettiva, imperniata sui concetti di pluralità e relazione, che suggerisce nuove risposte al problema della diversità culturale, con significative ricadute anche sul piano sociale ed educativo. L’idea di una “contaminazione estetica” può allora fornire alcune direzioni di senso a una didattica dell’arte che cerchi di rendere più permeabili i confini tra le identità e le culture, superando la rigida dicotomizzazione tra “noi” e gli “altri”.File | Dimensione | Formato | |
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