Sono ormai alcune decine d’anni che numerosi studi hanno messo in luce una maggiore morbilità e mortalità per diverse patologie nei fumatori rispetto ai non fumatori, è stato inoltre evidenziato che la frequenza di malattie è maggiore nei forti fumatori e che, in chi smette di fumare, il rischio si riduce progressivamente fino ad avvicinarsi a quello dei non fumatori. Vi sono inoltre dimostrazioni di un effetto dannoso anche del cosiddetto fumo passivo, vale a dire nelle persone non fumatrici che vivono o lavorano in ambienti insieme a fumatori. Numerose patologie sono associate al fumo di tabacco, fra di esse principalmente: alcuni tumori, malattie respiratorie, malattie del sistema cardiocircolatorio, ed alcune condizioni pediatriche, associate al fumo materno.Si notano rischi molto elevati in particolare per alcuni tumori, soprattutto per il tumore del polmone il rischio è di più di 20 volte superiore nel fumatore ed oltre 10 nella fumatrice, negli ex fumatori esso circa si dimezza. Vi sono significativi aumenti anche per i tumori delle labbra, bocca e faringe, dell’esofago, del pancreas, della laringe, della cervice uterina, della vescica e del rene, fra le malattie respiratorie è consistente (circa 10 volte) l’aumento per bronchite, enfisema e malattie croniche ostruttive del polmone in genere, senza rilevanti differenze di sesso, né riduzioni negli ex fumatori. Per le malattie cardiovascolari, il rischio non è così elevato, ma, data la grande frequenza delle stesse, anche gli aumenti di 2-4 volte evidenziati condizionano sicuramente un gran numero di casi. Infine è stato dimostrato un maggior rischio per le donne in gravidanza, di partorire prematuramente, il ché comporta un maggior rischio di 1,5-2 di morte per il bambino per prematurità, basso peso alla nascita, sindromi respiratorie del neonato e morte improvvisa (SIDS).IN ITALIAIl fumo:ogni anno causa la morte di 80-90.000 persone (è come se ogni giorno precipitasse un aereo senza nessun superstite a bordo)è responsabile di 1/3 di tutte le morti per cancro e del 15% di tutte le cause di morte, una vittima ogni sette minutiquello passivo si calcola sia responsabile di circa 1000 morti l’annoil danno complessivo inferto all’economia del nostro paese in morti premature, assenze per malattie, può essere valutato ammontare a una media di 40/50.000 milioni di euro.VANTAGGI CHE SI OTTENGONO SMETTENDO DI FUMAREMinor rischio di tumori, infarto e malattie respiratorieminor rischio di aborto e di basso peso alla nascita in figli di fumatricimeno tosse, influenza e raffreddoripiù resistenza nelle attività motorie e sportivemigliore capacità di concentrazione e di rendimento intellettualesensazione di libertà, per non essere più condizionati da una dipendenza fisica e psicologicadenti più bianchi, pelle più fresca e alito gradevoleodore più gradevole in casa, nell’automobile e negli abitibuon esempio per i propri figli, nipoti e amicirisparmio di molto denaro. STIME DELLE MORTI EVITABILI e RUOLO DEGLI INFERMIERISpesso si nota una certa resistenza, anche da parte di operatori sanitari, nel programmare interventi di prevenzione sulla base di un giudizio, non documentato, della loro presunta inefficacia e scarso vantaggio economico. Al contrario, i programmi di cessazione sono sicuramente vantaggiosi: l’analisi economica di tali interventi in confronto con altri interventi sanitari ne dimostra la maggiore vantaggiosità rispetto, ad esempio, al trattamento dell’ipertensione o dell’ipercolesterolemia ed allo screening mammografico.In particolare esistono prove certe dell’efficacia di:•abolizione della pubblicità diretta ed indiretta per ridurre il numero di nuovi fumatori fra i giovani •aumento dei prezzi nella riduzione dei consumi di tabacco •provvedimenti di restrizione del fumo nei luoghi pubblici, se accompagnati da adeguato controllo •campagne educative anche con intervento dei mass media come veicolo di messaggi informativi nella riduzione dell’abitudine al fumo tra i giovani e gli adulti •colloqui, anche semplici e brevi, con il proprio counselor nell’aumentare il numero di coloro che smettono di fumare •terapia sostitutiva con nicotina come adiuvante del trattamento di cessazione Per ottenere la motivazione alla cessazione del fumo è necessaria la consapevolezza sia nell’utente che usufruisce del servizio, che nel personale sanitario, che il fumo è causa diretta di malattie mortali. Il personale infermieristico deve conoscere e possedere tecniche di educazione sanitaria in modo da coinvolgere, efficacemente quanti più fumatori possibili.

Fumo e professione infermieristica / M. G., De Palma; Ferri, Paola. - In: IL TERMOMETRO. - STAMPA. - 2:(2004), pp. 17-19.

Fumo e professione infermieristica

FERRI, Paola
2004

Abstract

Sono ormai alcune decine d’anni che numerosi studi hanno messo in luce una maggiore morbilità e mortalità per diverse patologie nei fumatori rispetto ai non fumatori, è stato inoltre evidenziato che la frequenza di malattie è maggiore nei forti fumatori e che, in chi smette di fumare, il rischio si riduce progressivamente fino ad avvicinarsi a quello dei non fumatori. Vi sono inoltre dimostrazioni di un effetto dannoso anche del cosiddetto fumo passivo, vale a dire nelle persone non fumatrici che vivono o lavorano in ambienti insieme a fumatori. Numerose patologie sono associate al fumo di tabacco, fra di esse principalmente: alcuni tumori, malattie respiratorie, malattie del sistema cardiocircolatorio, ed alcune condizioni pediatriche, associate al fumo materno.Si notano rischi molto elevati in particolare per alcuni tumori, soprattutto per il tumore del polmone il rischio è di più di 20 volte superiore nel fumatore ed oltre 10 nella fumatrice, negli ex fumatori esso circa si dimezza. Vi sono significativi aumenti anche per i tumori delle labbra, bocca e faringe, dell’esofago, del pancreas, della laringe, della cervice uterina, della vescica e del rene, fra le malattie respiratorie è consistente (circa 10 volte) l’aumento per bronchite, enfisema e malattie croniche ostruttive del polmone in genere, senza rilevanti differenze di sesso, né riduzioni negli ex fumatori. Per le malattie cardiovascolari, il rischio non è così elevato, ma, data la grande frequenza delle stesse, anche gli aumenti di 2-4 volte evidenziati condizionano sicuramente un gran numero di casi. Infine è stato dimostrato un maggior rischio per le donne in gravidanza, di partorire prematuramente, il ché comporta un maggior rischio di 1,5-2 di morte per il bambino per prematurità, basso peso alla nascita, sindromi respiratorie del neonato e morte improvvisa (SIDS).IN ITALIAIl fumo:ogni anno causa la morte di 80-90.000 persone (è come se ogni giorno precipitasse un aereo senza nessun superstite a bordo)è responsabile di 1/3 di tutte le morti per cancro e del 15% di tutte le cause di morte, una vittima ogni sette minutiquello passivo si calcola sia responsabile di circa 1000 morti l’annoil danno complessivo inferto all’economia del nostro paese in morti premature, assenze per malattie, può essere valutato ammontare a una media di 40/50.000 milioni di euro.VANTAGGI CHE SI OTTENGONO SMETTENDO DI FUMAREMinor rischio di tumori, infarto e malattie respiratorieminor rischio di aborto e di basso peso alla nascita in figli di fumatricimeno tosse, influenza e raffreddoripiù resistenza nelle attività motorie e sportivemigliore capacità di concentrazione e di rendimento intellettualesensazione di libertà, per non essere più condizionati da una dipendenza fisica e psicologicadenti più bianchi, pelle più fresca e alito gradevoleodore più gradevole in casa, nell’automobile e negli abitibuon esempio per i propri figli, nipoti e amicirisparmio di molto denaro. STIME DELLE MORTI EVITABILI e RUOLO DEGLI INFERMIERISpesso si nota una certa resistenza, anche da parte di operatori sanitari, nel programmare interventi di prevenzione sulla base di un giudizio, non documentato, della loro presunta inefficacia e scarso vantaggio economico. Al contrario, i programmi di cessazione sono sicuramente vantaggiosi: l’analisi economica di tali interventi in confronto con altri interventi sanitari ne dimostra la maggiore vantaggiosità rispetto, ad esempio, al trattamento dell’ipertensione o dell’ipercolesterolemia ed allo screening mammografico.In particolare esistono prove certe dell’efficacia di:•abolizione della pubblicità diretta ed indiretta per ridurre il numero di nuovi fumatori fra i giovani •aumento dei prezzi nella riduzione dei consumi di tabacco •provvedimenti di restrizione del fumo nei luoghi pubblici, se accompagnati da adeguato controllo •campagne educative anche con intervento dei mass media come veicolo di messaggi informativi nella riduzione dell’abitudine al fumo tra i giovani e gli adulti •colloqui, anche semplici e brevi, con il proprio counselor nell’aumentare il numero di coloro che smettono di fumare •terapia sostitutiva con nicotina come adiuvante del trattamento di cessazione Per ottenere la motivazione alla cessazione del fumo è necessaria la consapevolezza sia nell’utente che usufruisce del servizio, che nel personale sanitario, che il fumo è causa diretta di malattie mortali. Il personale infermieristico deve conoscere e possedere tecniche di educazione sanitaria in modo da coinvolgere, efficacemente quanti più fumatori possibili.
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Fumo e professione infermieristica / M. G., De Palma; Ferri, Paola. - In: IL TERMOMETRO. - STAMPA. - 2:(2004), pp. 17-19.
M. G., De Palma; Ferri, Paola
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