La relazione mostra come, nella filosofia francese di fine Ottocento, venga già tematizzata una questione destinata a trovare significativi sviluppi nel dibattito odierno: il nesso etica-estetica, cioè il rapporto rintracciabile tra dovere morale e creazione individuale, tra l’esigenza di conformarsi a norme sociali condivise e quella di autonomizzare il più possibile il comportamento degli individui. In tale questione, si riflettono problemi più ampi come la crisi del modello positivistico di scienza, il ruolo attribuibile in quel contesto alla lezione kantiana, lo statuto da assegnare a una moderna physique des mœurs. Per Fouillée, la “morale estetica” ha assunto – con¬ ¬ filosofi quali Schelling e Ravaisson - una direzione mistica che ne invalida di per sé ogni pretesa di scientificità; a suo parere, solo un nuovo razionalismo morale può conciliare la libertà del singolo con la prescrittività della legge. Per Guyau, invece, è proprio questa prescrittività a non ricevere più giustificazioni in un’epoca che vede declinare i dogmi e le certezze assolute; di fronte al “crepuscolo del dovere”, solo un’estetizzazione della vita morale può far sì che il realizzarsi di un’ormai irrinunciabile autonomia non intacchi il sentimento di solidarietà sociale. Ancora diversa è, infine, la posizione di Durkheim, che, se polemizza da un lato con il razionalismo, non esita dall’altro a condannare “l’estetica della vita morale”, scorgendovi una minaccia per l’ordine e il controllo sociali. L’anomia, che rappresentava per Guyau il vertice della moralità, diventa per Durkheim “la negazione di ogni morale”.
Etica ed estetica fra Fouillée, Guyau e Durkheim / Contini, Annamaria. - STAMPA. - 8:(2007), pp. 227-253.
Etica ed estetica fra Fouillée, Guyau e Durkheim
CONTINI, Annamaria
2007
Abstract
La relazione mostra come, nella filosofia francese di fine Ottocento, venga già tematizzata una questione destinata a trovare significativi sviluppi nel dibattito odierno: il nesso etica-estetica, cioè il rapporto rintracciabile tra dovere morale e creazione individuale, tra l’esigenza di conformarsi a norme sociali condivise e quella di autonomizzare il più possibile il comportamento degli individui. In tale questione, si riflettono problemi più ampi come la crisi del modello positivistico di scienza, il ruolo attribuibile in quel contesto alla lezione kantiana, lo statuto da assegnare a una moderna physique des mœurs. Per Fouillée, la “morale estetica” ha assunto – con¬ ¬ filosofi quali Schelling e Ravaisson - una direzione mistica che ne invalida di per sé ogni pretesa di scientificità; a suo parere, solo un nuovo razionalismo morale può conciliare la libertà del singolo con la prescrittività della legge. Per Guyau, invece, è proprio questa prescrittività a non ricevere più giustificazioni in un’epoca che vede declinare i dogmi e le certezze assolute; di fronte al “crepuscolo del dovere”, solo un’estetizzazione della vita morale può far sì che il realizzarsi di un’ormai irrinunciabile autonomia non intacchi il sentimento di solidarietà sociale. Ancora diversa è, infine, la posizione di Durkheim, che, se polemizza da un lato con il razionalismo, non esita dall’altro a condannare “l’estetica della vita morale”, scorgendovi una minaccia per l’ordine e il controllo sociali. L’anomia, che rappresentava per Guyau il vertice della moralità, diventa per Durkheim “la negazione di ogni morale”.File | Dimensione | Formato | |
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