Nella seconda metà dell'Ottocento, divenne oggetto di trattazione scientifica un fenomeno che era già stato descritto da poeti e romanzieri: l'impressione di rivivere integralmente, fin nei minimi dettagli, un istante della propria vita passata, senza poter tuttavia stabilire né dove né quando quell'istante sarebbe già stato vissuto. Poiché il dibattito si sviluppò in diversi contesti nazionali articolandosi in un'ampia gamma d'ipotesi, il fenomeno venne definito in svariati modi, ciascuno dei quali implicava un certo modello eziologico: sentiment of pre-existence, Doppelwahrnehmung, Erinnerungstäuschung, sensation du déjà vu, fausse mémoire, identifying paramnesia, fausse reconnaissance, per citare solo alcune delle formule più famose ed influenti. Sul finire del secolo, s'impose la definizione di déjà vu, che, considerata teoricamente neutra, rimane ancora oggi quella più utilizzata e condivisa. Nel presente lavoro, si tenta di ricostruire il dibattito sul déjà vu svoltosi in Francia tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. A questo dibattito, molto ricco e intenso, parteciparono tanto letterati e filosofi quanto esponenti della nuova psicologia sperimentale e della moderna psichiatria dinamica. Da esso, emersero ipotesi originali e feconde, destinate ad essere riprese – seppur opportunamente riadattate - nella cornice delle neuroscienze odierne, che non hanno ancora dato una risposta univoca e definitiva alla questione. In tal senso, tornare alle origini dei modelli esplicativi tuttora esistenti non risponde esclusivamente a un interesse storiografico, ma anche all'esigenza di riconsiderare la formazione e gli sviluppi di questa problematica, illuminandola retrospettivamente di una luce nuova.Particolare rilevanza vengono date alle teorie sul déjà vu elaborate da Taine, Ribot, Fouillée, Pierre Janet, Bergson e Proust. Vengono inoltre presentati i risultati di un'inchiesta sull'argomento realizzata da Eugène-Bernard Leroy nel quadro della propria tesi di dottorato in medicina. Il tema del déjà vu fa così emergere la complessità di un discorso che ha coinvolto, tra Otto e Novecento, diversi settori disciplinari, e che è stato di grande importanza per la nascita di quei settori delle neuroscienze volti a sondare il problema della conoscenza delle funzioni nervose e mentali.
Déjà vu. Un enigma della mente tra Otto e Novecento / Contini, Annamaria. - STAMPA. - (2008), pp. 107-160.
Déjà vu. Un enigma della mente tra Otto e Novecento
CONTINI, Annamaria
2008
Abstract
Nella seconda metà dell'Ottocento, divenne oggetto di trattazione scientifica un fenomeno che era già stato descritto da poeti e romanzieri: l'impressione di rivivere integralmente, fin nei minimi dettagli, un istante della propria vita passata, senza poter tuttavia stabilire né dove né quando quell'istante sarebbe già stato vissuto. Poiché il dibattito si sviluppò in diversi contesti nazionali articolandosi in un'ampia gamma d'ipotesi, il fenomeno venne definito in svariati modi, ciascuno dei quali implicava un certo modello eziologico: sentiment of pre-existence, Doppelwahrnehmung, Erinnerungstäuschung, sensation du déjà vu, fausse mémoire, identifying paramnesia, fausse reconnaissance, per citare solo alcune delle formule più famose ed influenti. Sul finire del secolo, s'impose la definizione di déjà vu, che, considerata teoricamente neutra, rimane ancora oggi quella più utilizzata e condivisa. Nel presente lavoro, si tenta di ricostruire il dibattito sul déjà vu svoltosi in Francia tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. A questo dibattito, molto ricco e intenso, parteciparono tanto letterati e filosofi quanto esponenti della nuova psicologia sperimentale e della moderna psichiatria dinamica. Da esso, emersero ipotesi originali e feconde, destinate ad essere riprese – seppur opportunamente riadattate - nella cornice delle neuroscienze odierne, che non hanno ancora dato una risposta univoca e definitiva alla questione. In tal senso, tornare alle origini dei modelli esplicativi tuttora esistenti non risponde esclusivamente a un interesse storiografico, ma anche all'esigenza di riconsiderare la formazione e gli sviluppi di questa problematica, illuminandola retrospettivamente di una luce nuova.Particolare rilevanza vengono date alle teorie sul déjà vu elaborate da Taine, Ribot, Fouillée, Pierre Janet, Bergson e Proust. Vengono inoltre presentati i risultati di un'inchiesta sull'argomento realizzata da Eugène-Bernard Leroy nel quadro della propria tesi di dottorato in medicina. Il tema del déjà vu fa così emergere la complessità di un discorso che ha coinvolto, tra Otto e Novecento, diversi settori disciplinari, e che è stato di grande importanza per la nascita di quei settori delle neuroscienze volti a sondare il problema della conoscenza delle funzioni nervose e mentali.File | Dimensione | Formato | |
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