La formazione degli insegnanti della scuola di base ed elementari in particolare richiede l’integrazione della formazione in campo disciplinare con quella in ambito pedagogico e psicologico. È necessaria, pertanto, una preparazione di base di natura culturale in fisica e quindi una consapevolezza dei nodi concettuali e delle metodologie proprie disciplinari. La formazione disciplinare deve poi fornire capacità di trasferire i concetti fisici in ambito didattico. Va quindi affrontato il problema di come realizzare una formazione che dia strumenti operativi in situazioni e contesti differenziati producendo professionalità docente.In molti casi, nella formazione degli insegnanti si opera formando separatamente alla professionalità docente e alla competenza disciplinare, lasciando la sintesi all’apprendente. Come emerge dalla letteratura questo modo di procedere non consente di costruire la professionalità docente.Sono stati proposti diversi modelli formativi, che fanno riferimento a materiali didattici e a strategie operative in forma metaculturale, esperienziale o situata. Il modello metaculturale si attua in seminari o illustrazioni per iscritto riguardanti sintetiche documentazioni e valutazioni di attività di insegnamento, analisi critiche di articoli di ricerca e/o proposte innovative. Lascia tutto il lavoro di integrazione, rielaborazione e traduzione operativa all’autonomia dell’insegnante ed è efficace nella misura in cui crea risonanze con il suo background epistemologico, metodologico, disciplinare, didattico. Ha quindi prevalenti potenzialità per la formazione in servizio rispetto a quella iniziale.Il modello esperienziale, in cui il docente vive la proposta didattica che verrà fatta allo studente, è tuttora alla base di molte attività formative mirate all’introduzione delle nuove tecnologie. Risulta particolarmente efficace se sono previsti elementi di flessibilità nella progettazione dell’intervento in classe.Il modello situato nasce nel contesto della formazione in comunità di pratiche professionali e prevede che, seguendo le proposte dei singoli, si realizzino attività differenziate compatibili con le dinamiche innescate nel contesto delle singole classi. Fornisce forti elementi professionalizzanti, a rischio tuttavia di lasciare solo l’insegnante nella gestione del lavoro in classe.I limiti dei diversi modelli fanno emergere la centralità del problema della individuazione di strategie per la formazione iniziale dei docenti che saldino cultura fisica e competenze didattiche.Il nostro lavoro parte dal presupposto che nella formazione iniziale dei docenti sia necessario formare alla disciplina attraverso la didattica della stessa, realizzando azioni formative in cui la dimensione progettuale e di riflessione su elementi propositivi per la didattica sono interni al processo formativo. Il coinvolgimento personale, inoltre, è assunto essere efficace nel momento in cui è operativo e sono definiti compiti da svolgere e obiettivi da raggiungere. Abbiamo individuato strategie differenziate di intervento basate su tali presupposti e caratterizzate sul mettere in situazione e realizzare coinvolgimento operativo. E’ stato scelto di offrire strumenti non completamente definiti perché la fase di rielaborazione e progettuale sia essa stessa parte della strategia formativa, integrando formazione professionale e formazione disciplinare.La ricerca di cui si riferisce in questa sede mira allo studio dell’impatto sulla formazione iniziale degli insegnanti di tale strategia. L’analisi si incentra sullo sviluppo della capacità critica e progettuale per la costruzione di competenze professionali in didattica della fisica, con particolare riguardo alla pianificazione di singole attività sperimentali e di catene esplorative di tipo sperimentale.
ANALISI DI CASE STUDY SULLA FORMAZIONE ALL’INSEGNAMENTO SCIENTIFICO DI DOCENTI ELEMENTARI A REGGIO EMILIA E A UDINE / Corni, Federico; M., Michelini; A., Stefanel. - In: LA FISICA NELLA SCUOLA. - ISSN 1120-6527. - STAMPA. - XXXVIII n.3 suppl.:(2005), pp. 85-91. (Intervento presentato al convegno La scienza nella scuola: ri-forma e sostanza tenutosi a Baia Domizia nel 2003).
ANALISI DI CASE STUDY SULLA FORMAZIONE ALL’INSEGNAMENTO SCIENTIFICO DI DOCENTI ELEMENTARI A REGGIO EMILIA E A UDINE
CORNI, Federico;
2005
Abstract
La formazione degli insegnanti della scuola di base ed elementari in particolare richiede l’integrazione della formazione in campo disciplinare con quella in ambito pedagogico e psicologico. È necessaria, pertanto, una preparazione di base di natura culturale in fisica e quindi una consapevolezza dei nodi concettuali e delle metodologie proprie disciplinari. La formazione disciplinare deve poi fornire capacità di trasferire i concetti fisici in ambito didattico. Va quindi affrontato il problema di come realizzare una formazione che dia strumenti operativi in situazioni e contesti differenziati producendo professionalità docente.In molti casi, nella formazione degli insegnanti si opera formando separatamente alla professionalità docente e alla competenza disciplinare, lasciando la sintesi all’apprendente. Come emerge dalla letteratura questo modo di procedere non consente di costruire la professionalità docente.Sono stati proposti diversi modelli formativi, che fanno riferimento a materiali didattici e a strategie operative in forma metaculturale, esperienziale o situata. Il modello metaculturale si attua in seminari o illustrazioni per iscritto riguardanti sintetiche documentazioni e valutazioni di attività di insegnamento, analisi critiche di articoli di ricerca e/o proposte innovative. Lascia tutto il lavoro di integrazione, rielaborazione e traduzione operativa all’autonomia dell’insegnante ed è efficace nella misura in cui crea risonanze con il suo background epistemologico, metodologico, disciplinare, didattico. Ha quindi prevalenti potenzialità per la formazione in servizio rispetto a quella iniziale.Il modello esperienziale, in cui il docente vive la proposta didattica che verrà fatta allo studente, è tuttora alla base di molte attività formative mirate all’introduzione delle nuove tecnologie. Risulta particolarmente efficace se sono previsti elementi di flessibilità nella progettazione dell’intervento in classe.Il modello situato nasce nel contesto della formazione in comunità di pratiche professionali e prevede che, seguendo le proposte dei singoli, si realizzino attività differenziate compatibili con le dinamiche innescate nel contesto delle singole classi. Fornisce forti elementi professionalizzanti, a rischio tuttavia di lasciare solo l’insegnante nella gestione del lavoro in classe.I limiti dei diversi modelli fanno emergere la centralità del problema della individuazione di strategie per la formazione iniziale dei docenti che saldino cultura fisica e competenze didattiche.Il nostro lavoro parte dal presupposto che nella formazione iniziale dei docenti sia necessario formare alla disciplina attraverso la didattica della stessa, realizzando azioni formative in cui la dimensione progettuale e di riflessione su elementi propositivi per la didattica sono interni al processo formativo. Il coinvolgimento personale, inoltre, è assunto essere efficace nel momento in cui è operativo e sono definiti compiti da svolgere e obiettivi da raggiungere. Abbiamo individuato strategie differenziate di intervento basate su tali presupposti e caratterizzate sul mettere in situazione e realizzare coinvolgimento operativo. E’ stato scelto di offrire strumenti non completamente definiti perché la fase di rielaborazione e progettuale sia essa stessa parte della strategia formativa, integrando formazione professionale e formazione disciplinare.La ricerca di cui si riferisce in questa sede mira allo studio dell’impatto sulla formazione iniziale degli insegnanti di tale strategia. L’analisi si incentra sullo sviluppo della capacità critica e progettuale per la costruzione di competenze professionali in didattica della fisica, con particolare riguardo alla pianificazione di singole attività sperimentali e di catene esplorative di tipo sperimentale.Pubblicazioni consigliate
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