Il saggio è dedicato all'analisi dei problemi interpretativi ricollegabili alla lettura dell'art. 9, comma 3 della l. cost. n. 1 del 1989, nella parte in cui tale disposizione statuisce l'"insindacabilità" delle valutazioni sottese all'adozione delle delibere parlamentari in tema di autorizzazione a procedere per reati ministeriali. In quest'ottica, pertanto, dapprima l'A. confuta la tesi che fa discendere da tale previsione l'assoluta impossibilità, per l'autorità giudiziaria, di impugnare delibere di diniego dell'autorizzazione a procedere in sede di conflitto di attribuzione. Individuando, al contrario, alcune ipotesi in cui, in presenza di vizi procedurali o sostanziali delle delibere in oggetto, la possibilità di adire la Corte non dovrebbe ritenersi (totalmente) esclusa. In secondo luogo, inoltre, si analizza il problema dell'ammissibilita di conflitti di attribuzione sollevati dal ministro (od ex ministro) inquisito oppure dal Consiglio dei ministri - a tutela della configurazione costituzionale delle attribuzioni assegnate ad un proprio membro - nel caso, inverso, di concessione dell'autorizzazione a procedere da parte dell'Assemblea legislativa. Lo scritto si conclude con alcune considerazioni di carattere più generale in ordine ai due orientamenti principali che contraddistinguono la giurisprudenza della Corte costituzionale in materia parlamentare.

Sul carattere di «insindacabilità» della delibera parlamentare in tema di autorizzazione a procedere per reati ministeriali / Pinardi, Roberto. - In: GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE. - ISSN 0436-0222. - STAMPA. - 5:(1993), pp. 3181-3199.

Sul carattere di «insindacabilità» della delibera parlamentare in tema di autorizzazione a procedere per reati ministeriali

PINARDI, Roberto
1993

Abstract

Il saggio è dedicato all'analisi dei problemi interpretativi ricollegabili alla lettura dell'art. 9, comma 3 della l. cost. n. 1 del 1989, nella parte in cui tale disposizione statuisce l'"insindacabilità" delle valutazioni sottese all'adozione delle delibere parlamentari in tema di autorizzazione a procedere per reati ministeriali. In quest'ottica, pertanto, dapprima l'A. confuta la tesi che fa discendere da tale previsione l'assoluta impossibilità, per l'autorità giudiziaria, di impugnare delibere di diniego dell'autorizzazione a procedere in sede di conflitto di attribuzione. Individuando, al contrario, alcune ipotesi in cui, in presenza di vizi procedurali o sostanziali delle delibere in oggetto, la possibilità di adire la Corte non dovrebbe ritenersi (totalmente) esclusa. In secondo luogo, inoltre, si analizza il problema dell'ammissibilita di conflitti di attribuzione sollevati dal ministro (od ex ministro) inquisito oppure dal Consiglio dei ministri - a tutela della configurazione costituzionale delle attribuzioni assegnate ad un proprio membro - nel caso, inverso, di concessione dell'autorizzazione a procedere da parte dell'Assemblea legislativa. Lo scritto si conclude con alcune considerazioni di carattere più generale in ordine ai due orientamenti principali che contraddistinguono la giurisprudenza della Corte costituzionale in materia parlamentare.
1993
5
3181
3199
Sul carattere di «insindacabilità» della delibera parlamentare in tema di autorizzazione a procedere per reati ministeriali / Pinardi, Roberto. - In: GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE. - ISSN 0436-0222. - STAMPA. - 5:(1993), pp. 3181-3199.
Pinardi, Roberto
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