Nota a C. giust. 7 marzo 2002, causa C-310/99, Repubblica italiana c. Commissione delle Comunità europee. La sentenza della Corte di giustizia del 7 marzo 2002 porta a definitiva conclusione una lunga querelle insorta tra Governo italiano e Commissione europea in merito alla compatibilità con il diritto comunitario del regime italiano di incentivazione economica connesso alla stipulazione dei contratti di formazione e lavoro. La Corte – con decisione invero largamente prevedibile – ha infatti confermato integralmente la decisione della Commissione dell’11 maggio 1999, 2000/128/CE, relativa al regime di aiuti concessi dall’Italia per interventi a favore dell’occupazione, e, conseguentemente, ha condannato il Governo italiano al recupero delle somme indebitamente concesse ai datori di lavoro che abbiano fatto ricorso ad assunzioni con contratto di formazione e lavoro, in quanto costituiscono un aiuto di Stato incompatibile con il mercato comune. La soppressione di un aiuto illegittimo mediante recupero delle somme versate è, infatti, «logica conseguenza» dell’accertamento della sua non compatibilità con il Trattato, e questo anche se il provvedimento di recupero può dar luogo a una grave lesione dell’affidamento delle imprese nazionali che hanno beneficiato dell’aiuto sulla base di un provvedimento (legislativo o amministrativo) ritenuto legittimo. Se così non fosse verrebbe completamente meno l’effettività – e l’efficacia pratica – dell’intero diritto comunitario della concorrenza. La decisione costituisce, come noto, solo uno dei numerosi profili di tensione tra diritto comunitario della concorrenza e diritto nazionale del lavoro ed è proprio in questo contesto che va analizzata e commentata.
Aiuti di Stato e contratti di formazione e lavoro nella decisione della Corte di giustizia del 7 marzo 2002: sentenza annunciata, risultato giusto / Tiraboschi, Michele. - In: RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL LAVORO. - ISSN 0393-2494. - STAMPA. - XXI:3, II(2002), pp. 435-443.
Aiuti di Stato e contratti di formazione e lavoro nella decisione della Corte di giustizia del 7 marzo 2002: sentenza annunciata, risultato giusto
TIRABOSCHI, Michele
2002
Abstract
Nota a C. giust. 7 marzo 2002, causa C-310/99, Repubblica italiana c. Commissione delle Comunità europee. La sentenza della Corte di giustizia del 7 marzo 2002 porta a definitiva conclusione una lunga querelle insorta tra Governo italiano e Commissione europea in merito alla compatibilità con il diritto comunitario del regime italiano di incentivazione economica connesso alla stipulazione dei contratti di formazione e lavoro. La Corte – con decisione invero largamente prevedibile – ha infatti confermato integralmente la decisione della Commissione dell’11 maggio 1999, 2000/128/CE, relativa al regime di aiuti concessi dall’Italia per interventi a favore dell’occupazione, e, conseguentemente, ha condannato il Governo italiano al recupero delle somme indebitamente concesse ai datori di lavoro che abbiano fatto ricorso ad assunzioni con contratto di formazione e lavoro, in quanto costituiscono un aiuto di Stato incompatibile con il mercato comune. La soppressione di un aiuto illegittimo mediante recupero delle somme versate è, infatti, «logica conseguenza» dell’accertamento della sua non compatibilità con il Trattato, e questo anche se il provvedimento di recupero può dar luogo a una grave lesione dell’affidamento delle imprese nazionali che hanno beneficiato dell’aiuto sulla base di un provvedimento (legislativo o amministrativo) ritenuto legittimo. Se così non fosse verrebbe completamente meno l’effettività – e l’efficacia pratica – dell’intero diritto comunitario della concorrenza. La decisione costituisce, come noto, solo uno dei numerosi profili di tensione tra diritto comunitario della concorrenza e diritto nazionale del lavoro ed è proprio in questo contesto che va analizzata e commentata.File | Dimensione | Formato | |
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