Alea iacta est: la Corte conferma la (possibile) esclusione dei giocatori d’azzardo patologici dal reddito di cittadinanza (e dall’assegno di inclusione)

La sentenza n. 54 del 2024, nel ritenere infondate le questioni relative ai reati di falso commessi da chi non abbia dichiarato vincite al gioco in quanto compensate da analoghe perdite, esclude dal beneficio del reddito di cittadinanza (e oggi dall’assegno di inclusione) coloro che, essendo affetti da una dipendenza comportamentale (il gioco d’azzardo patologico), hanno modificato solo virtualmente la loro condizione economica, continuando di fatto a versare in una situazione di indigenza. In questo modo vengono escluse persone vulnerabili da un beneficio volto al loro reinserimento lavorativo e sociale, imputando a colpa uno stato patologico, peraltro sviluppato in relazione ad un’attività non solo lecita, ma la cui diffusione è anche favorita dalle politiche statali.