DYSTOPIAN MATERIAL (IMAGERY, RHETORIC, FIGURES OF NARRATION) AND MEDIA STUDIES: FOR A NEW CULTURAL AND COMMUNICATIVE PERSPECTIVE

In recent years, in the fieldwork of science fiction storytelling and public representation, the past seems matters much more the future. Among suggestions, mixup, impressions, in science fiction itself dystopia is embedded, across the illusion of the self-fulfilling utopians languages in twenty century also the heterotopies that, on the items also in media and digital media stiudies, try to decline the present alone by proposing no alternative. Science fiction now is no progress, plain, barren, deeply in crisis: it can no longer held back, dichotomously, in social happy-ending, but neither it can be an «aesthetic contemplation» of the catastrophe. In this paper we intend to define the aspects and connotations of «dystopian material».

Negli ultimi anni, nel campo della narrazione e della rappresentazione pubblica della fantascienza, il passato sembra contare molto di più del futuro. Tra suggestioni, mixup, impressioni, nella fantascienza stessa si inserisce la distopia, attraverso l'illusione dei linguaggi utopici che autoalimentano nel XX secolo anche le eterotopie che, negli studi sui media e sui media digitali, cercano di declinare soltanto il presente, senza proporre alternative. La fantascienza ora non è più progresso, è semplice, arida, profondamente in crisi: non può più trattenersi, dicotomicamente, nell'happy-ending sociale, ma nemmeno essere una «contemplazione estetica» della catastrofe. In questo articolo intendiamo definire gli aspetti e le connotazioni del «materiale distopico».