Nella prima metà degli anni ’90, è vivissima nella coscienza nazionale italiana l’eco delle bombe in risposta al Maxiprocesso. A ridosso di queste, Andrea Camilleri traccia un personaggio con caratteristiche principali che facilmente generano specifiche aspettative: il commissario Montalbano, un uomo delle istituzioni a contrasto della criminalità, da siciliano nella sua terra d’origine. Finzione letteraria che, inevitabilmente, stimola il ricordo di tanti uomini delle istituzioni, investigatori e magistrati, però reali precedenti luttuosi dell’antimafia. Ma la narrazione dello scrittore empedoclino, pur non potendosi esimere dal confronto con l’organizzazione criminale per antonomasia, si prefigge l’obiettivo di non conferirle dignità antitetica, piuttosto di assegnarle una tonalità di fondo. Una decisione che, come la lingua impiegata, divide la ricezione secondo valutazioni positive e negative, anche aspramente. Le contestazioni ricevute sulla stampa e da parte della critica testimoniano il raggiungimento dell’obiettivo e accomunano Camilleri a tutti quegli scrittori isolani le cui opere non hanno posto il problema della mafia come centrale. Dall’altra parte, però sembra che nessuno abbia rilevato che tale tonalità di fondo è coerente con il periodo storico reale in cui sono ambientate le narrazioni finzionali, caratterizzato dalla “strategia della sommersione” che dal 1993 a oggi ha segnato una nuova fase storica per la mafia siciliana.
Rappresentare una organizzazione criminale senza conferirle dignità. L’apparente controversa immagine della mafia nel Montalbano di Camilleri / Mazzarisi, Pietro. - In: CAHIERS D'ÉTUDES ROMANES. - ISSN 0180-684X. - 45:(2022), pp. 165-187.
Rappresentare una organizzazione criminale senza conferirle dignità. L’apparente controversa immagine della mafia nel Montalbano di Camilleri
Pietro Mazzarisi
2022
Abstract
Nella prima metà degli anni ’90, è vivissima nella coscienza nazionale italiana l’eco delle bombe in risposta al Maxiprocesso. A ridosso di queste, Andrea Camilleri traccia un personaggio con caratteristiche principali che facilmente generano specifiche aspettative: il commissario Montalbano, un uomo delle istituzioni a contrasto della criminalità, da siciliano nella sua terra d’origine. Finzione letteraria che, inevitabilmente, stimola il ricordo di tanti uomini delle istituzioni, investigatori e magistrati, però reali precedenti luttuosi dell’antimafia. Ma la narrazione dello scrittore empedoclino, pur non potendosi esimere dal confronto con l’organizzazione criminale per antonomasia, si prefigge l’obiettivo di non conferirle dignità antitetica, piuttosto di assegnarle una tonalità di fondo. Una decisione che, come la lingua impiegata, divide la ricezione secondo valutazioni positive e negative, anche aspramente. Le contestazioni ricevute sulla stampa e da parte della critica testimoniano il raggiungimento dell’obiettivo e accomunano Camilleri a tutti quegli scrittori isolani le cui opere non hanno posto il problema della mafia come centrale. Dall’altra parte, però sembra che nessuno abbia rilevato che tale tonalità di fondo è coerente con il periodo storico reale in cui sono ambientate le narrazioni finzionali, caratterizzato dalla “strategia della sommersione” che dal 1993 a oggi ha segnato una nuova fase storica per la mafia siciliana.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Mazzarisi, P. (2022). Rappresentare un'organizzazione criminale senza conferirle dignità. Cahiers d'études romanes, 45, pp. 165-187, ISSN 0180-684X.pdf
Open access
Tipologia:
Versione pubblicata dall'editore
Dimensione
372.35 kB
Formato
Adobe PDF
|
372.35 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I metadati presenti in IRIS UNIMORE sono rilasciati con licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal, mentre i file delle pubblicazioni sono rilasciati con licenza Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0), salvo diversa indicazione.
In caso di violazione di copyright, contattare Supporto Iris