Il contributo presenta i risultati di una ricerca che scaturisce da una riflessione sulle carenze delle politiche del lavoro e dell’occupazione basate sulla flexicurity, specialmente nel contesto della crisi. Il focus è sugli schemi e i programmi di welfare aziendale attuati in Europa tramite il dialogo sociale. I dati sono stati raccolti mediante l’esame della letteratura e di altre fonti secondarie, l’analisi diretta dei testi contrattuali, e lo studio in profondità di casi di impresa, e riguardano in particolare le esperienze di dialogo sociale e contrattazione collettiva attuate in Bulgaria, Estonia, Ungheria, Italia, Spagna e Svezia. Il welfare aziendale è concettualizzato in modo ampio, così da includere non solo l’erogazione di servizi o prestazioni economiche, ma anche gli interventi sull’organizzazione. In tale prospettiva, esso si configura come ambito di intervento che apre nuove spazi di azione al dialogo sociale e alla contrattazione collettiva per l’attuazione di soluzioni di regolazione giuridica-organizzativa “a somma positiva”, cioè capaci di soddisfare sia le esigenze di competitività aziendale che le istanze individuali di qualità del lavoro e di conciliazione vita-lavoro. I risultati prodotti arricchiscono le conoscenze sullo stato dell’arte delle prassi di welfare aziendale in diversi sistemi di relazioni industriali in Europa. Nelle esperienze esaminate il welfare opera come elemento di uno scambio contrattuale che contempla, a guisa di controprestazione, l’accettazione da parte dei lavoratori di vincoli di flessibilità e di produttività intesi a soddisfare l’interesse dell’impresa; non, quindi, come parte di una strategia negoziale a somma positiva mirata ad intervenire sull’organizzazione al fine di configurare condizioni di lavoro atte a soddisfare simultaneamente le esigenze di competitività di lungo periodo e quelle personali. Su queste basi, il contributo si conclude evidenziando alcune condizioni che potrebbero favorire l’implementazione di pratiche di welfare aziendali in linea con un approccio alla competitività di tipo “high road”.
Welfare aziendale, competitività e relazioni industriali: luci e ombre di un connubio possibile / Curzi, Ylenia; Senatori, Iacopo. - (2015), pp. 45-84.
Welfare aziendale, competitività e relazioni industriali: luci e ombre di un connubio possibile
Curzi Ylenia;Senatori Iacopo
2015
Abstract
Il contributo presenta i risultati di una ricerca che scaturisce da una riflessione sulle carenze delle politiche del lavoro e dell’occupazione basate sulla flexicurity, specialmente nel contesto della crisi. Il focus è sugli schemi e i programmi di welfare aziendale attuati in Europa tramite il dialogo sociale. I dati sono stati raccolti mediante l’esame della letteratura e di altre fonti secondarie, l’analisi diretta dei testi contrattuali, e lo studio in profondità di casi di impresa, e riguardano in particolare le esperienze di dialogo sociale e contrattazione collettiva attuate in Bulgaria, Estonia, Ungheria, Italia, Spagna e Svezia. Il welfare aziendale è concettualizzato in modo ampio, così da includere non solo l’erogazione di servizi o prestazioni economiche, ma anche gli interventi sull’organizzazione. In tale prospettiva, esso si configura come ambito di intervento che apre nuove spazi di azione al dialogo sociale e alla contrattazione collettiva per l’attuazione di soluzioni di regolazione giuridica-organizzativa “a somma positiva”, cioè capaci di soddisfare sia le esigenze di competitività aziendale che le istanze individuali di qualità del lavoro e di conciliazione vita-lavoro. I risultati prodotti arricchiscono le conoscenze sullo stato dell’arte delle prassi di welfare aziendale in diversi sistemi di relazioni industriali in Europa. Nelle esperienze esaminate il welfare opera come elemento di uno scambio contrattuale che contempla, a guisa di controprestazione, l’accettazione da parte dei lavoratori di vincoli di flessibilità e di produttività intesi a soddisfare l’interesse dell’impresa; non, quindi, come parte di una strategia negoziale a somma positiva mirata ad intervenire sull’organizzazione al fine di configurare condizioni di lavoro atte a soddisfare simultaneamente le esigenze di competitività di lungo periodo e quelle personali. Su queste basi, il contributo si conclude evidenziando alcune condizioni che potrebbero favorire l’implementazione di pratiche di welfare aziendali in linea con un approccio alla competitività di tipo “high road”.Pubblicazioni consigliate
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