Lo scritto analizza la sentenza n. 131 del 2022 con cui la Corte costituzionale ha stabilito che al figlio debba essere attribuito il cognome di entrambi i genitori, nell’ordine da questi scelto, ovvero, di comune accordo, anche uno solo dei due. Con la pronuncia, che giunge al termine di un percorso iniziato con due decisioni del 1988, senza che mai il legislatore sia nel frattempo intervenuto a modificare la disciplina nel senso auspicato dalla Consulta, è dichiarata l’illegittimità per la violazione del principio di parità tra i genitori, che, condannando all’invisibilità la madre, ridonda in una violazione anche del diritto all’identità personale del figlio. Su quest’ultimo punto la nota esprime considerazioni critiche, rilevando come il vero vulnus sia rappresentato dalla (sola) lesione del diritto all’identità, con la conseguenza che la soluzione del doppio cognome, già di per sé non l’unica configurabile, è sì la più idonea, in astratto, a realizzare il diritto leso, ma senza necessità di attribuire ai genitori l’ampia sfera di autonomia che la sentenza riserva, mediante la quale, semmai, essa finisce per trascurare completamente la funzione pubblicistica identificativa che il cognome riveste. Lo scritto si conclude con una rassegna di problematiche aperte dalla pronuncia, che richiedono un intervento quanto mai urgente del legislatore.
“Dimmi come ti chiami e ti dirò chi sei”: la Corte stravolge il sistema di attribuzione del cognome ai figli / Scagliarini, Simone. - In: STUDIUM IURIS. - ISSN 1722-8387. - 11/2022(2022), pp. 1269-1281.
“Dimmi come ti chiami e ti dirò chi sei”: la Corte stravolge il sistema di attribuzione del cognome ai figli
SCAGLIARINI, Simone
2022
Abstract
Lo scritto analizza la sentenza n. 131 del 2022 con cui la Corte costituzionale ha stabilito che al figlio debba essere attribuito il cognome di entrambi i genitori, nell’ordine da questi scelto, ovvero, di comune accordo, anche uno solo dei due. Con la pronuncia, che giunge al termine di un percorso iniziato con due decisioni del 1988, senza che mai il legislatore sia nel frattempo intervenuto a modificare la disciplina nel senso auspicato dalla Consulta, è dichiarata l’illegittimità per la violazione del principio di parità tra i genitori, che, condannando all’invisibilità la madre, ridonda in una violazione anche del diritto all’identità personale del figlio. Su quest’ultimo punto la nota esprime considerazioni critiche, rilevando come il vero vulnus sia rappresentato dalla (sola) lesione del diritto all’identità, con la conseguenza che la soluzione del doppio cognome, già di per sé non l’unica configurabile, è sì la più idonea, in astratto, a realizzare il diritto leso, ma senza necessità di attribuire ai genitori l’ampia sfera di autonomia che la sentenza riserva, mediante la quale, semmai, essa finisce per trascurare completamente la funzione pubblicistica identificativa che il cognome riveste. Lo scritto si conclude con una rassegna di problematiche aperte dalla pronuncia, che richiedono un intervento quanto mai urgente del legislatore.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
1.3. Scagliarini (1).pdf
Accesso riservato
Descrizione: estratto
Tipologia:
Versione pubblicata dall'editore
Dimensione
481.67 kB
Formato
Adobe PDF
|
481.67 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
Pubblicazioni consigliate
I metadati presenti in IRIS UNIMORE sono rilasciati con licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal, mentre i file delle pubblicazioni sono rilasciati con licenza Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0), salvo diversa indicazione.
In caso di violazione di copyright, contattare Supporto Iris