Il saggio analizza la nuova stagione attraversata dalla giurisprudenza costituzionale temporalmente manipolativa ponendo in evidenza, tra l’altro, in senso critico, da un lato, l’accentuata discontinuità che caratterizza l’utilizzo degli strumenti forgiati dal giudice delle leggi, con conseguente lesione del principio di certezza del diritto; dall’altro, il mancato rispetto del sistema normativo che fissa gli effetti nel tempo delle declaratorie d’incostituzionalità. Si è tentato, in dottrina, di giustificare l’orientamento giurisprudenziale in oggetto sulla base della (superiore) esigenza, perseguita dalla Corte, di “rendere giustizia costituzionale”. Tale opinione, tuttavia, presta il fianco ad alcune obiezioni, tra cui il fatto di muovere dall’errata convinzione secondo cui le regole che stabiliscono l’efficacia nel tempo delle sentenze di accoglimento rientrano tra gli elementi che la Consulta è legittimata a bilanciare nel determinare il contenuto della propria decisione. In attesa dell’auspicato recupero di un ruolo centrale, da parte del Parlamento, quale luogo naturale della mediazione politica nonché dell’opportuna attribuzione alla Corte, per via normativa, di strumenti di governo degli effetti temporali delle sue pronunce, è compito della comunità scientifica non tanto giustificare a priori ogni nuova tecnica decisoria che venga elaborata dal giudice delle leggi, quasi che il lodevole intento di proteggere la Costituzione potesse giustificare, di per sé, l’utilizzo di qualsivoglia mezzo la Corte ritenga, di volta in volta, opportuno, quanto piuttosto vigilare su ogni sviluppo della giurisprudenza costituzionale allo scopo di segnalarne eventuali abusi.

Governare il tempo (e i suoi effetti). Le sentenze di accoglimento nella più recente giurisprudenza costituzionale / Pinardi, R.. - In: QUADERNI COSTITUZIONALI. - ISSN 0392-6664. - 42:1(2022), pp. 43-72. [10.1439/103346]

Governare il tempo (e i suoi effetti). Le sentenze di accoglimento nella più recente giurisprudenza costituzionale

Pinardi R.
2022

Abstract

Il saggio analizza la nuova stagione attraversata dalla giurisprudenza costituzionale temporalmente manipolativa ponendo in evidenza, tra l’altro, in senso critico, da un lato, l’accentuata discontinuità che caratterizza l’utilizzo degli strumenti forgiati dal giudice delle leggi, con conseguente lesione del principio di certezza del diritto; dall’altro, il mancato rispetto del sistema normativo che fissa gli effetti nel tempo delle declaratorie d’incostituzionalità. Si è tentato, in dottrina, di giustificare l’orientamento giurisprudenziale in oggetto sulla base della (superiore) esigenza, perseguita dalla Corte, di “rendere giustizia costituzionale”. Tale opinione, tuttavia, presta il fianco ad alcune obiezioni, tra cui il fatto di muovere dall’errata convinzione secondo cui le regole che stabiliscono l’efficacia nel tempo delle sentenze di accoglimento rientrano tra gli elementi che la Consulta è legittimata a bilanciare nel determinare il contenuto della propria decisione. In attesa dell’auspicato recupero di un ruolo centrale, da parte del Parlamento, quale luogo naturale della mediazione politica nonché dell’opportuna attribuzione alla Corte, per via normativa, di strumenti di governo degli effetti temporali delle sue pronunce, è compito della comunità scientifica non tanto giustificare a priori ogni nuova tecnica decisoria che venga elaborata dal giudice delle leggi, quasi che il lodevole intento di proteggere la Costituzione potesse giustificare, di per sé, l’utilizzo di qualsivoglia mezzo la Corte ritenga, di volta in volta, opportuno, quanto piuttosto vigilare su ogni sviluppo della giurisprudenza costituzionale allo scopo di segnalarne eventuali abusi.
2022
42
1
43
72
Governare il tempo (e i suoi effetti). Le sentenze di accoglimento nella più recente giurisprudenza costituzionale / Pinardi, R.. - In: QUADERNI COSTITUZIONALI. - ISSN 0392-6664. - 42:1(2022), pp. 43-72. [10.1439/103346]
Pinardi, R.
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