La Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata in tema di concorrenza sleale per appropriazione di pre-gi ex art. 2598, comma 1, n. 2, c.c., in un caso in cui un’agenzia pubblicitaria ha vantato come propri clienti in realtà riferibili ad un concorrente. L’ordinanza ha cassato la decisione di merito, offrendo una nozione ampia di pregio sì da ricomprendervi il carnet di clienti specificamente riferibile ad un concorrente e chia-rendo entro quali limiti una società può riferirsi a clienti seguiti da un proprio prestatore d’opera nel perio-do precedente all’avvio della collaborazione con il medesimo. L’ordinanza si presta innanzitutto per fare il punto sugli elementi costitutivi della fattispecie di concorrenza sleale per appropriazione di pregi ed evi-denziare come tale fattispecie giochi oggi un ruolo importante nel contrasto a forme anche velate di paras-sitismo. Essa consente inoltre di tracciare i confini della fattispecie sottolineando alcune differenze rispetto alle altre ipotesi di illecito concorrenziale previste dall’art. 2598 c.c., riportando anche una breve rassegna giurisprudenziale. Infine, la decisione della Suprema Corte consente di formulare brevi cenni di coordina-mento sistematico con le altre discipline normative rilevanti in materia di pubblicità, le quali possono essere particolarmente utili per dare contenuto all’incerta nozione di correttezza professionale di cui alla clausola generale prevista dal n. 3 dell’art. 2598 c.c.

La Suprema Corte si pronuncia in materia di concorrenza sleale per appropriazione di pregi / Manstretta, Federico. - In: IL DIRITTO INDUSTRIALE. - ISSN 2723-8806. - 1(2022), pp. 26-41.

La Suprema Corte si pronuncia in materia di concorrenza sleale per appropriazione di pregi

Federico Manstretta
2022

Abstract

La Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata in tema di concorrenza sleale per appropriazione di pre-gi ex art. 2598, comma 1, n. 2, c.c., in un caso in cui un’agenzia pubblicitaria ha vantato come propri clienti in realtà riferibili ad un concorrente. L’ordinanza ha cassato la decisione di merito, offrendo una nozione ampia di pregio sì da ricomprendervi il carnet di clienti specificamente riferibile ad un concorrente e chia-rendo entro quali limiti una società può riferirsi a clienti seguiti da un proprio prestatore d’opera nel perio-do precedente all’avvio della collaborazione con il medesimo. L’ordinanza si presta innanzitutto per fare il punto sugli elementi costitutivi della fattispecie di concorrenza sleale per appropriazione di pregi ed evi-denziare come tale fattispecie giochi oggi un ruolo importante nel contrasto a forme anche velate di paras-sitismo. Essa consente inoltre di tracciare i confini della fattispecie sottolineando alcune differenze rispetto alle altre ipotesi di illecito concorrenziale previste dall’art. 2598 c.c., riportando anche una breve rassegna giurisprudenziale. Infine, la decisione della Suprema Corte consente di formulare brevi cenni di coordina-mento sistematico con le altre discipline normative rilevanti in materia di pubblicità, le quali possono essere particolarmente utili per dare contenuto all’incerta nozione di correttezza professionale di cui alla clausola generale prevista dal n. 3 dell’art. 2598 c.c.
2022
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La Suprema Corte si pronuncia in materia di concorrenza sleale per appropriazione di pregi / Manstretta, Federico. - In: IL DIRITTO INDUSTRIALE. - ISSN 2723-8806. - 1(2022), pp. 26-41.
Manstretta, Federico
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