L’idea che la narrazione sia a pieno titolo un comportamento cognitivo e un’attitudine tipica della specie Homo sapiens e che il racconto di storie attraverso cui si svelano traumi e condizioni di disagio sia necessario e salutare non solo per chi narra ma anche per chi ascolta è ormai consolidata nelle scienze cognitive, nella psicoanalisi, nella teoria letteraria, nelle neuroscienze, nella ricerca medica e nella pratica clinica. Ma cosa accade quando non può essere la sola parola il veicolo espressivo di una narrazione? Quando il solo dire, che non è certo il primo né l’unico dei nostri tanti modi di rappresentarci il mondo, non ce la fa, e ha bisogno di affidarsi al corpo e allearsi con altre arti – per esempio quelle corporee del disegno e del teatro – per far uscire un magma di emozioni altrimenti inesprimibili? È quanto accade nell’Atelier dell’Errore nato nel 2002, un laboratorio creativo progettato all’artista visivo Luca Santiago Mora come servizio integrativo all’attività clinica della Neuropsichiatria Infantile di Reggio Emilia in cui adolescenti con gravi disabilità cognitive si raccontano attraverso il disegno. Il contributo intende proporsi come riflessione intorno a questa esperienza di espressione emozionale, con una particolare attenzione alle modalità in cui i ragazzi dell’Atelier e la loro guida hanno tradotto e rispazializzato il racconto delle loro passioni dai fogli del disegno alla scena teatrale.
I Racconti dell’Atelier dell’Errore fra disegno e performance / Albanese, A. - In: ALTRE MODERNITÀ. - ISSN 2035-7680. - 24:(2020), pp. 25-38.
I Racconti dell’Atelier dell’Errore fra disegno e performance
ALBANESE A
2020
Abstract
L’idea che la narrazione sia a pieno titolo un comportamento cognitivo e un’attitudine tipica della specie Homo sapiens e che il racconto di storie attraverso cui si svelano traumi e condizioni di disagio sia necessario e salutare non solo per chi narra ma anche per chi ascolta è ormai consolidata nelle scienze cognitive, nella psicoanalisi, nella teoria letteraria, nelle neuroscienze, nella ricerca medica e nella pratica clinica. Ma cosa accade quando non può essere la sola parola il veicolo espressivo di una narrazione? Quando il solo dire, che non è certo il primo né l’unico dei nostri tanti modi di rappresentarci il mondo, non ce la fa, e ha bisogno di affidarsi al corpo e allearsi con altre arti – per esempio quelle corporee del disegno e del teatro – per far uscire un magma di emozioni altrimenti inesprimibili? È quanto accade nell’Atelier dell’Errore nato nel 2002, un laboratorio creativo progettato all’artista visivo Luca Santiago Mora come servizio integrativo all’attività clinica della Neuropsichiatria Infantile di Reggio Emilia in cui adolescenti con gravi disabilità cognitive si raccontano attraverso il disegno. Il contributo intende proporsi come riflessione intorno a questa esperienza di espressione emozionale, con una particolare attenzione alle modalità in cui i ragazzi dell’Atelier e la loro guida hanno tradotto e rispazializzato il racconto delle loro passioni dai fogli del disegno alla scena teatrale.File | Dimensione | Formato | |
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