Lo scritto è dedicato all’analisi dell’innovativa tecnica decisionale che è stata utilizzata dalla Corte costituzionale, per decidere, dapprima con l’ord. n. 207 del 2018 e poi con la sent. n. 242 del 2019, sul cosiddetto “caso Cappato” (ossia sulla legittimità costituzionale del reato previsto, dall’art. 580 c.p., in tema di aiuto al suicidio). L’ord. n. 207, che l’Autore identifica come primo esempio di una terza species di pronunce di «incostituzionalità accertata ma non dichiarata» accanto alle decisioni di inammissibilità per discrezionalità del legislatore ed alle pronunce di «rigetto con accertamento di incostituzionalità», presenta, accanto ad alcuni pregi, numerose criticità. Che vanno da un uso “disinvolto” delle regole che presiedono al processo costituzionale, ad imprecisioni che riguardano il suo dispositivo, sino al fatto che la Corte si fa promotrice di una nuova disciplina legislativa nonostante il Parlamento, di recente, avesse affrontato la questione in oggetto escludendo in maniera consapevole il suicidio assistito dal novero delle fattispecie regolate dalla l. n. 219 del 2017. Si esaminano, inoltre, i (discussi) effetti del rinvio operato, dal giudice delle leggi, con l’ordinanza in parola, nonché gli scenari alternativi che dallo stesso potevano scaturire a seconda del “seguito” legislativo ottenuto dal monito formulato dall’organo di giustizia costituzionale. Con la sent. n. 242 del 2019, in seguito, la Corte, verificata l’inerzia del decisore politico, ha (finalmente) accolto la quaestio scrutinata mediante l’adozione di una pronuncia complessa e marcatamente manipolativa. Si tratta, infatti, di una decisione con cui la Consulta dichiara l’illegittimità parziale e sopravvenuta dell’art. 580 c.p. facendo ricorso ad un dispositivo doppiamente additivo – la Corte, infatti, differenzia il suo dictum a seconda del versante temporale cui lo stesso fa riferimento (prima o dopo la pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta ufficiale) – a rime solo “possibili” e con monito al legislatore. Anche questa pronuncia, peraltro, presta il fianco ad alcuni rilievi critici. Che riguardano la sua dubbia coerenza con quanto argomentato nell’ordinanza dell’anno precedente, il rispetto del principio processuale di corrispondenza tra chiesto e pronunciato e, per quanto riguarda la componente additiva della decisione, l’osservanza dei principi di determinatezza del precetto penale e della sfera di discrezionalità politica che è riservata al legislatore. L’analisi si conclude con alcune riflessioni, di più ampio respiro, che inducono l’Autore a sostenere che la giurisprudenza Cappato si colloca in maniera esemplare all’interno della fase attualmente attraversata dalla giustizia costituzionale in Italia. Fase che, com’è risaputo, si caratterizza per una marcata prevalenza dell’“anima” politica della Corte costituzionale nell’esercizio delle sue funzioni con tutti i rischi che tale fenomeno inevitabilmente comporta.

Le pronunce Cappato: analisi di una vicenda emblematica della fase attualmente attraversata dal giudizio sulle leggi / Pinardi, R.. - In: CONSULTA ONLINE. - ISSN 1971-9892. - (2020), pp. 1-39.

Le pronunce Cappato: analisi di una vicenda emblematica della fase attualmente attraversata dal giudizio sulle leggi

R. Pinardi
2020

Abstract

Lo scritto è dedicato all’analisi dell’innovativa tecnica decisionale che è stata utilizzata dalla Corte costituzionale, per decidere, dapprima con l’ord. n. 207 del 2018 e poi con la sent. n. 242 del 2019, sul cosiddetto “caso Cappato” (ossia sulla legittimità costituzionale del reato previsto, dall’art. 580 c.p., in tema di aiuto al suicidio). L’ord. n. 207, che l’Autore identifica come primo esempio di una terza species di pronunce di «incostituzionalità accertata ma non dichiarata» accanto alle decisioni di inammissibilità per discrezionalità del legislatore ed alle pronunce di «rigetto con accertamento di incostituzionalità», presenta, accanto ad alcuni pregi, numerose criticità. Che vanno da un uso “disinvolto” delle regole che presiedono al processo costituzionale, ad imprecisioni che riguardano il suo dispositivo, sino al fatto che la Corte si fa promotrice di una nuova disciplina legislativa nonostante il Parlamento, di recente, avesse affrontato la questione in oggetto escludendo in maniera consapevole il suicidio assistito dal novero delle fattispecie regolate dalla l. n. 219 del 2017. Si esaminano, inoltre, i (discussi) effetti del rinvio operato, dal giudice delle leggi, con l’ordinanza in parola, nonché gli scenari alternativi che dallo stesso potevano scaturire a seconda del “seguito” legislativo ottenuto dal monito formulato dall’organo di giustizia costituzionale. Con la sent. n. 242 del 2019, in seguito, la Corte, verificata l’inerzia del decisore politico, ha (finalmente) accolto la quaestio scrutinata mediante l’adozione di una pronuncia complessa e marcatamente manipolativa. Si tratta, infatti, di una decisione con cui la Consulta dichiara l’illegittimità parziale e sopravvenuta dell’art. 580 c.p. facendo ricorso ad un dispositivo doppiamente additivo – la Corte, infatti, differenzia il suo dictum a seconda del versante temporale cui lo stesso fa riferimento (prima o dopo la pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta ufficiale) – a rime solo “possibili” e con monito al legislatore. Anche questa pronuncia, peraltro, presta il fianco ad alcuni rilievi critici. Che riguardano la sua dubbia coerenza con quanto argomentato nell’ordinanza dell’anno precedente, il rispetto del principio processuale di corrispondenza tra chiesto e pronunciato e, per quanto riguarda la componente additiva della decisione, l’osservanza dei principi di determinatezza del precetto penale e della sfera di discrezionalità politica che è riservata al legislatore. L’analisi si conclude con alcune riflessioni, di più ampio respiro, che inducono l’Autore a sostenere che la giurisprudenza Cappato si colloca in maniera esemplare all’interno della fase attualmente attraversata dalla giustizia costituzionale in Italia. Fase che, com’è risaputo, si caratterizza per una marcata prevalenza dell’“anima” politica della Corte costituzionale nell’esercizio delle sue funzioni con tutti i rischi che tale fenomeno inevitabilmente comporta.
2020
24-apr-2020
1
39
Le pronunce Cappato: analisi di una vicenda emblematica della fase attualmente attraversata dal giudizio sulle leggi / Pinardi, R.. - In: CONSULTA ONLINE. - ISSN 1971-9892. - (2020), pp. 1-39.
Pinardi, R.
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