L’articolo presenta una panoramica delle riforme del mercato del lavoro che si sono susseguite in Italia a partire dalla fine degli anni Novanta, evidenziando una sostanziale linea di continuità, costituita dall’ampliamento del ricorso a tipologie contrattuali atipiche nei rapporti di lavoro. Se l’introduzione del Jobs Act lasciava presagire il passaggio a una tipologia contrattuale unica, il contratto a tutele crescenti, l’ampliamento della deregolamentazione dei contratti a termine ha disatteso questa aspettativa. Mentre nel 2015 lo sgravio contributivo concesso alle imprese sulle nuove assunzioni con il contratto a tutele crescenti sembra aver prodotto un effetto importante, già nei primi otto mesi del 2016, quando lo sgravio è stato ridotto al 40%, l’andamento dei flussi sembra tornato in linea con il trend degli anni precedenti. Inoltre, l’aumento del ricorso a forme contrattuali atipiche si è registrato in maniera più forte nei settori produttivi dove il livello di flessibilità era già alto. Se si guarda anche alla distribuzione territoriale, emerge che le regioni che presentano situazioni più critiche in termini di occupazione sono quelle che sperimentano una diminuzione più consistente nel ricorso a contratti a tempo indeterminato.
Job security, flexicurity o insecurity? Il mercato del lavoro in Italia fra dualismo e riforme / Patriarca, Fabrizio; Tilli, Riccardo. - In: LA RIVISTA DELLE POLITICHE SOCIALI. - ISSN 1724-5389. - (2016), pp. 203-223.
Job security, flexicurity o insecurity? Il mercato del lavoro in Italia fra dualismo e riforme
Fabrizio Patriarca
;
2016
Abstract
L’articolo presenta una panoramica delle riforme del mercato del lavoro che si sono susseguite in Italia a partire dalla fine degli anni Novanta, evidenziando una sostanziale linea di continuità, costituita dall’ampliamento del ricorso a tipologie contrattuali atipiche nei rapporti di lavoro. Se l’introduzione del Jobs Act lasciava presagire il passaggio a una tipologia contrattuale unica, il contratto a tutele crescenti, l’ampliamento della deregolamentazione dei contratti a termine ha disatteso questa aspettativa. Mentre nel 2015 lo sgravio contributivo concesso alle imprese sulle nuove assunzioni con il contratto a tutele crescenti sembra aver prodotto un effetto importante, già nei primi otto mesi del 2016, quando lo sgravio è stato ridotto al 40%, l’andamento dei flussi sembra tornato in linea con il trend degli anni precedenti. Inoltre, l’aumento del ricorso a forme contrattuali atipiche si è registrato in maniera più forte nei settori produttivi dove il livello di flessibilità era già alto. Se si guarda anche alla distribuzione territoriale, emerge che le regioni che presentano situazioni più critiche in termini di occupazione sono quelle che sperimentano una diminuzione più consistente nel ricorso a contratti a tempo indeterminato.File | Dimensione | Formato | |
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