Le pianure alluvionali sono tra le aree più popolate al mondo per le favorevoli caratteristiche morfologiche e la ricchezza di risorse. Sono piane formate dai sedimenti abbandonati dai corsi d'acqua durante le piene. Il divagare dei corsi d’acqua e le alluvioni rendono l’evoluzione di questi ambienti estremamente dinamica, caratteristica oggi notevolmente ridotta dalla costruzione degli argini artificiali. Uno dei risultati della complessa evoluzione delle pianure è che le vestigia di antiche civiltà non sono più visibili perché sepolte sotto spessi strati di sedimenti fluviali. Tra gli esempi più noti ricordiamo le civiltà mesopotamiche, dell’Antico Egitto e dell’età del bronzo della Cina. Proprio come a Modena, dove i resti della nostra antica città fondata 2200 anni fa giacciono ben al di sotto dell’area urbana moderna, a circa 5 metri di profondità. Ma com’è possibile che questo sia accaduto? Perché Mutina è sepolta a così grande profondità? La risposta a questa domanda è nascosta all’interno dei sedimenti stessi. I sedimenti rappresentano un vero e proprio archivio di inestimabile valore per ricostruire l’evoluzione degli ambienti e delle caratteristiche climatiche nelle quali hanno vissuto i nostri antenati. E per indagare le modalità con le quali è avvenuta la sedimentazione nella pianura modenese dobbiamo fare riferimento a due recenti fenomeni geologici che hanno sconvolto il nostro territorio: il terremoto del 2012 e l’alluvione del 2014. È proprio grazie allo studio di questi eventi che possiamo scoprire come la città romana sia stata lentamente “inghiottita” nel sottosuolo. Si tratta di una storia per molti versi drammatica, che ci racconta la lotta millenaria dei nostri antenati contro le alluvioni e i terremoti.
Mutina sepolta: inquadramento geologico dell’area urbana di Modena / Lugli, S.. - (2017), pp. 16-19.
Mutina sepolta: inquadramento geologico dell’area urbana di Modena
Lugli, S.
Writing – Review & Editing
2017
Abstract
Le pianure alluvionali sono tra le aree più popolate al mondo per le favorevoli caratteristiche morfologiche e la ricchezza di risorse. Sono piane formate dai sedimenti abbandonati dai corsi d'acqua durante le piene. Il divagare dei corsi d’acqua e le alluvioni rendono l’evoluzione di questi ambienti estremamente dinamica, caratteristica oggi notevolmente ridotta dalla costruzione degli argini artificiali. Uno dei risultati della complessa evoluzione delle pianure è che le vestigia di antiche civiltà non sono più visibili perché sepolte sotto spessi strati di sedimenti fluviali. Tra gli esempi più noti ricordiamo le civiltà mesopotamiche, dell’Antico Egitto e dell’età del bronzo della Cina. Proprio come a Modena, dove i resti della nostra antica città fondata 2200 anni fa giacciono ben al di sotto dell’area urbana moderna, a circa 5 metri di profondità. Ma com’è possibile che questo sia accaduto? Perché Mutina è sepolta a così grande profondità? La risposta a questa domanda è nascosta all’interno dei sedimenti stessi. I sedimenti rappresentano un vero e proprio archivio di inestimabile valore per ricostruire l’evoluzione degli ambienti e delle caratteristiche climatiche nelle quali hanno vissuto i nostri antenati. E per indagare le modalità con le quali è avvenuta la sedimentazione nella pianura modenese dobbiamo fare riferimento a due recenti fenomeni geologici che hanno sconvolto il nostro territorio: il terremoto del 2012 e l’alluvione del 2014. È proprio grazie allo studio di questi eventi che possiamo scoprire come la città romana sia stata lentamente “inghiottita” nel sottosuolo. Si tratta di una storia per molti versi drammatica, che ci racconta la lotta millenaria dei nostri antenati contro le alluvioni e i terremoti.File | Dimensione | Formato | |
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