Rispetto alla semplice pianificazione di decisioni, le riforme e i progetti di innovazione si orientano a grandi valori universali e hanno sempre ambizioni di grande respiro, di mutamento e miglioramento della società complessiva. Le riforme nel settore dell’educazione, per esempio, partono tipicamente dai due valori dell’uguaglianza di opportunità e della qualità delle prestazioni. Ma proprio la scelta di questi valori mostra due caratteristiche interessanti. Per prima cosa i valori non forniscono indicazioni concrete su come realizzarli: devono essere tradotti in programmi decisionali e soprattutto bisogna identificare le variabili sulle quali si può intervenire. Tali variabili sono però sempre e solo di carattere organizzativo (qui: scuole e università): non avrebbe alcun senso voler riformare la società o limitarsi al solo piano interattivo (qui: classe scolastica). In secondo luogo i valori ai quali si orientano le riforme sono sempre almeno duplici e non conciliabili: qualità e uguaglianza sono alternative, non complemengtari. Come mostra il caso della riforma scolastica tedesca degli anni 1965-75, perseguire entrambi i valori contemporaneamente porta a situazioni ambigue e indeterminate e proprio per questo lascia aperte ulteriori possibilità di intervento e quindi anche di evoluzione. Cercare poi di creare condizioni dove i due valori possano essere programmati in modo “armonico”, per esempio limitando o addirittura abolendo la valutazione delle prestazioni, ha come unica conseguenza l’indeterminatezza degli obiettivi pedagogici, come ha mostrato l’esperienza tedesca con la Gesamtschule.
Negative Identität. Evolutionstheoretische Probleme mit Reformen im Erziehungssystem / Corsi, Giancarlo. - STAMPA. - (2013), pp. 133-145.
Negative Identität. Evolutionstheoretische Probleme mit Reformen im Erziehungssystem.
CORSI, Giancarlo
2013
Abstract
Rispetto alla semplice pianificazione di decisioni, le riforme e i progetti di innovazione si orientano a grandi valori universali e hanno sempre ambizioni di grande respiro, di mutamento e miglioramento della società complessiva. Le riforme nel settore dell’educazione, per esempio, partono tipicamente dai due valori dell’uguaglianza di opportunità e della qualità delle prestazioni. Ma proprio la scelta di questi valori mostra due caratteristiche interessanti. Per prima cosa i valori non forniscono indicazioni concrete su come realizzarli: devono essere tradotti in programmi decisionali e soprattutto bisogna identificare le variabili sulle quali si può intervenire. Tali variabili sono però sempre e solo di carattere organizzativo (qui: scuole e università): non avrebbe alcun senso voler riformare la società o limitarsi al solo piano interattivo (qui: classe scolastica). In secondo luogo i valori ai quali si orientano le riforme sono sempre almeno duplici e non conciliabili: qualità e uguaglianza sono alternative, non complemengtari. Come mostra il caso della riforma scolastica tedesca degli anni 1965-75, perseguire entrambi i valori contemporaneamente porta a situazioni ambigue e indeterminate e proprio per questo lascia aperte ulteriori possibilità di intervento e quindi anche di evoluzione. Cercare poi di creare condizioni dove i due valori possano essere programmati in modo “armonico”, per esempio limitando o addirittura abolendo la valutazione delle prestazioni, ha come unica conseguenza l’indeterminatezza degli obiettivi pedagogici, come ha mostrato l’esperienza tedesca con la Gesamtschule.File | Dimensione | Formato | |
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