L’azione farmacologica del naltrexone consiste in una inibizione competitiva a livello dei siti recettoriali per gli oppiacei, come è stato dimostrato in vitro su organi isolati (Leslie et al., 1979) ed in vivo nell’animale. Il Naltrexone produce l’effetto antagonista spostando le molecole dei morfinici a livello recettoriale e bloccandone l’accesso a livello dei recettori (Martin, 1968; Anou, 1978; Anou, 1982). La somministrazione a lungo termine di naltrexone determina un aumento del numero dei recettori cerebrali di tipo mu, kappa e delta (ma non sigma) (Tempel et al., 1982) ed una ipersensibilità recettoriale nel locus coeruleus che può essere accentuata da un successivo trattamento con morfina (Bardo et al., 1983).. Praticamente il naltrexone non ha attività agonista (Martin et al, 1973; O’Brin et al 1978; Gold et al 1982) e quindi la sospensione del suo uso non si associa a sintomi di astinenza (Anou, 1978), ma in alcuni studi in soggetti sani, non dipendenti da oppiacei, ha determinato un leggero grado di attività agonistica morfinica (miosi, depressione respiratoria, disforia) (Crabtree, 1984; Hollisten et al 1981, Mendelson et al, 1979).

Naltrexone: aspetti di farmacologia ed applicazioni cliniche / Sternieri, E; Ferrari, Anna; Bertolotti, Marco; Stefani, M; Vitale, Giovanni. - In: BOLLETTINO PER LE FARMACODIPENDENZE E L'ALCOLISMO. - ISSN 0392-3126. - STAMPA. - XVII:(1994), pp. 17-23.

Naltrexone: aspetti di farmacologia ed applicazioni cliniche

FERRARI, Anna;BERTOLOTTI, Marco;VITALE, Giovanni
1994

Abstract

L’azione farmacologica del naltrexone consiste in una inibizione competitiva a livello dei siti recettoriali per gli oppiacei, come è stato dimostrato in vitro su organi isolati (Leslie et al., 1979) ed in vivo nell’animale. Il Naltrexone produce l’effetto antagonista spostando le molecole dei morfinici a livello recettoriale e bloccandone l’accesso a livello dei recettori (Martin, 1968; Anou, 1978; Anou, 1982). La somministrazione a lungo termine di naltrexone determina un aumento del numero dei recettori cerebrali di tipo mu, kappa e delta (ma non sigma) (Tempel et al., 1982) ed una ipersensibilità recettoriale nel locus coeruleus che può essere accentuata da un successivo trattamento con morfina (Bardo et al., 1983).. Praticamente il naltrexone non ha attività agonista (Martin et al, 1973; O’Brin et al 1978; Gold et al 1982) e quindi la sospensione del suo uso non si associa a sintomi di astinenza (Anou, 1978), ma in alcuni studi in soggetti sani, non dipendenti da oppiacei, ha determinato un leggero grado di attività agonistica morfinica (miosi, depressione respiratoria, disforia) (Crabtree, 1984; Hollisten et al 1981, Mendelson et al, 1979).
1994
XVII
17
23
Naltrexone: aspetti di farmacologia ed applicazioni cliniche / Sternieri, E; Ferrari, Anna; Bertolotti, Marco; Stefani, M; Vitale, Giovanni. - In: BOLLETTINO PER LE FARMACODIPENDENZE E L'ALCOLISMO. - ISSN 0392-3126. - STAMPA. - XVII:(1994), pp. 17-23.
Sternieri, E; Ferrari, Anna; Bertolotti, Marco; Stefani, M; Vitale, Giovanni
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