Gli autori analizzano il comportamento di diversi dispositivi in vitallim utilizzati, prevalentemente in passato, in ambito oro-maxillo-facciale per esigenze di stabilizzazione rigida dei frammenti ossei. Ad un soggetto, latore di una forma di grado elevato di flogosi locale in rapporto al mezzo osteosintetico, tali dispositivi sono stati necessariamente espiantati ed analizzati assieme ai tessuti circostanti. L’analisi, condotta tramite le usuali tecniche istologiche ma anche per mezzo di scansioni elettroniche e microsonda a raggi X, ha inequivocabilmente dimostrato la diffusione dai mezzi osteosintetici di frazioni di cromo, cobalto, wolframio e nickel. I rapporti tra tale diffusione dei suddetti costituenti metallici, il corrispondente loro accumulo ionico ed la contemporanea presenza di flogosi in rapporto a materiali noti per avere la capacità di generare risposte patologiche da parte dell’organismo, suggeriscono un maggior controllo nell’impiego di materiali meccanicamente dotati da qualità elevate ma perfettamente in grado, dal punto di vista biologico, di generare patologia.
Cessione di elementi da dispositivi per fissazione interna rigida in vitallium / Zaffe, Davide; Bertoldi, Carlo; Consolo, Ugo. - In: BIOMATERIALI. - ISSN 1124-3554. - STAMPA. - 15 (3):(2001), pp. 47-47.
Cessione di elementi da dispositivi per fissazione interna rigida in vitallium.
ZAFFE, Davide;BERTOLDI, Carlo;CONSOLO, Ugo
2001
Abstract
Gli autori analizzano il comportamento di diversi dispositivi in vitallim utilizzati, prevalentemente in passato, in ambito oro-maxillo-facciale per esigenze di stabilizzazione rigida dei frammenti ossei. Ad un soggetto, latore di una forma di grado elevato di flogosi locale in rapporto al mezzo osteosintetico, tali dispositivi sono stati necessariamente espiantati ed analizzati assieme ai tessuti circostanti. L’analisi, condotta tramite le usuali tecniche istologiche ma anche per mezzo di scansioni elettroniche e microsonda a raggi X, ha inequivocabilmente dimostrato la diffusione dai mezzi osteosintetici di frazioni di cromo, cobalto, wolframio e nickel. I rapporti tra tale diffusione dei suddetti costituenti metallici, il corrispondente loro accumulo ionico ed la contemporanea presenza di flogosi in rapporto a materiali noti per avere la capacità di generare risposte patologiche da parte dell’organismo, suggeriscono un maggior controllo nell’impiego di materiali meccanicamente dotati da qualità elevate ma perfettamente in grado, dal punto di vista biologico, di generare patologia.File | Dimensione | Formato | |
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