La distrazione osteogenetica alveolare (ADO) è quel processo che conduce a formazione di nuovo osso alveolare, rimediando così a dismorfismi crestali in altezza e in larghezza. Scopo di questo lavoro è lo studio sui processi ossei al fine di ottimizzare i tempi di riabilitazione protesica implantare. Sette soggetti con insufficienza crestale sono stati trattati con ADO, mediante distrattori intraorali extra-alveolari, per ottenere l’incremento crestale desiderato. Valutazioni cliniche ed esami radiologici erano eseguiti per le successive 12 settimane prima dell’inserzione degli impianti. Biopsie a 40, 60, 88 e 200 giorni venivano studiate con metodi di colorazione generali, specifici per l’osso, istochimici e su microradiografie, analizzate per il Trabecular Bone Volume (TBV). Dopo 40 giorni il callo fibroso mostra la presenza dell’inizio della ossificazione. A 60 giorni il tessuto fibroso è completamente convertito in un trabecolato osseo formato tessuto a fibre intrecciate nel quale le attività osteogenetiche risultano limitate, con TBV di circa il 50%. A 88 giorni il tessuto osseo mostra porzioni a struttura più ordinata (osso a fibre parallele ed osso lamellare). Le attività osteoformative più ridotte e la maggior erosione osteoclastica portano ad una riduzione del 25% della massa scheletrica non evidenziabile con la CT-dental scan. Le analisi densitometriche, tuttavia, indicano un costante incremento della densità minerale ossea dopo l'inserimento degli impianti. In conclusione, i risultati evidenziano uno steady-state delle biopsie a 60 giorni dalla fine della distrazione e una loro regressione con tempi maggiori. Normalmente la natura "parte" ponendo a disposizione una più abbondante massa di tessuto non molto maturo nè organizzato riservandosi, poi, sulla base di precise esigenze funzionali, di eliminare il tessuto superfluo e di organizzare il restante. E' quello cui abbiamo assistito nel callo osseo esaminato, fuorchè non siamo affatto certi che il modello di carico corrispondente al segmento edentulo nel cui ambito il callo è maturato sia simile a quello che lo stesso segmento dovrà avere dopo che gli impianti e la bonifica protesica saranno stati, rispettivamente, inseriti e completata. I risultati, pertanto, sembrano suggerire la possibilità di una inserzione anticipata degli impianti al fine di evitare la perdita di osso e "deviazioni" maturative a causa della presenza di inadeguati stimoli meccanici.
Distrazione osteogenetica alveolare della mandibola: Valutazioni cliniche, radiologiche e istologiche / Consolo, Ugo; Bertoldi, Carlo; Zaffe, Davide. - STAMPA. - Volume Unico:(2000), pp. 33-33. (Intervento presentato al convegno Internationales wintertreffen der Mund-Kiefer- und Gesichtschirurgie Seis am Schlern tenutosi a Alpe di Siusi (BZ) nel 30 Gennaio - 5 Febbraio 2000).
Distrazione osteogenetica alveolare della mandibola: Valutazioni cliniche, radiologiche e istologiche.
CONSOLO, Ugo;BERTOLDI, Carlo;ZAFFE, Davide
2000
Abstract
La distrazione osteogenetica alveolare (ADO) è quel processo che conduce a formazione di nuovo osso alveolare, rimediando così a dismorfismi crestali in altezza e in larghezza. Scopo di questo lavoro è lo studio sui processi ossei al fine di ottimizzare i tempi di riabilitazione protesica implantare. Sette soggetti con insufficienza crestale sono stati trattati con ADO, mediante distrattori intraorali extra-alveolari, per ottenere l’incremento crestale desiderato. Valutazioni cliniche ed esami radiologici erano eseguiti per le successive 12 settimane prima dell’inserzione degli impianti. Biopsie a 40, 60, 88 e 200 giorni venivano studiate con metodi di colorazione generali, specifici per l’osso, istochimici e su microradiografie, analizzate per il Trabecular Bone Volume (TBV). Dopo 40 giorni il callo fibroso mostra la presenza dell’inizio della ossificazione. A 60 giorni il tessuto fibroso è completamente convertito in un trabecolato osseo formato tessuto a fibre intrecciate nel quale le attività osteogenetiche risultano limitate, con TBV di circa il 50%. A 88 giorni il tessuto osseo mostra porzioni a struttura più ordinata (osso a fibre parallele ed osso lamellare). Le attività osteoformative più ridotte e la maggior erosione osteoclastica portano ad una riduzione del 25% della massa scheletrica non evidenziabile con la CT-dental scan. Le analisi densitometriche, tuttavia, indicano un costante incremento della densità minerale ossea dopo l'inserimento degli impianti. In conclusione, i risultati evidenziano uno steady-state delle biopsie a 60 giorni dalla fine della distrazione e una loro regressione con tempi maggiori. Normalmente la natura "parte" ponendo a disposizione una più abbondante massa di tessuto non molto maturo nè organizzato riservandosi, poi, sulla base di precise esigenze funzionali, di eliminare il tessuto superfluo e di organizzare il restante. E' quello cui abbiamo assistito nel callo osseo esaminato, fuorchè non siamo affatto certi che il modello di carico corrispondente al segmento edentulo nel cui ambito il callo è maturato sia simile a quello che lo stesso segmento dovrà avere dopo che gli impianti e la bonifica protesica saranno stati, rispettivamente, inseriti e completata. I risultati, pertanto, sembrano suggerire la possibilità di una inserzione anticipata degli impianti al fine di evitare la perdita di osso e "deviazioni" maturative a causa della presenza di inadeguati stimoli meccanici.File | Dimensione | Formato | |
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