Questo studio è diretto a valutare i risultati conseguibili mediante l’impiego di moderni criteri di previsione di rigenerazione tissutale che potrebbero permettere di anticipare efficientemente la fase conservativa su quella parodontale chirurgica. Materiali e Metodi: Sono stati selezionati dei pazienti che presentavano recessioni di Miller di I e II classe associate a carie cervicale. La lesione cariosa è stata trattata mediante ricostruzione conservativa di V classe con l’utilizzo di compositi nanoriempiti previa valutazione del livello più fisiologicamente corretto di posizionamento della CEJ in previsione del futuro trattamento di chirurgia plastica mucogengivale. Due settimane dopo la terapia conservativa è stato trattata la recessione mediante terapia chirurgica plastica mucogengivale mediante tecnica bilaminare costituita da coronally advanced flap con innesto connettivale come precedentemente descritto. Il paziente è stato richiamato per sedute di controllo post-chirurgico a 1, 2, 3 e 4 settimane. Le misurazioni cliniche sono state eseguite a T0 (baseline) e a T1 (12 mesi); Risultati: Sono stati inclusi nello studio complessivamente 6 pazienti, di età compresa tra i 20 ed i 44 anni costituito da 3 individui di sesso femminile e 3 di sesso maschile. In particolare il confronto longitudinale tra i dati raccolti aT1 (baseline) e a T2 (12 mesi) presentava una rilevanza statistica di risoluzione clinica per i parametri Rec depth, Rec width, Rec thickness, CAL e presenza di gradino. Conclusioni: La sola terapia conservativa così come quella parodontale non riescono a risolvere separatamente completamente il problema estetico in un elemento che presenta recessione e di conseguenza una corona clinica eccessivamente lunga. Per questo motivo è necessario utilizzare una tecnica combinata chirurgico-conservativa. Il nostro studio longitudinale dimostra che l’esecuzione conservativa anticipatamente alla fase chirurgica permette di poter agire in modo meno traumatico sui tessuti rigenerati e di aver a disposizione maggiori spazi per eseguire un restauro più preciso in rapporto al rispetto dei margini dente/materiale ed anche in correlazione ai parametri estetici del restauro stesso. Per converso un errore nella impostazione della fase conservative (soprattutto nella definizione corretta della CEJ) potrebbe portare ad una facile sottostima del problema recessorio e quindi ad una serie di facili quanto incongruenti “falsi” successi terapeutici.
Trattamento di recessioni gengivali mediante chirurgia plastica mucogengivale in lesioni cariose di V classe / Bertoldi, Carlo; Lucchi, A.; Generali, Luigi; Pellacani, C.; Guaitolini, S.; Giannetti, Luca; Consolo, Ugo. - In: DOCTOR. OS. - ISSN 1120-7140. - STAMPA. - 21 (Suppl 1):(2010), pp. 9-12.
Trattamento di recessioni gengivali mediante chirurgia plastica mucogengivale in lesioni cariose di V classe.
BERTOLDI, Carlo;GENERALI, Luigi;GIANNETTI, Luca;CONSOLO, Ugo
2010
Abstract
Questo studio è diretto a valutare i risultati conseguibili mediante l’impiego di moderni criteri di previsione di rigenerazione tissutale che potrebbero permettere di anticipare efficientemente la fase conservativa su quella parodontale chirurgica. Materiali e Metodi: Sono stati selezionati dei pazienti che presentavano recessioni di Miller di I e II classe associate a carie cervicale. La lesione cariosa è stata trattata mediante ricostruzione conservativa di V classe con l’utilizzo di compositi nanoriempiti previa valutazione del livello più fisiologicamente corretto di posizionamento della CEJ in previsione del futuro trattamento di chirurgia plastica mucogengivale. Due settimane dopo la terapia conservativa è stato trattata la recessione mediante terapia chirurgica plastica mucogengivale mediante tecnica bilaminare costituita da coronally advanced flap con innesto connettivale come precedentemente descritto. Il paziente è stato richiamato per sedute di controllo post-chirurgico a 1, 2, 3 e 4 settimane. Le misurazioni cliniche sono state eseguite a T0 (baseline) e a T1 (12 mesi); Risultati: Sono stati inclusi nello studio complessivamente 6 pazienti, di età compresa tra i 20 ed i 44 anni costituito da 3 individui di sesso femminile e 3 di sesso maschile. In particolare il confronto longitudinale tra i dati raccolti aT1 (baseline) e a T2 (12 mesi) presentava una rilevanza statistica di risoluzione clinica per i parametri Rec depth, Rec width, Rec thickness, CAL e presenza di gradino. Conclusioni: La sola terapia conservativa così come quella parodontale non riescono a risolvere separatamente completamente il problema estetico in un elemento che presenta recessione e di conseguenza una corona clinica eccessivamente lunga. Per questo motivo è necessario utilizzare una tecnica combinata chirurgico-conservativa. Il nostro studio longitudinale dimostra che l’esecuzione conservativa anticipatamente alla fase chirurgica permette di poter agire in modo meno traumatico sui tessuti rigenerati e di aver a disposizione maggiori spazi per eseguire un restauro più preciso in rapporto al rispetto dei margini dente/materiale ed anche in correlazione ai parametri estetici del restauro stesso. Per converso un errore nella impostazione della fase conservative (soprattutto nella definizione corretta della CEJ) potrebbe portare ad una facile sottostima del problema recessorio e quindi ad una serie di facili quanto incongruenti “falsi” successi terapeutici.File | Dimensione | Formato | |
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