Scopo del presente studio pilota, randomizzato e controllato è quello di comparare l’efficacia del condizionamento radicolare mediante acido etilendimminotetracetico (EDTA) nel trattamento di difetti intraossei profondi in termini di riduzione radiografica del difetto utilizzando tecniche di chirurgia minimamente invasiva. Materiali e Metodi: Sono stati inclusi nello studio 8 pazienti sistemicamente sani, di età media di 40,88 ± 7,2 (compresa tra i 29 i 49 anni), nel gruppo TG1 l’età media era 40,05 ± 9,7 mentre net TG2 era 41,25 ± 5,1. I pazienti venivano scelti tra coloro che soffrivano di parodontite cronica moderata o grave. I soggetti selezionati dovevano presentare almeno un difetto intraosseo angolare maggiore di 6 mm al sondaggio (PPD) e con una componente intraossea radiologica maggiore a 3 mm. L’angolo del difetto doveva essere inferiore a 36°. Il difetto, inoltre, doveva avere una preponderante componente a 3 e a 2 pareti. Lo studio poneva a confronto 2 differenti metodologie di trattamento; lo stesso accesso chirurgico, basato su principi di chirurgia minimamente invasiva e preservazione papillare, veniva attuato su difetti intraossei angolari. La scelta dei soggetti e quindi dei siti che dovevano essere sottoposti a condizionamento preventivo all’applicazione dei EMP (PrefGel & Emdogain, Straumann, Basel, Switzerland) con gel di EDTA al 24% (pH 6,7) (trattamento gruppo 1 - TG1) secondo le istruzioni del produttore e di quelli che sarebbero stati trattati con EMP senza preventivo condizionalmento (trattamento gruppo 2 – TG2), era basata su un criterio di randomizzazione semplice. Le misurazioni radiologiche, che costituiscono la base sperimentale del presente studio, erano eseguite mediante un centratore (Rinn, Dentsply, Weybridge, UK) reso individuale mediante un “bite” in silicone. Le valutazioni erano eseguite in fase iniziale (fase T0), immediatamente dopo l’intervento (T1), a 1 mese (T2) ed a 6 mesi dall’intervento (T3). Venivano registrate le seguenti misure lineari: - Profondità della componente intraossea del difetto (IBC) considerandola come la distanza verticale intercorrente (in mm) dalla cresta ossea al punto più apicale del difetto - Angolo del difetto (DA); misurato in gradi e definito come l’angolo compreso tra il profilo della radice e la parete verticale ossea del difetto. Risultati: Confrontando orizzontalmente, in rapporto all’IBC, i gruppi TG1 e TG2 tra loro nella fase iniziale (T0) così come nelle diverse fasi successive (T1, T2 e T3), il valore di P rimaneva maggiore di 0,06 per cui non si rilevavano tra essi differenze statisticamente significative. L’indagine statistica longitudinale attuata su TG1 presentava risultati significativi solo tra T1 e T4; lo stesso risultato statistico si otteneva dall’analoga valutazione del TG2. Conclusioni: In questo studio pilota si è deciso di valutare a 6 mesi unicamente il parametro radiologico poiché alcune indicazioni sono emerse del tutto recentemente circa la possibile compromissione dei risultati rigenerativi conseguibili operando dei sondaggi antecedentemente ad un anno dall’intervento. Nel nostro studio abbiamo ottenuto risultati favorevoli a 6 mesi con entrambe le metodologie di intervento. Pur con i limiti insiti in uno studio pilota, i risultati emersi depongono per una “tendenza” rigenerativa decisamente marcata a 6 mesi dall’intervento mentre il potenziale contributo del condizionamento radicolare con gel di EDTA sulla rigenerazione della quota calcifica del difetto intraosseo non sembra significativo.
Derivati proteici della matrice dello smalto ed il condizionamento radicolare mediante gel di acido etilendiamminotetraacetico nel trattamento rigenerativo dei difetti intraossei con principi di chirurgia minimamente invasiva: uno studio pilota / Bertoldi, Carlo; Zaffe, Davide; Bencivenni, D.; Giannetti, Luca; Lucchi, A.; Consolo, Ugo. - In: DOCTOR. OS. - ISSN 1120-7140. - STAMPA. - 19 (Suppl.1):(2008), pp. 168-171.
Derivati proteici della matrice dello smalto ed il condizionamento radicolare mediante gel di acido etilendiamminotetraacetico nel trattamento rigenerativo dei difetti intraossei con principi di chirurgia minimamente invasiva: uno studio pilota.
BERTOLDI, Carlo;ZAFFE, Davide;GIANNETTI, Luca;CONSOLO, Ugo
2008
Abstract
Scopo del presente studio pilota, randomizzato e controllato è quello di comparare l’efficacia del condizionamento radicolare mediante acido etilendimminotetracetico (EDTA) nel trattamento di difetti intraossei profondi in termini di riduzione radiografica del difetto utilizzando tecniche di chirurgia minimamente invasiva. Materiali e Metodi: Sono stati inclusi nello studio 8 pazienti sistemicamente sani, di età media di 40,88 ± 7,2 (compresa tra i 29 i 49 anni), nel gruppo TG1 l’età media era 40,05 ± 9,7 mentre net TG2 era 41,25 ± 5,1. I pazienti venivano scelti tra coloro che soffrivano di parodontite cronica moderata o grave. I soggetti selezionati dovevano presentare almeno un difetto intraosseo angolare maggiore di 6 mm al sondaggio (PPD) e con una componente intraossea radiologica maggiore a 3 mm. L’angolo del difetto doveva essere inferiore a 36°. Il difetto, inoltre, doveva avere una preponderante componente a 3 e a 2 pareti. Lo studio poneva a confronto 2 differenti metodologie di trattamento; lo stesso accesso chirurgico, basato su principi di chirurgia minimamente invasiva e preservazione papillare, veniva attuato su difetti intraossei angolari. La scelta dei soggetti e quindi dei siti che dovevano essere sottoposti a condizionamento preventivo all’applicazione dei EMP (PrefGel & Emdogain, Straumann, Basel, Switzerland) con gel di EDTA al 24% (pH 6,7) (trattamento gruppo 1 - TG1) secondo le istruzioni del produttore e di quelli che sarebbero stati trattati con EMP senza preventivo condizionalmento (trattamento gruppo 2 – TG2), era basata su un criterio di randomizzazione semplice. Le misurazioni radiologiche, che costituiscono la base sperimentale del presente studio, erano eseguite mediante un centratore (Rinn, Dentsply, Weybridge, UK) reso individuale mediante un “bite” in silicone. Le valutazioni erano eseguite in fase iniziale (fase T0), immediatamente dopo l’intervento (T1), a 1 mese (T2) ed a 6 mesi dall’intervento (T3). Venivano registrate le seguenti misure lineari: - Profondità della componente intraossea del difetto (IBC) considerandola come la distanza verticale intercorrente (in mm) dalla cresta ossea al punto più apicale del difetto - Angolo del difetto (DA); misurato in gradi e definito come l’angolo compreso tra il profilo della radice e la parete verticale ossea del difetto. Risultati: Confrontando orizzontalmente, in rapporto all’IBC, i gruppi TG1 e TG2 tra loro nella fase iniziale (T0) così come nelle diverse fasi successive (T1, T2 e T3), il valore di P rimaneva maggiore di 0,06 per cui non si rilevavano tra essi differenze statisticamente significative. L’indagine statistica longitudinale attuata su TG1 presentava risultati significativi solo tra T1 e T4; lo stesso risultato statistico si otteneva dall’analoga valutazione del TG2. Conclusioni: In questo studio pilota si è deciso di valutare a 6 mesi unicamente il parametro radiologico poiché alcune indicazioni sono emerse del tutto recentemente circa la possibile compromissione dei risultati rigenerativi conseguibili operando dei sondaggi antecedentemente ad un anno dall’intervento. Nel nostro studio abbiamo ottenuto risultati favorevoli a 6 mesi con entrambe le metodologie di intervento. Pur con i limiti insiti in uno studio pilota, i risultati emersi depongono per una “tendenza” rigenerativa decisamente marcata a 6 mesi dall’intervento mentre il potenziale contributo del condizionamento radicolare con gel di EDTA sulla rigenerazione della quota calcifica del difetto intraosseo non sembra significativo.File | Dimensione | Formato | |
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