Lo scopo di questo studio è di verificare se il PRP è in grado indurre modificazioni nella trascrizione genica di alcune BMPs strettamente coinvolte nel differenziamento osseo. Materiali e Metodi: Il PRP veniva allestito mediante doppia centrifugazione a 1200 ed a 4400 giri. Una parte del PRP ottenuto era utilizzato per allestire la trombina autologa. Quote di PRP e di trombina non utilizzate clinicamente, con il consenso informato dei pazienti, venivano impiegate per i test in vitro”. L’attivazione del PRP, con il rilascio degli -granuli, era ottenuta unendo il PRP con la trombina (3:1 vol/vol). Le cellule 143B (osteosarcoma umano) sono coltivate in mezzo completo (DMEM+FBS 5 %) 37°c in atmosfera umidificata con 5% di CO2. Le cellule (2,0 * 106 per pozzetto) sono state incubate in presenza o meno di PRP (5% vol/vol) per 24 o 48 ore e successivamente raccolte ed utilizzate per l’estrazione dell’RNA. Ogni esperimento è effettuato in triplicato. Il dosaggio delle BMP2 e BMP7 avveniva mediante sonde nucleotidiche e tecniche di RT-PCR. I risultati sono stati normalizzati rispetto ai livelli di espressione di un gene housekeeping ( HBP/L13) già utilizzato nel nostro laboratorio.(CIT Circulation ) (16). L’espressione relativa di BMP2 BMP6 e BMP7 è stata calcolata rispetto al campione di controllo non trattato con PRP il cui valore di espressione è stata arbitrariamente posto pari a 1, utilizzando il cosiddetto metodo del “delta Ciclo Risultati: Abbiamo quantificato i livelli di espressione dei tre messaggeri codificanti per BMP2, BMP6 e BMP7 in cellule 143B in seguito a trattamento o meno con PRP. In nessuno dei casi (sia dopo 24 che dopo 48 ore di induzione) è stato possibile evidenziare l’espressione di BMP2 nelle cellule 143B. Per quanto riguarda l’espressione di BMP6 e BMP7, il trattamento con PRP determina un incremento significativo di espressione per entrambi i trascritti, sia dopo 24 che 48 ore. In particolare, l’effetto è risultato massimo dopo 24 ore di trattamento nel caso di BMP7. Dopo un picco massimo di espressione a 24 ore, i livelli dei due trascritti diminuiscono a 48 ore, pur mantenendosi superiori ai livelli basali. Conclusioni: In conclusione, i risultati ci fanno ritenere che il PRP possa giocare un ruolo nella induzione di BMP7, mentre altri studi a tempi più prolungati sarebbero necessari per definirne la cinetica di BMP2 e BMP6.
Analisi dell’espressione delle Bone Morphogenetic Proteins in presenza di Platelet-Rich Plasma: studio in vitro su un modello di differenziamento osseo / Bertoldi, Carlo; Pinti, Marcello; Cossarizza, Andrea; Lucchi, A.; Bencivenni, D.; Consolo, Ugo. - In: DOCTOR. OS. - ISSN 1120-7140. - STAMPA. - 18-Vol 1(Suppl 1):(2007), pp. 215-218.
Analisi dell’espressione delle Bone Morphogenetic Proteins in presenza di Platelet-Rich Plasma: studio in vitro su un modello di differenziamento osseo.
BERTOLDI, Carlo;PINTI, Marcello;COSSARIZZA, Andrea;CONSOLO, Ugo
2007
Abstract
Lo scopo di questo studio è di verificare se il PRP è in grado indurre modificazioni nella trascrizione genica di alcune BMPs strettamente coinvolte nel differenziamento osseo. Materiali e Metodi: Il PRP veniva allestito mediante doppia centrifugazione a 1200 ed a 4400 giri. Una parte del PRP ottenuto era utilizzato per allestire la trombina autologa. Quote di PRP e di trombina non utilizzate clinicamente, con il consenso informato dei pazienti, venivano impiegate per i test in vitro”. L’attivazione del PRP, con il rilascio degli -granuli, era ottenuta unendo il PRP con la trombina (3:1 vol/vol). Le cellule 143B (osteosarcoma umano) sono coltivate in mezzo completo (DMEM+FBS 5 %) 37°c in atmosfera umidificata con 5% di CO2. Le cellule (2,0 * 106 per pozzetto) sono state incubate in presenza o meno di PRP (5% vol/vol) per 24 o 48 ore e successivamente raccolte ed utilizzate per l’estrazione dell’RNA. Ogni esperimento è effettuato in triplicato. Il dosaggio delle BMP2 e BMP7 avveniva mediante sonde nucleotidiche e tecniche di RT-PCR. I risultati sono stati normalizzati rispetto ai livelli di espressione di un gene housekeeping ( HBP/L13) già utilizzato nel nostro laboratorio.(CIT Circulation ) (16). L’espressione relativa di BMP2 BMP6 e BMP7 è stata calcolata rispetto al campione di controllo non trattato con PRP il cui valore di espressione è stata arbitrariamente posto pari a 1, utilizzando il cosiddetto metodo del “delta Ciclo Risultati: Abbiamo quantificato i livelli di espressione dei tre messaggeri codificanti per BMP2, BMP6 e BMP7 in cellule 143B in seguito a trattamento o meno con PRP. In nessuno dei casi (sia dopo 24 che dopo 48 ore di induzione) è stato possibile evidenziare l’espressione di BMP2 nelle cellule 143B. Per quanto riguarda l’espressione di BMP6 e BMP7, il trattamento con PRP determina un incremento significativo di espressione per entrambi i trascritti, sia dopo 24 che 48 ore. In particolare, l’effetto è risultato massimo dopo 24 ore di trattamento nel caso di BMP7. Dopo un picco massimo di espressione a 24 ore, i livelli dei due trascritti diminuiscono a 48 ore, pur mantenendosi superiori ai livelli basali. Conclusioni: In conclusione, i risultati ci fanno ritenere che il PRP possa giocare un ruolo nella induzione di BMP7, mentre altri studi a tempi più prolungati sarebbero necessari per definirne la cinetica di BMP2 e BMP6.File | Dimensione | Formato | |
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