Lo screening sierologico su larga scala, effettuato prima o durante la gravidanza, fornisce un mezzo efficace per prevenire le infezioni a trasmissione verticale (ITV) e le loro gravi conseguenze per il prodotto del concepimento. Utilizzando un microarray proteico da noi messo a punto (1), abbiamo voluto determinare i livelli di anticorpi antigene-specifici nei confronti di patogeni a trasmissione verticale nel siero, nei liquidi follicolari (LF) e nei liquidi amniotici (LA) di pazienti gravide sottoposte a IVF, al fine di correlare profili anticorpali specifici con l’esito della gravidanza. Sieri e LF sono stati prelevati da 102 pazienti sottoposte a trattamenti di procreazione medicalmente assistita. LA sono stati ottenuti da 100 pazienti di cui 50 con parto pretermine e 50 con parto a termine. I microarray, allestiti con antigeni, anticorpi e controlli di segnale, come precedentemente descritto (1), sono stati processati con siero, LF o LA e la formazione degli immunocomplessi è stata rivelata mediante anticorpi secondari marcati in fluorescenza. I segnali sono stati letti con uno scanner contenente laser a differenti lunghezze d’onda e successivamente quantificati ed analizzati da un software dedicato. Il saggio ha consentito di rivelare in maniera efficace IgG antigene-specifiche in tutte le matrici saggiate, mentre anticorpi IgM sono stati rilevati solamente nel siero. In particolare, la presenza o assenza di determinati anticorpi IgG nelle coppie di campioni siero/LF provenienti dalla stessa paziente è risultata significativamente correlata a parametri clinici, quali il numero di oociti inseminati di buona qualità o il numero di trasferimenti embrionali avvenuti con successo (2). L’analisi dei profili anticorpali sui LA nel secondo gruppo di 100 pazienti è tuttora in corso. Su questo gruppo di pazienti, inoltre, si sta impiegando un microarray commerciale per valutare la presenza di citochine e/o chemochine da correlare eventualmente con il quadro clinico della paziente e con l’esito della gravidanza (parto a termine o pretermine). Risultati preliminari hanno consentito di dimostrare l’efficacia dell’approccio, evidenziando la presenza di livelli significativi di alcune citochine nei fluidi amniotici. Sono in corso indagini per determinare il contenuto di citochine in tutti i LA oggetto di studio. I dati finora ottenuti sostengono fortemente l’utilizzo del microarray proteico in indagini ad ampio spettro nella diagnosi di ITV; inoltre, l’utilizzo di matrici biologiche differenti dal siero può fornire un valido contributo per la risoluzione di quesiti diagnostici ancora irrisolti. (1) Ardizzoni et al., Eur J Clin Microbiol Infect Dis, 2009. (2) Ardizzoni et al., J Reprod Immunol, 2011.

I MICROARRAY PROTEICI: NUOVI STRUMENTI DI INDAGINE NELLA DIAGNOSTICA DELLE INFEZIONI DA PATOGENI DEL COMPLESSO TORCH / Ardizzoni, Andrea; Manca, Lidia; Baschieri, MARIA CRISTINA; Capodanno, Francesco; LA SALA, Giovanni Battista; Blasi, Elisabetta. - CD-ROM. - (2011), pp. 7-7.

I MICROARRAY PROTEICI: NUOVI STRUMENTI DI INDAGINE NELLA DIAGNOSTICA DELLE INFEZIONI DA PATOGENI DEL COMPLESSO TORCH.

ARDIZZONI, Andrea;MANCA, LIDIA;BASCHIERI, MARIA CRISTINA;LA SALA, Giovanni Battista;BLASI, Elisabetta
2011

Abstract

Lo screening sierologico su larga scala, effettuato prima o durante la gravidanza, fornisce un mezzo efficace per prevenire le infezioni a trasmissione verticale (ITV) e le loro gravi conseguenze per il prodotto del concepimento. Utilizzando un microarray proteico da noi messo a punto (1), abbiamo voluto determinare i livelli di anticorpi antigene-specifici nei confronti di patogeni a trasmissione verticale nel siero, nei liquidi follicolari (LF) e nei liquidi amniotici (LA) di pazienti gravide sottoposte a IVF, al fine di correlare profili anticorpali specifici con l’esito della gravidanza. Sieri e LF sono stati prelevati da 102 pazienti sottoposte a trattamenti di procreazione medicalmente assistita. LA sono stati ottenuti da 100 pazienti di cui 50 con parto pretermine e 50 con parto a termine. I microarray, allestiti con antigeni, anticorpi e controlli di segnale, come precedentemente descritto (1), sono stati processati con siero, LF o LA e la formazione degli immunocomplessi è stata rivelata mediante anticorpi secondari marcati in fluorescenza. I segnali sono stati letti con uno scanner contenente laser a differenti lunghezze d’onda e successivamente quantificati ed analizzati da un software dedicato. Il saggio ha consentito di rivelare in maniera efficace IgG antigene-specifiche in tutte le matrici saggiate, mentre anticorpi IgM sono stati rilevati solamente nel siero. In particolare, la presenza o assenza di determinati anticorpi IgG nelle coppie di campioni siero/LF provenienti dalla stessa paziente è risultata significativamente correlata a parametri clinici, quali il numero di oociti inseminati di buona qualità o il numero di trasferimenti embrionali avvenuti con successo (2). L’analisi dei profili anticorpali sui LA nel secondo gruppo di 100 pazienti è tuttora in corso. Su questo gruppo di pazienti, inoltre, si sta impiegando un microarray commerciale per valutare la presenza di citochine e/o chemochine da correlare eventualmente con il quadro clinico della paziente e con l’esito della gravidanza (parto a termine o pretermine). Risultati preliminari hanno consentito di dimostrare l’efficacia dell’approccio, evidenziando la presenza di livelli significativi di alcune citochine nei fluidi amniotici. Sono in corso indagini per determinare il contenuto di citochine in tutti i LA oggetto di studio. I dati finora ottenuti sostengono fortemente l’utilizzo del microarray proteico in indagini ad ampio spettro nella diagnosi di ITV; inoltre, l’utilizzo di matrici biologiche differenti dal siero può fornire un valido contributo per la risoluzione di quesiti diagnostici ancora irrisolti. (1) Ardizzoni et al., Eur J Clin Microbiol Infect Dis, 2009. (2) Ardizzoni et al., J Reprod Immunol, 2011.
2011
Ardizzoni, Andrea; Manca, Lidia; Baschieri, MARIA CRISTINA; Capodanno, Francesco; LA SALA, Giovanni Battista; Blasi, Elisabetta
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