Le metodiche implanto-protesiche vanno sempre più acquistando una precisa collocazione tra i vari sistemi di riabilitazione occlusale di bocche parzialmente o totalmente edentule. Scopo del lavoro qui presentato non è quello di compiere una disamina critica approfondita sui vari tipi di impianti, bensì quello di proporre un sistema di ancoraggio della sovrastruttura protesica ai pilastri implantari eliminando alcune problematiche tipiche dei sistemi tradizionali laddove questo ancoraggio si ottiene mediante avvitamento del manufatto protesico e non mediante cementazione dello stesso. Lo studio è stato condotto su una casistica di 28 pazienti. La presenza di una vite di ancoraggio è, per ragioni intuibili, sicuramente da preferire rispetto alla cementazione della sovrastruttura protesica. Tale sistema presenta, tuttavia 2 ordini di inconvenienti qualora il sistema di ancoraggio preveda una vite occlusale: 1) La presenza della vite, soprattutto nelle regioni antero-laterali inferiori (canini e premolari) non è sicuramente ben accettata da un punto di vista estetico; 2) La vite di ancoraggio della sovrastruttura protesica tende a fratturarsi, specie nel caso in cui gli elementi dentali del manufatto presentano un'altezza elevata; Senza contare, poi, che per cercare di rimediare all'inestetismo di cui al punto 1 vengono spesso integrate alla protesi implantare opere conservative in resina (con funzioni occlusive e disclusive) che, in quanto tale, tende a consumarsi rischiando di alterare l'assetto occlusale che il protesista aveva impostato. Per ovviare a questi inconvenienti gli autori propongono un sistema di ancoraggio della sovrastruttura protesica basato sull'esecuzione di una prima struttura in metallo (oro da ceramica) a travata molto bassa (detta "sottostruttura") da fissare, mediante avvitamento, direttamente agli impianti. Successivamente la sovrastruttura protesica in oro-ceramica verrà fissata alla sottostruttura mediante piccole viti posizionate sul lato linguale (quindi non visibili) che vadano ad avvitarsi in appositi alloggiamenti preparati su quest'ultima. Il sistema suddetto si presenta estremamente versatile, non si è verificato più alcun caso di frattura delle viti di ancoraggio e la stabilità della sovrastruttura si è rivelata assolutamente valida.
Proposta di una metodica di ancoraggio del manufatto protesico agli impianti osteointegrati / Chiarini, Luigi; Ferronato, G.; Bertoldi, Carlo; Tanza, D.; Pollastri, G.. - In: GIORNALE DI STOMATOLOGIA E DI ORTOGNATODONZIA. - ISSN 1122-1038. - STAMPA. - XII:(1993), pp. 87-90.
Proposta di una metodica di ancoraggio del manufatto protesico agli impianti osteointegrati
CHIARINI, Luigi;BERTOLDI, Carlo;
1993
Abstract
Le metodiche implanto-protesiche vanno sempre più acquistando una precisa collocazione tra i vari sistemi di riabilitazione occlusale di bocche parzialmente o totalmente edentule. Scopo del lavoro qui presentato non è quello di compiere una disamina critica approfondita sui vari tipi di impianti, bensì quello di proporre un sistema di ancoraggio della sovrastruttura protesica ai pilastri implantari eliminando alcune problematiche tipiche dei sistemi tradizionali laddove questo ancoraggio si ottiene mediante avvitamento del manufatto protesico e non mediante cementazione dello stesso. Lo studio è stato condotto su una casistica di 28 pazienti. La presenza di una vite di ancoraggio è, per ragioni intuibili, sicuramente da preferire rispetto alla cementazione della sovrastruttura protesica. Tale sistema presenta, tuttavia 2 ordini di inconvenienti qualora il sistema di ancoraggio preveda una vite occlusale: 1) La presenza della vite, soprattutto nelle regioni antero-laterali inferiori (canini e premolari) non è sicuramente ben accettata da un punto di vista estetico; 2) La vite di ancoraggio della sovrastruttura protesica tende a fratturarsi, specie nel caso in cui gli elementi dentali del manufatto presentano un'altezza elevata; Senza contare, poi, che per cercare di rimediare all'inestetismo di cui al punto 1 vengono spesso integrate alla protesi implantare opere conservative in resina (con funzioni occlusive e disclusive) che, in quanto tale, tende a consumarsi rischiando di alterare l'assetto occlusale che il protesista aveva impostato. Per ovviare a questi inconvenienti gli autori propongono un sistema di ancoraggio della sovrastruttura protesica basato sull'esecuzione di una prima struttura in metallo (oro da ceramica) a travata molto bassa (detta "sottostruttura") da fissare, mediante avvitamento, direttamente agli impianti. Successivamente la sovrastruttura protesica in oro-ceramica verrà fissata alla sottostruttura mediante piccole viti posizionate sul lato linguale (quindi non visibili) che vadano ad avvitarsi in appositi alloggiamenti preparati su quest'ultima. Il sistema suddetto si presenta estremamente versatile, non si è verificato più alcun caso di frattura delle viti di ancoraggio e la stabilità della sovrastruttura si è rivelata assolutamente valida.File | Dimensione | Formato | |
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