Si tratta di una faglia che si sviluppa nell’Alta Val Badia, con direzione NNW-SSE, lungo l’allineamento Col da Oi - rifugio Gardenaccia - Col Alto - Passo Incisa - Rio Salvazza, identificata per la prima volta da Panizza & alii (1978). Essa ha avuto importanti conseguenze geomorfologiche sia dirette, quale la formazione di numerosi piani e scarpate di faglia, sia indirette, quali i numerosi, vari, profondi ed estesi fenomeni di frana che si rinvengono lungo tutto il suo percorso. Viene qui illustrato il quadro, aggiornato sulla base dei rilievi condotti negli ultimi anni e avvalorato da datazioni al radiocarbonio di corpi di frana legati alla presenza della linea tettonica, delle evidenze geomorfologiche e geologiche di campagna che permettono di confermare e precisare le ipotesi di Panizza & alii (1978) già riprese successivamente da Castaldini & Panizza (1991). In particolare, tutti i dati, le evidenze e gli indizi morfoneotettonici e geologici rinvenuti permettono di classificare il lineamento come “elemento neotettonico ritenuto attivo in base ai numerosi, qualificati e congruenti indizi geomorfologici” secondo la nomenclatura di Panizza & alii (1987). Essi inoltre fanno ritenere la faglia attiva nel Pleistocene e forse nell’Olocene, con movimento prevalentemente orizzontale destrorso. La faglia, infine, può essere ritenuta “capace”, sia secondo la definizione di IAEA che quella di USMRC (cfr. Caggiano, 1979).
Conseguenze geomorfologiche di una faglia neotettonica nell’Alta Val Badia (Dolomiti) / Corsini, Alessandro; Panizza, Mario. - STAMPA. - (2003), pp. 163-176. (Intervento presentato al convegno Convegno conclusivo progetto MIUR "Risposta dei processi geomorfologici alle variazioni ambientali" tenutosi a Bologna nel 10-11 feb 2000).
Conseguenze geomorfologiche di una faglia neotettonica nell’Alta Val Badia (Dolomiti)
CORSINI, Alessandro;PANIZZA, Mario
2003
Abstract
Si tratta di una faglia che si sviluppa nell’Alta Val Badia, con direzione NNW-SSE, lungo l’allineamento Col da Oi - rifugio Gardenaccia - Col Alto - Passo Incisa - Rio Salvazza, identificata per la prima volta da Panizza & alii (1978). Essa ha avuto importanti conseguenze geomorfologiche sia dirette, quale la formazione di numerosi piani e scarpate di faglia, sia indirette, quali i numerosi, vari, profondi ed estesi fenomeni di frana che si rinvengono lungo tutto il suo percorso. Viene qui illustrato il quadro, aggiornato sulla base dei rilievi condotti negli ultimi anni e avvalorato da datazioni al radiocarbonio di corpi di frana legati alla presenza della linea tettonica, delle evidenze geomorfologiche e geologiche di campagna che permettono di confermare e precisare le ipotesi di Panizza & alii (1978) già riprese successivamente da Castaldini & Panizza (1991). In particolare, tutti i dati, le evidenze e gli indizi morfoneotettonici e geologici rinvenuti permettono di classificare il lineamento come “elemento neotettonico ritenuto attivo in base ai numerosi, qualificati e congruenti indizi geomorfologici” secondo la nomenclatura di Panizza & alii (1987). Essi inoltre fanno ritenere la faglia attiva nel Pleistocene e forse nell’Olocene, con movimento prevalentemente orizzontale destrorso. La faglia, infine, può essere ritenuta “capace”, sia secondo la definizione di IAEA che quella di USMRC (cfr. Caggiano, 1979).Pubblicazioni consigliate
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