Il saggio è un tentativo di contribuire alla comprensione delle particolari difficoltà traduttive connesse al nonsense. Per nonsense si intendono certi testi letterari che si allacciano, in qualche modo, alla tradizione di Edward Lear e Lewis Carroll, testi che si richiamano, in varie forme, all’idea del puro gioco e si distinguono per certe tecniche linguistiche come la polisemia e l’omonimia, le contrazioni lessicali (“portemanteau words”) e le concretizzazioni o animazioni di concetti astratti. Come ha mostrato Freud nel 1900 nella sua Interpretazione dei sogni, queste tecniche entrano nel repertorio del lavoro onirico. Si tratta di strumenti linguistici che permettono di far funzionare il meccanismo dello “spostamento” (“Verschiebung”), della “condensazione” (“Verdichtung”) e della “drammatizzazione” (“Verbildlichung”). Il saggio mette in evidenza l’importanza della fedeltà traduttiva nei confronti di questi meccanismi e, nello stesso tempo, la relativa arbitrarietà del materiale lessicale che li costituiscono. I testi su cui si basa l’argomentazione sono alcune traduzioni della poesia Der Werwolf, scritta da Christian Morgenstern intorno al 1906: le due versioni francesi del Loup-garou di André Thérive e Roland Platteau, le due versioni spagnole di José Maria Valverde e di Hans Eiseneck – El caba-yo e El hechicero – e la traduzione inglese di Max Knight: The Banshee. Dall’analisi delle traduzioni risultano diversi modi di giocare nelle rispettive lingue con diverse omonimie e omofonie che permettono ai traduttori di realizzare lo “spostamento” semantico fondamentale che, nell’originale tedesco, porta dal lupo mannaro al “lupo chi?”
Come si piega il lupo mannaro senza uccidere il pesce che canta. Tradurre il nonsense / Kretschmer, Ernst. - In: IL LETTORE DI PROVINCIA. - ISSN 0024-1350. - STAMPA. - 138:(2012), pp. 121-134.
Come si piega il lupo mannaro senza uccidere il pesce che canta. Tradurre il nonsense.
KRETSCHMER, Ernst
2012
Abstract
Il saggio è un tentativo di contribuire alla comprensione delle particolari difficoltà traduttive connesse al nonsense. Per nonsense si intendono certi testi letterari che si allacciano, in qualche modo, alla tradizione di Edward Lear e Lewis Carroll, testi che si richiamano, in varie forme, all’idea del puro gioco e si distinguono per certe tecniche linguistiche come la polisemia e l’omonimia, le contrazioni lessicali (“portemanteau words”) e le concretizzazioni o animazioni di concetti astratti. Come ha mostrato Freud nel 1900 nella sua Interpretazione dei sogni, queste tecniche entrano nel repertorio del lavoro onirico. Si tratta di strumenti linguistici che permettono di far funzionare il meccanismo dello “spostamento” (“Verschiebung”), della “condensazione” (“Verdichtung”) e della “drammatizzazione” (“Verbildlichung”). Il saggio mette in evidenza l’importanza della fedeltà traduttiva nei confronti di questi meccanismi e, nello stesso tempo, la relativa arbitrarietà del materiale lessicale che li costituiscono. I testi su cui si basa l’argomentazione sono alcune traduzioni della poesia Der Werwolf, scritta da Christian Morgenstern intorno al 1906: le due versioni francesi del Loup-garou di André Thérive e Roland Platteau, le due versioni spagnole di José Maria Valverde e di Hans Eiseneck – El caba-yo e El hechicero – e la traduzione inglese di Max Knight: The Banshee. Dall’analisi delle traduzioni risultano diversi modi di giocare nelle rispettive lingue con diverse omonimie e omofonie che permettono ai traduttori di realizzare lo “spostamento” semantico fondamentale che, nell’originale tedesco, porta dal lupo mannaro al “lupo chi?”File | Dimensione | Formato | |
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