Studio sulla sopravvivenza di Legionella pneumophila in microhabitat idrici artificiali: macrometodo

Mentre risulta ormai accertato il ruolo di A.polyphaga nella sopravvivenza di L. pneumophila in ambiente idrico, poco o nulla si conosce sull’influenza della flora batterica albergata nello stesso habitat. Nel presente studio è stata valutata in “macrometodo” la sopravvivenza di uno stipite di L.pneumophila inoculato singolarmente o in associazione con due ceppi di Pseudomonas spp. di provenienza idrica e uno di Acanthamoeba polyphaga, in bottiglie di vetro Pyrex da 1 litro contenenti acqua condottata filtrata, incubate a 4°C e a 30°C. I risultati mostrano che a 30°C L.pneumophila presenta un andamento pressochè sovrapponibile sia quando inoculata singolarmente che in tutti i campioni in cui è presente l’ameba, con una carica di poco inferiore a 104 UFC/ml, anche a 40 giorni dall’inoculo. Quando è posta a 4°C, L.pneumophila, inoculata singolarmente risulta abbattuta già dopo 24-48 ore, mentre associata all’ameba presenta solo un lieve decremento che consente, comunque, di rilevare ancora il microrganismo almeno fino al 40° giorno. Questa sopravvivenza riconducibile alla condizione di parassita, sembra essere influenzata negativamente dalla presenza di batteri di origine idrica; infatti nei campioni in cui sono stati inoculati P.fluorescens o P. putida insieme al protozoo, si assiste ad un più accentuato calo iniziale seguito da un andamento pressochè costante. Al contrario nei campioni in cui, in assenza di A.polyphaga, è associata con i batteri idrici L. pneumophila mostra la migliore capacità di sopravvivenza, probabilmente a causa di un effetto sinergico dovuto ai due batteri.