L’A. muove nell’analisi dalla constatazione che gli interventi del legislatore nella recente crisi economica in tema di ammortizzatori sociali sono stati improntati ad una logica piuttosto emergenziale, per consentire una reazione rapida volta alla conservazione dei livelli occupazionali, di per sé incompatibile con una riforma organica della materia. Il quadro di insieme delle soluzioni adottate consente, tuttavia, di rintracciare una logica di sistema che prelude ad un possibile sviluppo riformatore. Mancano tuttavia, ad avviso dell’A., i presupposti per la realizzazione del modello della flexicurity, proposto dall’Unione europea. Al riguardo l’A. sottolinea come manchino, in Italia, un robusto sistema dei servizi per il lavoro che prendano in carico il lavoratore disoccupato, un adeguato sistema di formazione dei lavoratori e un sistema di monitoraggio e analisi dei fabbisogni professionali delle imprese, oltre all’ineffettività della condizionalità dei benefici nel contesto di un mercato ancora fortemente caratterizzato da una quota elevata di economia sommersa e lavoro irregolare. All’esito, l’A. conferma l’opportunità di rafforzare l’indennità di disoccupazione come copertura universale all’interno di un sistema strettamente assicurativo con un trattamento decrescente nel tempo, come pure il regime delle sospensioni, con l’obiettivo di una assicurazione contro la disoccupazione parziale attraverso la bilateralità e il rilancio dei fondi interprofessionali per integrare sostegno a reddito e formazione.
L’evoluzione della normativa sugli ammortizzatori sociali tra emergenza e ricerca di una logica di sistema / Tiraboschi, Michele. - In: DIRITTO DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI. - ISSN 1121-8762. - STAMPA. - XX:2(2010), pp. 331-347.
L’evoluzione della normativa sugli ammortizzatori sociali tra emergenza e ricerca di una logica di sistema
Tiraboschi, Michele
2010
Abstract
L’A. muove nell’analisi dalla constatazione che gli interventi del legislatore nella recente crisi economica in tema di ammortizzatori sociali sono stati improntati ad una logica piuttosto emergenziale, per consentire una reazione rapida volta alla conservazione dei livelli occupazionali, di per sé incompatibile con una riforma organica della materia. Il quadro di insieme delle soluzioni adottate consente, tuttavia, di rintracciare una logica di sistema che prelude ad un possibile sviluppo riformatore. Mancano tuttavia, ad avviso dell’A., i presupposti per la realizzazione del modello della flexicurity, proposto dall’Unione europea. Al riguardo l’A. sottolinea come manchino, in Italia, un robusto sistema dei servizi per il lavoro che prendano in carico il lavoratore disoccupato, un adeguato sistema di formazione dei lavoratori e un sistema di monitoraggio e analisi dei fabbisogni professionali delle imprese, oltre all’ineffettività della condizionalità dei benefici nel contesto di un mercato ancora fortemente caratterizzato da una quota elevata di economia sommersa e lavoro irregolare. All’esito, l’A. conferma l’opportunità di rafforzare l’indennità di disoccupazione come copertura universale all’interno di un sistema strettamente assicurativo con un trattamento decrescente nel tempo, come pure il regime delle sospensioni, con l’obiettivo di una assicurazione contro la disoccupazione parziale attraverso la bilateralità e il rilancio dei fondi interprofessionali per integrare sostegno a reddito e formazione.File | Dimensione | Formato | |
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