Dal 9 dicembre 2010 in Italia per poter richiedere il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo è necessario superare un test di conoscenza della lingua italiana di livello A2 del Quadro comune di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue. Accanto all’introduzione di questo requisito, vi sono state recentemente varie proposte sia in Parlamento che presso le Amministrazioni comunali di subordinare l’autorizzazione ad aprire un esercizio commerciale alla dimostrazione di una determinata competenza linguistica, specificata in vari modi e che quasi sempre include anche la conoscenza della lingua scritta. Nello stesso Paese, due diverse indagini relativamente recenti hanno evidenziato che cinque italiani su cento tra i 14 e i 65 anni non sanno distinguere una lettera da un’altra; trentotto riescono solo a leggere con difficoltà una scritta; trentatré hanno difficoltà a comprendere un testo scritto che riguardi fatti collettivi rilevanti nella vita quotidiana. Secondo specialisti internazionali, soltanto il 20% della popolazione adulta italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea (De Mauro, 2008). E sono ormai ben note le difficoltà degli studenti universitari di comprensione e produzione della lingua scritta.I due tipi di dati appaiono in netto contrasto: se, da un lato, si ritiene che per vivere e lavorare in Italia sia necessario avere determinate competenze linguistiche e dimostrare queste competenze mediante il superamento di prove scritte e orali, dall’altro lato, i dati sulle competenze linguistiche dei parlanti nativi mostrano che si può vivere, lavorare ed essere perfino ammessi all’università senza possedere queste competenze e senza doverle dimostrare superando una prova scritta. A ciò si aggiunge che le istituzioni politiche italiane solo in casi eccezionali impongono barriere linguistiche a cittadini stranieri che abbiano lo status di cittadini dell’Unione europea, ai quali, in virtù del principio di non discriminazione sancito dal diritto dell’UE, si applica lo stesso trattamento previsto per i cittadini italiani.La scelta del Ministero dell’Interno di determinare le modalità di svolgimento del test di concerto con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca risulta solo in parte rassicurante, perché la valutazione delle competenze linguistiche implica una serie di problemi complessi, fra i quali il concetto stesso di competenza linguistica, l’individuazione della varietà linguistica di riferimento, le finalità della valutazione, il grado di scolarità dei soggetti da valutare e la stretta interazione tra competenza linguistica, competenza metalinguistica e abilità cognitive nello svolgimento di determinati tipi di prove linguistiche. Nel lavoro si cercherà di discutere questi problemi per evidenziare come la richiesta ai cittadini extracomunitari di dimostrare il possesso di determinate competenze linguistiche si fondi su alcuni pregiudizi, idealizzazioni e semplificazioni sulla competenza linguistica dei parlanti nativi, degli stranieri-cittadini dell’Unione europea e degli stranieri-extracomunitari.

Le conoscenze linguistiche richieste agli immigrati e i pregiudizi delle istituzioni pubbliche / Favilla, Mariaelena. - STAMPA. - (2012), pp. 289-301.

Le conoscenze linguistiche richieste agli immigrati e i pregiudizi delle istituzioni pubbliche

FAVILLA, Mariaelena
2012

Abstract

Dal 9 dicembre 2010 in Italia per poter richiedere il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo è necessario superare un test di conoscenza della lingua italiana di livello A2 del Quadro comune di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue. Accanto all’introduzione di questo requisito, vi sono state recentemente varie proposte sia in Parlamento che presso le Amministrazioni comunali di subordinare l’autorizzazione ad aprire un esercizio commerciale alla dimostrazione di una determinata competenza linguistica, specificata in vari modi e che quasi sempre include anche la conoscenza della lingua scritta. Nello stesso Paese, due diverse indagini relativamente recenti hanno evidenziato che cinque italiani su cento tra i 14 e i 65 anni non sanno distinguere una lettera da un’altra; trentotto riescono solo a leggere con difficoltà una scritta; trentatré hanno difficoltà a comprendere un testo scritto che riguardi fatti collettivi rilevanti nella vita quotidiana. Secondo specialisti internazionali, soltanto il 20% della popolazione adulta italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea (De Mauro, 2008). E sono ormai ben note le difficoltà degli studenti universitari di comprensione e produzione della lingua scritta.I due tipi di dati appaiono in netto contrasto: se, da un lato, si ritiene che per vivere e lavorare in Italia sia necessario avere determinate competenze linguistiche e dimostrare queste competenze mediante il superamento di prove scritte e orali, dall’altro lato, i dati sulle competenze linguistiche dei parlanti nativi mostrano che si può vivere, lavorare ed essere perfino ammessi all’università senza possedere queste competenze e senza doverle dimostrare superando una prova scritta. A ciò si aggiunge che le istituzioni politiche italiane solo in casi eccezionali impongono barriere linguistiche a cittadini stranieri che abbiano lo status di cittadini dell’Unione europea, ai quali, in virtù del principio di non discriminazione sancito dal diritto dell’UE, si applica lo stesso trattamento previsto per i cittadini italiani.La scelta del Ministero dell’Interno di determinare le modalità di svolgimento del test di concerto con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca risulta solo in parte rassicurante, perché la valutazione delle competenze linguistiche implica una serie di problemi complessi, fra i quali il concetto stesso di competenza linguistica, l’individuazione della varietà linguistica di riferimento, le finalità della valutazione, il grado di scolarità dei soggetti da valutare e la stretta interazione tra competenza linguistica, competenza metalinguistica e abilità cognitive nello svolgimento di determinati tipi di prove linguistiche. Nel lavoro si cercherà di discutere questi problemi per evidenziare come la richiesta ai cittadini extracomunitari di dimostrare il possesso di determinate competenze linguistiche si fondi su alcuni pregiudizi, idealizzazioni e semplificazioni sulla competenza linguistica dei parlanti nativi, degli stranieri-cittadini dell’Unione europea e degli stranieri-extracomunitari.
2012
Immigrazione, processi interculturali e cittadinanza attiva
9788863350876
Edizioni Melagrana
ITALIA
Le conoscenze linguistiche richieste agli immigrati e i pregiudizi delle istituzioni pubbliche / Favilla, Mariaelena. - STAMPA. - (2012), pp. 289-301.
Favilla, Mariaelena
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