Questo lavoro proporrà alcune riflessioni emerse da una revisione, a poco meno di dieci anni dal suo completamento, di una ricerca che faceva capo al progetto EU border discourse: changing identities, changing nations, changing stories in EU border communities. Il filo conduttore era dato dall’osservazione e analisi dei processi di costruzione, ricostruzione e trasformazione dell’identità individuale e comunitaria, e più in generale dei mutamenti identitari individuabili in alcune comunità che fino alla caduta del ‘muro di Berlino’ si trovavano al di qua e al di là della cosiddetta ‘cortina di ferro’. I dati raccolti hanno disegnato realtà linguistiche ampiamente interpretabili come risultato di tendenze nazionalistico-nazioniste, sedimentatesi nel corso degli ultimi due secoli. Oggi questa spinta nazionalistica continua ad essere sorretta, e anzi incrementata, dai processi di globalizzazione che, a loro volta, esercitano una pesante pressione nella direzione di una identità monolingue e monoculturale. Il bisogno generalizzato di apprendimento dell’inglese rafforza questa visione monolingue della modernizzazione e dell’internazionalizzazione, come già affermato in letteratura (Hornberger 2002; Schiffman 2006). Del resto, l’Europa costituisce oggi un continente multilingue in cui è però evidente la tensione fra pluralismo linguistico e assimilazione delle ‘piccole’ lingue da parte di quelle dominanti. In tempi recenti serpeggiano preoccupanti fenomeni di localizzazione e di scismogenesi che tendono a difendere delle artificiose ‘piccole patrie’ con la funzione di baluardo contro la globalizzazione. È un pensiero perfettamente rientrante nella ideologia nazionalista. Nelle zone in cui le spinte nazionalistiche hanno condotto all’assenza di politiche linguistiche specifiche per il multilinguismo, i gruppi di minoranza e le comunità di confine sembrano aver patito le conseguenze più gravi, come del resto evidenziato non solo dal materiale del corpus italofono ma anche dai dati relativi alle condizioni sociolinguistiche di tutte le altre comunità considerate dal progetto (Meinhof 2002, JEMS 2003). Fenomeni di forte erosione linguistica sono presenti nel primo caso, mentre chiusura e fenomeni di scismogenesi sono evidenti nel secondo.
Lo sguardo e la parola di una comunità linguistica di confine / Carli, Augusto; Guardiano, Cristina. - STAMPA. - II:(2012), pp. 533-548.
Lo sguardo e la parola di una comunità linguistica di confine
GUARDIANO, Cristina
2012
Abstract
Questo lavoro proporrà alcune riflessioni emerse da una revisione, a poco meno di dieci anni dal suo completamento, di una ricerca che faceva capo al progetto EU border discourse: changing identities, changing nations, changing stories in EU border communities. Il filo conduttore era dato dall’osservazione e analisi dei processi di costruzione, ricostruzione e trasformazione dell’identità individuale e comunitaria, e più in generale dei mutamenti identitari individuabili in alcune comunità che fino alla caduta del ‘muro di Berlino’ si trovavano al di qua e al di là della cosiddetta ‘cortina di ferro’. I dati raccolti hanno disegnato realtà linguistiche ampiamente interpretabili come risultato di tendenze nazionalistico-nazioniste, sedimentatesi nel corso degli ultimi due secoli. Oggi questa spinta nazionalistica continua ad essere sorretta, e anzi incrementata, dai processi di globalizzazione che, a loro volta, esercitano una pesante pressione nella direzione di una identità monolingue e monoculturale. Il bisogno generalizzato di apprendimento dell’inglese rafforza questa visione monolingue della modernizzazione e dell’internazionalizzazione, come già affermato in letteratura (Hornberger 2002; Schiffman 2006). Del resto, l’Europa costituisce oggi un continente multilingue in cui è però evidente la tensione fra pluralismo linguistico e assimilazione delle ‘piccole’ lingue da parte di quelle dominanti. In tempi recenti serpeggiano preoccupanti fenomeni di localizzazione e di scismogenesi che tendono a difendere delle artificiose ‘piccole patrie’ con la funzione di baluardo contro la globalizzazione. È un pensiero perfettamente rientrante nella ideologia nazionalista. Nelle zone in cui le spinte nazionalistiche hanno condotto all’assenza di politiche linguistiche specifiche per il multilinguismo, i gruppi di minoranza e le comunità di confine sembrano aver patito le conseguenze più gravi, come del resto evidenziato non solo dal materiale del corpus italofono ma anche dai dati relativi alle condizioni sociolinguistiche di tutte le altre comunità considerate dal progetto (Meinhof 2002, JEMS 2003). Fenomeni di forte erosione linguistica sono presenti nel primo caso, mentre chiusura e fenomeni di scismogenesi sono evidenti nel secondo.File | Dimensione | Formato | |
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