Lo sviluppo agricolo e industriale della pianura emiliana ha significato la scomparsa di ampie aree palustri e forestali, portando a un paesaggio composto di pochi lembi superstiti a maggior naturalità in una matrice altamente antropizzata. Molte piante ad ampia distribuzione, un tempo comuni, sono oggi scomparse o confinate in piccole zone isolate, o in aree di rifugio originate dalla stessa attività umana, come i canali di bonifica che, sottoposti a regolare manutenzione, svolgono un ruolo notevole per la conservazione biologica.Il Consorzio della Bonifica Burana, ricadente nel bacino idrografico del fiume Panaro, gestisce la difesa idraulica e la distribuzione della risorsa idrica nel territorio qui considerato. Il progetto in corso si propone di individuare metodi di gestione di questi canali in grado di assicurarne prioritariamente l‘efficienza ma anche la tutela delle specie che ivi si rifugiano. In un territorio a bassa naturalità come la pianura emiliana, a fronte di alcune centinaia di specie vegetali a rischio di estinzione, il progetto rappresenta un‘occasione per valorizzare gli aspetti di naturalità della rete idrologica consortile e la sua funzione di collegamento di nodi ecologici attualmente presenti. Il progetto intende affermare la necessità di promuovere azioni condivise per la conservazione biologica fra Istituzioni scientifiche ed Enti di gestione del territorio.

GESTIONE DELLA RETE IDROLOGICA E CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ VEGETALE IN UN TERRITORIO DI BONIFICA (BONIFICA BURANA, EMILIA ORIENTALE) / Dallai, Daniele; Buldrini, Fabrizio; L., Conte; C., Ferrari; E., Fanti; E., Fornasiero; F., Tonelli; C., Zampighi; C., Negrini. - In: BOLLETTINO DEI MUSEI E DEGLI ISTITUTI BIOLOGICI DELL'UNIVERSITÀ DI GENOVA. - ISSN 0373-4110. - ELETTRONICO. - 73:(2011), pp. 154-154. (Intervento presentato al convegno 106° Congresso Nazionale della Società Botanica Italiana tenutosi a Genova nel 21-23 Settembre 2011).

GESTIONE DELLA RETE IDROLOGICA E CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ VEGETALE IN UN TERRITORIO DI BONIFICA (BONIFICA BURANA, EMILIA ORIENTALE)

DALLAI, Daniele;BULDRINI, Fabrizio;
2011

Abstract

Lo sviluppo agricolo e industriale della pianura emiliana ha significato la scomparsa di ampie aree palustri e forestali, portando a un paesaggio composto di pochi lembi superstiti a maggior naturalità in una matrice altamente antropizzata. Molte piante ad ampia distribuzione, un tempo comuni, sono oggi scomparse o confinate in piccole zone isolate, o in aree di rifugio originate dalla stessa attività umana, come i canali di bonifica che, sottoposti a regolare manutenzione, svolgono un ruolo notevole per la conservazione biologica.Il Consorzio della Bonifica Burana, ricadente nel bacino idrografico del fiume Panaro, gestisce la difesa idraulica e la distribuzione della risorsa idrica nel territorio qui considerato. Il progetto in corso si propone di individuare metodi di gestione di questi canali in grado di assicurarne prioritariamente l‘efficienza ma anche la tutela delle specie che ivi si rifugiano. In un territorio a bassa naturalità come la pianura emiliana, a fronte di alcune centinaia di specie vegetali a rischio di estinzione, il progetto rappresenta un‘occasione per valorizzare gli aspetti di naturalità della rete idrologica consortile e la sua funzione di collegamento di nodi ecologici attualmente presenti. Il progetto intende affermare la necessità di promuovere azioni condivise per la conservazione biologica fra Istituzioni scientifiche ed Enti di gestione del territorio.
2011
73
154
154
Dallai, Daniele; Buldrini, Fabrizio; L., Conte; C., Ferrari; E., Fanti; E., Fornasiero; F., Tonelli; C., Zampighi; C., Negrini
GESTIONE DELLA RETE IDROLOGICA E CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ VEGETALE IN UN TERRITORIO DI BONIFICA (BONIFICA BURANA, EMILIA ORIENTALE) / Dallai, Daniele; Buldrini, Fabrizio; L., Conte; C., Ferrari; E., Fanti; E., Fornasiero; F., Tonelli; C., Zampighi; C., Negrini. - In: BOLLETTINO DEI MUSEI E DEGLI ISTITUTI BIOLOGICI DELL'UNIVERSITÀ DI GENOVA. - ISSN 0373-4110. - ELETTRONICO. - 73:(2011), pp. 154-154. (Intervento presentato al convegno 106° Congresso Nazionale della Società Botanica Italiana tenutosi a Genova nel 21-23 Settembre 2011).
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