Il romanzo autobiografico "Les Ritals" (1978) di François Cavanna è una delle poche testimonianze letterarie “vissute” della difficile integrazione degli emigrati italiani sul suolo francese nel periodo fra la prima e la seconda guerra mondiale. L’ambiente descritto è quello della comunità italiana di Nogent-sur-Marne, nella banlieue di Parigi, mentre da un punto di vista cronologico la narrazione si situa nel decennio che va dalle grande crisi internazionale del 1929 allo scoppio della guerra. Il titolo prende spunto dall’appellativo, in parte scherzoso e in parte spregiativo, che nel francese familiare è usato come parasinonimo di “Italien”.Il romanzo non si configura prioritariamente come un’osservazione di tipo socio-politico sul fenomeno dell’immigrazione nelle condizioni e nel contesto suddetto, ma semplicemente come un ritorno verso il passato da parte dell’autore, che rivive con la memoria un decennio della sua vita, collocato tra l’infanzia e l’adolescenza; tuttavia la sua situazione particolare di figlio nato da un matrimonio misto (tra una francese e un italiano) lo conduce in molte occasioni a riflettere sulla questione di un’appartenenza e di un’identità culturali che risultano di non facile definizione.Il contributo si focalizza sull’analisi della condizione sociale e psicologica dell’autore, che a quest’epoca della sua vita non sembra riuscire a identificarsi chiaramente né con la cultura francese né con quella italiana, e che in molti casi si trova ad essere rifiutato sia dall’una che dall’altra collettività: « Pour les Ritals je suis un bâtard plus qu’à moitié français, mais pour les Français, pas de problème, ils me traitent de Macaroni ».Il problema dell’appartenenza a una comunità alla quale ci si sente più o meno legati per abitudini e mentalità è vissuto e risolto in maniera diversa dai due personaggi chiave di questo primo romanzo autobiografico di Cavanna, vale a dire il padre e il figlio, rappresentanti di due generazioni divise da differenze legate all’educazione, alla lingua, alle idee, alle consuetudini. Il contrasto culturale si risolve in modo “naturale”, se così si può dire, per il ragazzo, che si orienta istintivamente verso l’adesione a una “francité” per lui ovvia e spontanea, e in modo più forzato e in parte sofferto per il padre, che chiederà la naturalizzazione per non essere espulso dal territorio francese, dopo che la gravità della crisi economica avrà indotto il governo ad assumere un atteggiamento molto meno aperto e disponibile all’accoglienza di immigrati.

"Les Ritals" di François Cavanna: rappresentazione di un dualismo identitario fra le due guerre / Bellati, Giovanna. - STAMPA. - (2011), pp. 15-25.

"Les Ritals" di François Cavanna: rappresentazione di un dualismo identitario fra le due guerre.

BELLATI, Giovanna
2011

Abstract

Il romanzo autobiografico "Les Ritals" (1978) di François Cavanna è una delle poche testimonianze letterarie “vissute” della difficile integrazione degli emigrati italiani sul suolo francese nel periodo fra la prima e la seconda guerra mondiale. L’ambiente descritto è quello della comunità italiana di Nogent-sur-Marne, nella banlieue di Parigi, mentre da un punto di vista cronologico la narrazione si situa nel decennio che va dalle grande crisi internazionale del 1929 allo scoppio della guerra. Il titolo prende spunto dall’appellativo, in parte scherzoso e in parte spregiativo, che nel francese familiare è usato come parasinonimo di “Italien”.Il romanzo non si configura prioritariamente come un’osservazione di tipo socio-politico sul fenomeno dell’immigrazione nelle condizioni e nel contesto suddetto, ma semplicemente come un ritorno verso il passato da parte dell’autore, che rivive con la memoria un decennio della sua vita, collocato tra l’infanzia e l’adolescenza; tuttavia la sua situazione particolare di figlio nato da un matrimonio misto (tra una francese e un italiano) lo conduce in molte occasioni a riflettere sulla questione di un’appartenenza e di un’identità culturali che risultano di non facile definizione.Il contributo si focalizza sull’analisi della condizione sociale e psicologica dell’autore, che a quest’epoca della sua vita non sembra riuscire a identificarsi chiaramente né con la cultura francese né con quella italiana, e che in molti casi si trova ad essere rifiutato sia dall’una che dall’altra collettività: « Pour les Ritals je suis un bâtard plus qu’à moitié français, mais pour les Français, pas de problème, ils me traitent de Macaroni ».Il problema dell’appartenenza a una comunità alla quale ci si sente più o meno legati per abitudini e mentalità è vissuto e risolto in maniera diversa dai due personaggi chiave di questo primo romanzo autobiografico di Cavanna, vale a dire il padre e il figlio, rappresentanti di due generazioni divise da differenze legate all’educazione, alla lingua, alle idee, alle consuetudini. Il contrasto culturale si risolve in modo “naturale”, se così si può dire, per il ragazzo, che si orienta istintivamente verso l’adesione a una “francité” per lui ovvia e spontanea, e in modo più forzato e in parte sofferto per il padre, che chiederà la naturalizzazione per non essere espulso dal territorio francese, dopo che la gravità della crisi economica avrà indotto il governo ad assumere un atteggiamento molto meno aperto e disponibile all’accoglienza di immigrati.
2011
Appartenenze multiple. Prospettive interdisciplinari su immigrazione, identità e dialogo interculturale.
9788860490902
Officina
ITALIA
"Les Ritals" di François Cavanna: rappresentazione di un dualismo identitario fra le due guerre / Bellati, Giovanna. - STAMPA. - (2011), pp. 15-25.
Bellati, Giovanna
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