Negli ultimi anni è cambiata l’esposizione professionale ad anestetici volatili nelle sale operatorie del Policlinico di Modena: è stato abbandonato il protossido d’azoto ed il sevofluorano è attualmente l’anestetico maggiormente in uso. Obiettivi. Determinare l’esposizione a sevofluorano mediante misurazioni ambientali e biologiche. Analizzare la regressione tra dati ambientali e biologici. Esaminare la relazione tra tecnica di somministrazione dell’anestesia e grado di esposizione. Metodi. E’ stata controllata l’esposizione a sevofluorano di 58 operatori sanitari durante 10 sedute operatorie svoltesi in sale con efficienti sistemi di ventilazione e di gas-evacuazione. A tal fine sono stati impiegati campionatori personali a diffusione, analizzati in gas-cromatografia (GC) con spettrometro di massa, e campioni urinari raccolti a fine turno, in cui è stato determinato l’esafluoroisopropanolo (HFIP) (metabolita del sevofluorano) in GC con rivelazione a spettrometria di massa (GC-MSD) e a ionizzazione di fiamma (GC-FID). Informazioni sulla tecnica di anestesia (tubo/maschera, bassi/alti flussi di gas freschi) sono state tratte dalle schede anestesiologiche. Risultati. L’esposizione mediana a sevofluorano è risultata pari a 0,04 ppm (range 0,004-3,82 ppm): I valori limite ambientali di 0,5 e 2 ppm proposti dal NIOSH sono stati superati rispettivamente in 4 casi e in 1 caso. Le concentrazione di HFIP sono risultate comprese negli intervalli 2-1848 mcg/L in GC-MSD e 0-88 mcg/L in GC-FID. Correlazioni significative sono state riscontrate tra le concentrazioni ambientali di sevofluorano e quelle urinarie di HFIP. Le esposizioni più alte a sevofluorano sono state registrate per gli operatori impegnati in sedute di chirurgia pediatrica, in cui l’anestesia veniva somministrata con maschera ed alti flussi di gas freschi. Conclusioni. Complessivamente i dati ambientali e biologici denotano un’esposizione a basse dosi di sevofluorano. E’ tuttavia opportuno proseguire le attività di controllo dell’esposizione, particolarmente nelle sedute in cui vengono impiegate tecniche di anestesia che possono determinare una maggiore aerodispersione ambientale di sevofluorano.

Controllo dell'esposizione professionale a sevofluorano in sala operatoria / Rovesti, Sergio; Ferrari, Angela; D., Faggiano; P., Bussetti; R., Vivoli; L., Cavazzuti; P., Marchegiano. - In: JOURNAL OF PREVENTIVE MEDICINE AND HYGIENE. - ISSN 1121-2233. - STAMPA. - 45(n.4):(2004), pp. 195-195. (Intervento presentato al convegno 41° Congresso nazionale SItI tenutosi a Genova nel 20-23 ottobre 2004).

Controllo dell'esposizione professionale a sevofluorano in sala operatoria

ROVESTI, Sergio;FERRARI, Angela;
2004

Abstract

Negli ultimi anni è cambiata l’esposizione professionale ad anestetici volatili nelle sale operatorie del Policlinico di Modena: è stato abbandonato il protossido d’azoto ed il sevofluorano è attualmente l’anestetico maggiormente in uso. Obiettivi. Determinare l’esposizione a sevofluorano mediante misurazioni ambientali e biologiche. Analizzare la regressione tra dati ambientali e biologici. Esaminare la relazione tra tecnica di somministrazione dell’anestesia e grado di esposizione. Metodi. E’ stata controllata l’esposizione a sevofluorano di 58 operatori sanitari durante 10 sedute operatorie svoltesi in sale con efficienti sistemi di ventilazione e di gas-evacuazione. A tal fine sono stati impiegati campionatori personali a diffusione, analizzati in gas-cromatografia (GC) con spettrometro di massa, e campioni urinari raccolti a fine turno, in cui è stato determinato l’esafluoroisopropanolo (HFIP) (metabolita del sevofluorano) in GC con rivelazione a spettrometria di massa (GC-MSD) e a ionizzazione di fiamma (GC-FID). Informazioni sulla tecnica di anestesia (tubo/maschera, bassi/alti flussi di gas freschi) sono state tratte dalle schede anestesiologiche. Risultati. L’esposizione mediana a sevofluorano è risultata pari a 0,04 ppm (range 0,004-3,82 ppm): I valori limite ambientali di 0,5 e 2 ppm proposti dal NIOSH sono stati superati rispettivamente in 4 casi e in 1 caso. Le concentrazione di HFIP sono risultate comprese negli intervalli 2-1848 mcg/L in GC-MSD e 0-88 mcg/L in GC-FID. Correlazioni significative sono state riscontrate tra le concentrazioni ambientali di sevofluorano e quelle urinarie di HFIP. Le esposizioni più alte a sevofluorano sono state registrate per gli operatori impegnati in sedute di chirurgia pediatrica, in cui l’anestesia veniva somministrata con maschera ed alti flussi di gas freschi. Conclusioni. Complessivamente i dati ambientali e biologici denotano un’esposizione a basse dosi di sevofluorano. E’ tuttavia opportuno proseguire le attività di controllo dell’esposizione, particolarmente nelle sedute in cui vengono impiegate tecniche di anestesia che possono determinare una maggiore aerodispersione ambientale di sevofluorano.
2004
45(n.4)
195
195
Rovesti, Sergio; Ferrari, Angela; D., Faggiano; P., Bussetti; R., Vivoli; L., Cavazzuti; P., Marchegiano
Controllo dell'esposizione professionale a sevofluorano in sala operatoria / Rovesti, Sergio; Ferrari, Angela; D., Faggiano; P., Bussetti; R., Vivoli; L., Cavazzuti; P., Marchegiano. - In: JOURNAL OF PREVENTIVE MEDICINE AND HYGIENE. - ISSN 1121-2233. - STAMPA. - 45(n.4):(2004), pp. 195-195. (Intervento presentato al convegno 41° Congresso nazionale SItI tenutosi a Genova nel 20-23 ottobre 2004).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/648571
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