L’antropologia filosofica contemporanea, fiorita durante la prima metà del secolo scorso, ha avuto tra i suoi obiettivi principali il recupero dell’unità della natura dell’uomo, contro un dualismo diffuso sia nella concezione della realtà umana sia nello studio del vivente in generale. Helmuth Plessner, uno dei suoi esponenti principali, ritrova nello sviluppo del pensiero occidentale che da Cartesio porta a Heidegger la maturazione necessaria per una nuova scienza filosofica dell’essere umano; Heidegger però ha trascurato la vita piena e concreta, fatta anche di intreccio con la dimensione corporea, perché interessato solo a un’ontologia esistenziale. La vita, che sta “prima” dell’esistenza e la contiene, accomuna l’uomo e gli altri organismi, e offre il giusto terreno sul quale radicare il principio distintivo dell’umanità: la posizionalità eccentrica. Un’antropologia filosofica onesta, non può tuttavia fissare formule dogmatiche di alcun genere; deve riflettere sui risultati delle varie scienze che si occupano dell’uomo, mostrarsi aperta alla pluralità di aspetti che egli mostra e abbandonare pretese di definitività: secondo Plessner, l’uomo rimane infatti essenzialmente nascosto, imperscrutabile.

Perché un’antropologia filosofica: le motivazioni di Helmuth Plessner / Rasini, Vallori. - In: ETICA & POLITICA. - ISSN 1825-5167. - ELETTRONICO. - XII:(2010), pp. 164-177.

Perché un’antropologia filosofica: le motivazioni di Helmuth Plessner

RASINI, Vallori
2010

Abstract

L’antropologia filosofica contemporanea, fiorita durante la prima metà del secolo scorso, ha avuto tra i suoi obiettivi principali il recupero dell’unità della natura dell’uomo, contro un dualismo diffuso sia nella concezione della realtà umana sia nello studio del vivente in generale. Helmuth Plessner, uno dei suoi esponenti principali, ritrova nello sviluppo del pensiero occidentale che da Cartesio porta a Heidegger la maturazione necessaria per una nuova scienza filosofica dell’essere umano; Heidegger però ha trascurato la vita piena e concreta, fatta anche di intreccio con la dimensione corporea, perché interessato solo a un’ontologia esistenziale. La vita, che sta “prima” dell’esistenza e la contiene, accomuna l’uomo e gli altri organismi, e offre il giusto terreno sul quale radicare il principio distintivo dell’umanità: la posizionalità eccentrica. Un’antropologia filosofica onesta, non può tuttavia fissare formule dogmatiche di alcun genere; deve riflettere sui risultati delle varie scienze che si occupano dell’uomo, mostrarsi aperta alla pluralità di aspetti che egli mostra e abbandonare pretese di definitività: secondo Plessner, l’uomo rimane infatti essenzialmente nascosto, imperscrutabile.
2010
XII
164
177
Perché un’antropologia filosofica: le motivazioni di Helmuth Plessner / Rasini, Vallori. - In: ETICA & POLITICA. - ISSN 1825-5167. - ELETTRONICO. - XII:(2010), pp. 164-177.
Rasini, Vallori
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