I Musei Anatomici dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia sono un’articolata istituzione costituita da più musei realizzati, a partire dalla seconda metà del Settecento, all’interno dell’isolato di Sant’Agostino in contiguità con il “grande Spedale”. La contestualizzazione storica delle collezioni è indispensabile per programmare attività di valorizzazione ed educative, recuperando le specifiche funzioni di questi musei costituiti per l’esercizio delle professioni mediche, sostenute e potenziate dai numerosi laboratori annessi ai musei stessi. Dopo la riforma dell’Università promossa dal duca Francesco III d’Este tra il 1772 e il 1773, l’interesse per lo studio e l’insegnamento dell’anatomia si svilupparono grazie ad Antonio Scarpa che fece realizzare, in contiguità con il “grande Spedale”, un Teatro Anatomico inaugurato nel 1775 e, in una sala annessa, il Gabinetto o Museo Ostetrico. Dopo la Restaurazione, tra il 1817 e il 1818, fu allestito il Museo Anatomico in una sala del piano costruito al di sopra del Teatro alla quale si aggiunsero, tra il 1839 e il 1853, altre tre sale. Fu inaugurato nel 1854 sotto la direzione di Paolo Gaddi che nel 1866 aggiunse un’ulteriore sezione, il Museo Etnografico Antropologico. Una ventina di anni fa le vetrine del Museo Coloniale poi di Medicina Tropicale, che Giuseppe Franchini aveva costituito a Modena in collegamento con l’Istituto di Patologia Coloniale da lui diretto tra il 1930 e il 1938, sono state trasferite in una sala attigua al Museo Anatomico.
Percorsi di valorizzazione per i Musei Anatomici di Modena: il Museo Ostetrico, il Museo Anatomico, il Museo Etnografico Antropologico e il Museo di Medicina Tropicale / Corradini, Elena. - In: MUSEOLOGIA SCIENTIFICA. - ISSN 1123-265X. - STAMPA. - 5:(2011), pp. 97-108.
Percorsi di valorizzazione per i Musei Anatomici di Modena: il Museo Ostetrico, il Museo Anatomico, il Museo Etnografico Antropologico e il Museo di Medicina Tropicale
CORRADINI, Elena
2011
Abstract
I Musei Anatomici dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia sono un’articolata istituzione costituita da più musei realizzati, a partire dalla seconda metà del Settecento, all’interno dell’isolato di Sant’Agostino in contiguità con il “grande Spedale”. La contestualizzazione storica delle collezioni è indispensabile per programmare attività di valorizzazione ed educative, recuperando le specifiche funzioni di questi musei costituiti per l’esercizio delle professioni mediche, sostenute e potenziate dai numerosi laboratori annessi ai musei stessi. Dopo la riforma dell’Università promossa dal duca Francesco III d’Este tra il 1772 e il 1773, l’interesse per lo studio e l’insegnamento dell’anatomia si svilupparono grazie ad Antonio Scarpa che fece realizzare, in contiguità con il “grande Spedale”, un Teatro Anatomico inaugurato nel 1775 e, in una sala annessa, il Gabinetto o Museo Ostetrico. Dopo la Restaurazione, tra il 1817 e il 1818, fu allestito il Museo Anatomico in una sala del piano costruito al di sopra del Teatro alla quale si aggiunsero, tra il 1839 e il 1853, altre tre sale. Fu inaugurato nel 1854 sotto la direzione di Paolo Gaddi che nel 1866 aggiunse un’ulteriore sezione, il Museo Etnografico Antropologico. Una ventina di anni fa le vetrine del Museo Coloniale poi di Medicina Tropicale, che Giuseppe Franchini aveva costituito a Modena in collegamento con l’Istituto di Patologia Coloniale da lui diretto tra il 1930 e il 1938, sono state trasferite in una sala attigua al Museo Anatomico.File | Dimensione | Formato | |
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