Il tema della lingua degli originali lulliani, evocato in passato per avvalorare l'immagine di Llull padre della lingua catalana, mantiene la sua centralità per la critica testuale, per la storia della lingua e per la teoria della traduzione nel Medioevo. Oggi è possibile combinare i dati della tradizione con quelli relativi ai luoghi di stesura e ai tempi di composizione grazie al Llull DB e al procedere delle edizioni critiche. Nella parte introduttiva di questo lavoro si delineano i problemi posti dal peculiare intreccio fra tradizione e traduzione nel corpus lulliano. Di seguito si presenta l’intero catalogo delle opere, indicando per ciascuna le versioni esistenti e, quando possibile, la lingua dell’originale. A partire dalla discussione dei dati, si evidenziano le strategie di breve e di lungo periodo adottate dal Beato e i loro possibili effetti sulla fruizione successiva dell’Arte. La scelta netta a favore del latino, almeno dal 1303 in poi, si riverbera sull’intero corpus, restituendoci per le opere tecnico-artistiche un’esile tradizione volgare. Llull applica all’Arte un lavorìo esegetico e traduttivo di solito riservato alle auctoritates ma, in quanto autorità vivente e pragmatica, dà origine a una tradizione dinamica che pone nuove sfide agli editori. Il plurilinguismo, le possibili varianti redazionali inter- o intralinguistiche, la contaminazione fra le versioni di una stessa opera avvenute in tempi successivi, sollecitano degli interrogativi metodologici simili a quelli posti dalle opere volgari tecnico-scientifiche e devozionali di grande diffusione europea presso il pubblico laico.
Tradizione e traduzione nel corpus lulliano / Pistolesi, Elena. - In: STUDIA LULLIANA. - ISSN 1132-130X. - STAMPA. - 49:(2009), pp. 3-50.
Tradizione e traduzione nel corpus lulliano
PISTOLESI, Elena
2009
Abstract
Il tema della lingua degli originali lulliani, evocato in passato per avvalorare l'immagine di Llull padre della lingua catalana, mantiene la sua centralità per la critica testuale, per la storia della lingua e per la teoria della traduzione nel Medioevo. Oggi è possibile combinare i dati della tradizione con quelli relativi ai luoghi di stesura e ai tempi di composizione grazie al Llull DB e al procedere delle edizioni critiche. Nella parte introduttiva di questo lavoro si delineano i problemi posti dal peculiare intreccio fra tradizione e traduzione nel corpus lulliano. Di seguito si presenta l’intero catalogo delle opere, indicando per ciascuna le versioni esistenti e, quando possibile, la lingua dell’originale. A partire dalla discussione dei dati, si evidenziano le strategie di breve e di lungo periodo adottate dal Beato e i loro possibili effetti sulla fruizione successiva dell’Arte. La scelta netta a favore del latino, almeno dal 1303 in poi, si riverbera sull’intero corpus, restituendoci per le opere tecnico-artistiche un’esile tradizione volgare. Llull applica all’Arte un lavorìo esegetico e traduttivo di solito riservato alle auctoritates ma, in quanto autorità vivente e pragmatica, dà origine a una tradizione dinamica che pone nuove sfide agli editori. Il plurilinguismo, le possibili varianti redazionali inter- o intralinguistiche, la contaminazione fra le versioni di una stessa opera avvenute in tempi successivi, sollecitano degli interrogativi metodologici simili a quelli posti dalle opere volgari tecnico-scientifiche e devozionali di grande diffusione europea presso il pubblico laico.File | Dimensione | Formato | |
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