Lo sport, e sommamente il calcio, nel nostro paese è uno dei temi pervasivi del discorso sociale. Dal vecchio Bar Sport nelle sue metamorfosi attuali fino all’ampio spazio mediale occupato dalla stampa specializzata e dalle corpose sezioni dedicate in quella normale, attese e pronostici, radio, tele e web cronache e infiniti commenti di partite, è difficile non percepire il sottofondo di questo rumore a tratti assordante, non finire imbottigliati nelle strade intasate dal traffico attorno allo stadio, non imbattersi in conversazioni o anche semplici allusioni fra tifosi, non essere coinvolti dal destino del ginocchio di un campione, del cuore spezzato da un altro, dei loro compensi milionari, dei loro gesti a tratti inconsulti, degli scandali, dalle morti e dalle resurrezioni. Non restare sbigottiti di fronte agli scoppi improvvisi di guerri- glia urbana provocati dai tifosi, ai morti sul campo. In Italia la «Gazzetta dello Sport» è uno dei quotidiani tuttora maggiormen- te venduti.Splendori e miserie di un mondo parallelo e penetrante, per chi crede di non esserne coinvolto. Del mondo vero, per chi ne fa o se ne sente parte. E naturalmente non c’è solo il calcio. Lo ri- corda la dimensione di evento globale assunto dalle Olimpiadi, la quantità e l’esotismo delle nuove discipline che ogni volta vi12Isabella Pezzinisono riconosciute. D’altra parte, stavolta nella dimensione dello sport come pratica, impressiona la diffusione capillare delle pale- stre e dei centri fitness, delle macchine per allenarsi in casa e in ufficio, delle persone che corrono per strada ovunque e in ogni stagione.Eppure, se certo non mancano studi e ricerche sui vari aspetti dello sport, dal punto di vista delle diverse discipline, la rifles- sione teorica su questi temi non sembra avere la centralità che meriterebbe. Forse perché lo sport è già troppo ed ovunque, e difficile è arginarne, organizzarne il campo? Il suo universo in- clude già un’imponente dimensione metasportiva, anche qui con i suoi poeti e prosatori, come rilevava Pier Paolo Pasolini? O non è piuttosto la fondamentale componente ludica, che si ritrae e re- siste davanti ad analisi troppo accademiche?
Navigare nei territori sconosciuti: Orienteering e Adventuring con le carte / Coppock, Patrick John. - STAMPA. - 3:(2010), pp. 108-118.
Navigare nei territori sconosciuti: Orienteering e Adventuring con le carte
COPPOCK, Patrick John
2010
Abstract
Lo sport, e sommamente il calcio, nel nostro paese è uno dei temi pervasivi del discorso sociale. Dal vecchio Bar Sport nelle sue metamorfosi attuali fino all’ampio spazio mediale occupato dalla stampa specializzata e dalle corpose sezioni dedicate in quella normale, attese e pronostici, radio, tele e web cronache e infiniti commenti di partite, è difficile non percepire il sottofondo di questo rumore a tratti assordante, non finire imbottigliati nelle strade intasate dal traffico attorno allo stadio, non imbattersi in conversazioni o anche semplici allusioni fra tifosi, non essere coinvolti dal destino del ginocchio di un campione, del cuore spezzato da un altro, dei loro compensi milionari, dei loro gesti a tratti inconsulti, degli scandali, dalle morti e dalle resurrezioni. Non restare sbigottiti di fronte agli scoppi improvvisi di guerri- glia urbana provocati dai tifosi, ai morti sul campo. In Italia la «Gazzetta dello Sport» è uno dei quotidiani tuttora maggiormen- te venduti.Splendori e miserie di un mondo parallelo e penetrante, per chi crede di non esserne coinvolto. Del mondo vero, per chi ne fa o se ne sente parte. E naturalmente non c’è solo il calcio. Lo ri- corda la dimensione di evento globale assunto dalle Olimpiadi, la quantità e l’esotismo delle nuove discipline che ogni volta vi12Isabella Pezzinisono riconosciute. D’altra parte, stavolta nella dimensione dello sport come pratica, impressiona la diffusione capillare delle pale- stre e dei centri fitness, delle macchine per allenarsi in casa e in ufficio, delle persone che corrono per strada ovunque e in ogni stagione.Eppure, se certo non mancano studi e ricerche sui vari aspetti dello sport, dal punto di vista delle diverse discipline, la rifles- sione teorica su questi temi non sembra avere la centralità che meriterebbe. Forse perché lo sport è già troppo ed ovunque, e difficile è arginarne, organizzarne il campo? Il suo universo in- clude già un’imponente dimensione metasportiva, anche qui con i suoi poeti e prosatori, come rilevava Pier Paolo Pasolini? O non è piuttosto la fondamentale componente ludica, che si ritrae e re- siste davanti ad analisi troppo accademiche?Pubblicazioni consigliate
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